giovedì 12 marzo 2009

...........................IL PROGETTO
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In questi giorni avevo soprattutto organizzato il mio progetto. Avevo disposto le cose con cura maniacale. Quando voglio sono molto metodica e la mia pigrizia si fa da parte senza difficoltà. Oltrettutto le giornate erano calde e piene di sole così che mi potevo muovere sentendomi a mio agio nel corpo e nei gesti precisi e costruttivi.
Ma ad un certo punto mi sono arrestata. Ho ascoltato il silenzio che m'aveva accompagnato nelle azioni sino a quel momento. Non l'avevo sentito prima perchè ero troppo presa .. troppo presa .. occupata dal decidere, stabilire e tramare.
Invece, finito di chiudere la porta con tanti giri di chiave, sono rimasta immobile con quel mio silenzio diventato vivo e opprimente. Era un silenzio pieno di preoccupazioni e di dubbi.
Cosa era mai questo mio moto d'animo ardente che mi faceva perdere la mia consueta indolenza, la mia confortante inerzia, la mia debolezza? Aveva in fondo un vero impulso propositivo? Aveva un disegno virtuoso e vitale oppure era solo una elaborazione di bisogni per - versi ? Mentre mi adoperavo all'azione ed alla trasgressione, non era in fondo solo questa la mia necessità ? ossia realizzarmi nella violazione e nella disubbidienza?
Ero spinta, quindi, solo dal silenzio della mia coscienza ? In questi giorni non avevo che nutrito la mia avidità non avevo che ascoltato il mio pensiero dominante e malgrado questo pensiero abitasse un ' idea precisa fuori di me, era estraneo al mio progetto ed al mio sentimento. Non avevo complici. Ero io sola rea e responsabile.
Avevo detto: " Soffro il silenzio" ma cercavo soprattutto una destinazione alla mia aspirazione confusa. Una diagnosi al mio malessere. Un'espiazione.

lunedì 9 marzo 2009

VIAGGIO ALL'INFERNO
( a lui garbavano i suoni...)




A lui garbavano i suoni di certe parole ch'erano nettare colante caldo nella sua bocca , egli ingoiava pienamente l'elisir profumato del miracolo del gergo. C'era, nelle sue parole, un canto travolgente. C'era nei suoi toni un potere sovversivo e incantatore. C'era nella sua voce una seduzione bugiarda e amorosa.
A lui " garbava" lo scrosciare della fluente sorgente di desiderio che non s'arrestava, ma anzi, esplodeva a fiotti in modo incontrollabile.
Un senso velenoso e diabolico si era impossessato di lei e non la lasciava e non l'avrebbe lasciata se non al giungere fino in fondo di un percorso sconosciuto. La nave aveva rotto il timone. E il fluido tumultuoso sbalzava il relitto di qua e di là senza indirizzo. Non restava che accogliere gli spruzzi della tempesta ardente sul corpo indifeso e sullo spirito indomito.
Lui aveva il desiderio di attraversare l'inferno di fuoco ed il gelo di quell'acqua fremente. Egli avrebbe voluto approdare in quelle isole infestate da belve selvatiche ed assassine. Sarebbe andato oltre? Sarebbe andato sino in fondo? Sarebbe disceso negli abissi degli inferi dove:" HIC SUNT LEONES" ?
A lui garbavano i suoni e i profumi di quella valle inquietante.

sabato 7 marzo 2009


LEI SOFFRIVA IL SILENZIO


Aveva parlato tutto il giorno.

Molto spesso aveva sorriso. C’era stato un attimo con quel tipo, sì proprio quel tipo lì, aveva persino avuto un moto di stizza. Di grande fastidio.

Aveva posato il taccuino e la biro per rispondere in modo sbrigativo e pungente.

Non aveva avuto cuore.

L’aveva visto ritirar parola e corpo.La riunione era finita.

Quando cominciò a mettere via le sue cose presto era tornato quel senso di separatezza che la contrassegnava in quel tempo. Non aveva le parole che avrebbe voluto pronunciare. Il suo luogo era altrove e non gli apparteneva. Non c’era dunque, forse distrutto, forse perduto. Era introvabile .

Avrebbe potuto attraversare i cunicoli stretti e bui del suo sentiero ma sarebbe stato quello l’indirizzo? Avrebbe portato alla sua meta? Comunque non era quello il punto.

Lei soffriva il silenzio.Non percepiva il richiamo.

Anche se per certi tratti s’era nutrita del suono già sentito, dell’indicazione già ricevuta, col passare delle ore le sembrava che non fosse sufficiente la rappresentazione del suo sogno. Che ci voleva di più. Che non poteva bastare trasfigurare il suo desiderio all’interno di se’ come se da lì provenisse tutto. Non era così.

C’era una fonte generatrice che aveva un suo moto ed un proprio svolgimento.Non le apparteneva.

Il luogo viveva per se’ e non avrebbe avuto traccia e voce di lei . Malgrado fosse con lei , era proprio lei l’estraneo: rappresentava ella stessa il silenzio.

Si accorse,però,che per quanto si affliggesse di quell’assenza di suono e di luogo, aveva nel cuore una gioia trasognata e indistruttibile

martedì 3 marzo 2009

VOGLIO CONSUMARE


Voglio consumare il pasto completamente. Non centellinerò l'acqua della mia borraccia. Berrò a grandi sorsi tutto il liquido per soddisfare la mia sete. Scenderà fresca nella gola ed io mi lascerò dissetare senza timore. Non voglio pensare di lasciare qualcosa per il giorno dopo. L'alba è lontana è forse non giungerà neppure. Non posso pensare d'essere in altro luogo. Non posso immaginare che potrei avere lo stesso bisogno. Domani sarò una persona diversa.

Il mio corpo sazio ed appagato si incamminerà lungo il sentiero di sassi e sabbia e si perderà all'orizzonte.
Per questo voglio attraversare l'intera tua pelle senza trascurare alcuna parte del tuo corpo. Non vi saranno segreti tra le pieghe nuove della tua carne. Non voglio perdermi gli albori dei tuoi pensieri intimi. Non VORRò sottrarre al mio pasto neppure un istante che sia un altro tempo e non il nostro.


Non ho pazienza. Non mi serve. Il momento è questo, non ne ho altro.
Domani ha un suono ambizioso , non posso competere con il tempo. Non posso misurare l'eventualità del mio bisogno in un posto che sia altrove. In un periodo che non sia adesso. Con un sentimento che non mi prema.
mi nutrirò del tuo germe profondo e misterioso racchiuso tra i meandri nuovi del tuo animo risvegliato e pronto all'amore.



Voglio consumare le ore di questo giorno fino a trovarle in polvere ai piedi del letto che non siano più riconoscibili e che nessuno possa MAI comprendere cosa sia successo tra noi.