
giovedì 12 marzo 2009

lunedì 9 marzo 2009
( a lui garbavano i suoni...)

A lui " garbava" lo scrosciare della fluente sorgente di desiderio che non s'arrestava, ma anzi, esplodeva a fiotti in modo incontrollabile.
Un senso velenoso e diabolico si era impossessato di lei e non la lasciava e non l'avrebbe lasciata se non al giungere fino in fondo di un percorso sconosciuto. La nave aveva rotto il timone. E il fluido tumultuoso sbalzava il relitto di qua e di là senza indirizzo. Non restava che accogliere gli spruzzi della tempesta ardente sul corpo indifeso e sullo spirito indomito.
Lui aveva il desiderio di attraversare l'inferno di fuoco ed il gelo di quell'acqua fremente. Egli avrebbe voluto approdare in quelle isole infestate da belve selvatiche ed assassine. Sarebbe andato oltre? Sarebbe andato sino in fondo? Sarebbe disceso negli abissi degli inferi dove:" HIC SUNT LEONES" ?
A lui garbavano i suoni e i profumi di quella valle inquietante.
sabato 7 marzo 2009
LEI SOFFRIVA IL SILENZIO
Aveva parlato tutto il giorno.
Molto spesso aveva sorriso. C’era stato un attimo con quel tipo, sì proprio quel tipo lì, aveva persino avuto un moto di stizza. Di grande fastidio.
Aveva posato il taccuino e la biro per rispondere in modo sbrigativo e pungente.
Non aveva avuto cuore.
L’aveva visto ritirar parola e corpo.La riunione era finita.
Quando cominciò a mettere via le sue cose presto era tornato quel senso di separatezza che la contrassegnava in quel tempo. Non aveva le parole che avrebbe voluto pronunciare. Il suo luogo era altrove e non gli apparteneva. Non c’era dunque, forse distrutto, forse perduto. Era introvabile .
Avrebbe potuto attraversare i cunicoli stretti e bui del suo sentiero ma sarebbe stato quello l’indirizzo? Avrebbe portato alla sua meta? Comunque non era quello il punto.
Lei soffriva il silenzio.Non percepiva il richiamo.
Anche se per certi tratti s’era nutrita del suono già sentito, dell’indicazione già ricevuta, col passare delle ore le sembrava che non fosse sufficiente la rappresentazione del suo sogno. Che ci voleva di più. Che non poteva bastare trasfigurare il suo desiderio all’interno di se’ come se da lì provenisse tutto. Non era così.
C’era una fonte generatrice che aveva un suo moto ed un proprio svolgimento.Non le apparteneva.
Il luogo viveva per se’ e non avrebbe avuto traccia e voce di lei . Malgrado fosse con lei , era proprio lei l’estraneo: rappresentava ella stessa il silenzio.
Si accorse,però,che per quanto si affliggesse di quell’assenza di suono e di luogo, aveva nel cuore una gioia trasognata e indistruttibile
martedì 3 marzo 2009
VOGLIO CONSUMARE
Voglio consumare il pasto completamente. Non centellinerò l'acqua della mia borraccia. Berrò a grandi sorsi tutto il liquido per soddisfare la mia sete. Scenderà fresca nella gola ed io mi lascerò dissetare senza timore. Non voglio pensare di lasciare qualcosa per il giorno dopo. L'alba è lontana è forse non giungerà neppure. Non posso pensare d'essere in altro luogo. Non posso immaginare che potrei avere lo stesso bisogno. Domani sarò una persona diversa.
mi nutrirò del tuo germe profondo e misterioso racchiuso tra i meandri nuovi del tuo animo risvegliato e pronto all'amore.