martedì 27 gennaio 2009

STARE AL MONDO

Voglio star sola” diceva, ma non era questa la voglia.
Aveva in fretta sparecchiato la sua tavola ed era sazia di quel che aveva trangugiato . O meglio. Aveva altri appetiti. Non li conosceva bene e si muoveva confusamente in quei giorni. Quel che si rimproverava spesso era questa sua concentrazione ossessiva che non lasciava tempo a nulla. Ora che aveva perso il languore iniziale si dimenava nelle stanze sempre con l’idea di allontanarsi e con la voglia di non essere in alcun luogo.
Aveva sempre assecondato i richiami della sua indole brada, e questa aveva governato le sue scelte alfine sconsiderate.
Anche adesso non riconosceva il senso di questo suo impulso ancestrale che proveniva dal ventre ed era diventata la sua nuova distrazione. Ma, anche in questo caso, compiaceva il trasalimento della pelle e del cuore senza discuterne il pregio.
Si lasciava spingere dal corpo leggero che sapeva esattamente dove dirigersi . Aveva un indirizzo segreto e un impulso feroce e risoluto. Era carne e pelle e respiro . Era fluido sinuoso, caldo, colante e avvolgente. Si infiltrava lungo le pieghe intime del corpo e si rintanava in esso come nuova autorità, come nuovo comando.
Non si illudeva . Non celebrava il canto gioioso del corpo, ma lo faceva respirare fremente e vigoroso. Lo incitava a sciogliersi ed a godere.
Nulla altro siamo , in fondo, che sangue bollente e straniero nelle viscere invisibili che conducono la nostra esistenza.
Non siamo al mondo che palpitanti e vitali bisogni carnali . Non si trasgredisce la legge del primigenio istinto che siamo.
Ascoltava il suono . Ascoltava l’incanto. I pensieri che l’avevano accompagnata in quei giorni di esistenza deduttiva erano diventati scartoffie polverose. Erano diventati pensieri inutili. Lo erano sempre stati , ma lei ne aveva fatto i balocchi per i suoi giochi perversi. Per le sue redenzioni. Per le sue giustificazioni. Erano stati il pretesto per i suoi errori irrimediabili.
Sapeva che questo rifluire aveva un percorso laconico, ma intanto il corpo rispondeva all’energia ed all’istigazione e questa era una seduzione a cui lei non si sarebbe sottratta.

lunedì 26 gennaio 2009

IL CORPO

La sua fisionomia ti si era presentata davanti e tu , che eri intenta a scrivere al computer le avevi dato solo un occhiata distratta e superficiale. Era a fianco del collega più alto e si era posto davanti alla scrivania , in piedi, a gambe larghe. Sorrideva appena. Allora la sua presenza fisica s'era identificata come oggetto evanescente e trasparente. Lui era invisibile. Tu eri tranquilla , guardavi al di là del suo corpo tra gli scaffali e le pratiche. Molto tempo più tardi, riprendendo l'immagine dell'incontro, rimpiangevi di non avere guardato più a lungo, più a lungo sostato sui tratti del viso e sull'espressione dello sguardo, sui movimenti delle mani e dei fianchi. Rimpiangevi di non aver assaporato il momento in cui per te lui non era nessuno per poter confrontare il senso di essere "nessuno" con il senso di essere "tutto" per te.
Tu eri sempre stata presa da te ed in qualche modo ti vedevi camminare e parlare. Tu ti osservavi cantare le tue canzoni. Tu ti piacevi nell'osservarti fare l'amore .
Ti adagiavi nei letti guidata dalle tue lunghe gambe e dalla flessione dei fianchi e delle spalle arrotondate.
Gli altri erano solo corpi in movimento intorno a te, erano i tuoi spettatori poco interessanti. Ma tutta tua era la rappresentazione e il colpo di scena finale.
Non amavi sederti alla tavola conviviale con gli altri. L'atto di cibarsi ti sembrava talmente intimo e privato, che evitavi con cura di condividerlo con gli estranei.
Gli altri sono tutti estranei. Corpi uguali e occhi piccoli . Gli altri avevano braccia lunghe e comportamenti e parole noiose. Gli altri. sono invisibili . Le bocche che si protendono al cibo, le mani sul pane e le forchette leccate. No. Tu non amavi dividere i pasti con gli altri. Avevi repulsione del respiro degli altri. Della loro umanità collegiale e fatale. Tu gli altri non li guardi negli occhi.
Il tuo sguardo così collegato alla tua concentrazione sensibile non può impegnarsi in una osservazione di interiorità consuete. Corpi indeclinabili ed uguali aneliti.
Ma poi , (e non sai il motivo e non c'è il motivo) poi hai distinto il moto ed il respiro. Hai trattenuto i riccioli scuri e gli occhi neri. Potesse essere, Lui, nessuno ancora per te! Potesse significare lo stesso significato del gesto delle mani che sempre ha avuto per te la percezione dell'altro! Invisibile. ancora invisibile. Trasparente. Ma vale dirsi che ha mani e braccia e fattezze domestiche ed avulse ? Il tuo occhio non risponde ai segnali della memoria che fa degli altri una sola identità omogenea. E tu non perdoni al cuore di aver guardato.

giovedì 22 gennaio 2009

COMUNICAZIONE ED INFORMAZIONE - COMUNE DI VALENZA


La comunicazione nella Pubblica Amministrazione.

Con l'entrata in vigore della legge del 7 giugno 2000 n. 150, e l'emanazione del Regolamento di attuazione del 21 settembre 2001 n. 422, le Pubbliche Amministrazioni hanno l’obbligo di potenziare ed armonizzare i flussi di informazioni al loro interno e concorrere ad affermare il diritto dei cittadini ad un'efficace comunicazione.
Ma cosa significa comunicare per un ente pubblico?
C’è chi pensa che la comunicazione sia immagine e che, quindi, serva soprattutto per presentarsi nel modo migliore possibile e per costruire consenso.
C’è chi è convinto che comunicare significhi rappresentare la propria identità, ossia fornire la propria visione del mondo.

Ma comunicare per un ente pubblico deve significare soprattutto questo:


a) illustrare e favorire la conoscenza delle disposizioni normative, al fine di facilitarne l’applicazione;
b) illustrare le attività delle istituzioni e il loro funzionamento;
c) favorire l’accesso ai servizi pubblici, promuovendone la conoscenza;
d) promuovere conoscenze allargate ed approfondite su temi di rilevante interesse pubblico e sociale;
e) favorire processi interni di semplificazione delle procedure e di modernizzazione degli apparati nonchè la conoscenza dell’avvio e del percorso dei procedimenti amministrativi.


Un ente pubblico non si può dimenticare che gli anni passano e che i mezzi di informazione e comunicazione si sono evoluti ed aggiunti.

Negli favolosi anni '70 si stampavano volantini e cartelloni ed in questo modo si comunicavano al cittadino gli eventi ed i nuovi ordinamenti.

Grazie al Web, la voce dell'informazione è diventata più democratica, cosmopolita ed immediata, trasformando la comunicazione tra chi scrive e chi legge non più a senso unico ma interattiva. Lettore e giornalista si incontrano, integrano e approfondiscono le notizie, le modificano migliorandole, attraverso una libera circolazione di idee. L'internet generation ha quindi diversi modi di informarsi, senza dover attendere l'uscita del giornale; accede con un click ai quotidiani online di tutto il mondo, si aggiorna sulle ultime notizie in qualsiasi momento ed in ogni luogo, accedendo a video, foto e audio dell'evento.
Cosa dovrebbe fare un ente Pubblico alle prese con un mondo nuovo che continuamente minuto per minuto si aggiorna e si informa? Dovrebbe inanzitutto PREDISPORRE un PROGETTO PER L' INFORMAZIONE AL CITTADINO ossia:


1) progettare e realizzare attività di informazione e comunicazione destinate ai cittadini e alle imprese;
2) procedere ad una rinnovata ingegneria dei processi di comunicazione interna e adeguare i flussi di informazione a supporto dell'attività degli uffici che svolgono attività di informazione e comunicazione, e il loro coordinamento, già individuati dalla legge 150/ 2000;
3) produrre e fornire informazioni, promuovere eventi che, tenendo conto dei tempi e dei criteri che regolamentano il sistema dei media, possano tradursi in notizie per i mass media tradizionali e nuovi – come i giornali on-line -e altri mezzi di diffusione di notizie di interesse pubblico.
4) illustrare e favorire la conoscenza delle disposizioni normative, al fine di facilitarne l’applicazione;

5) illustrare le attività delle istituzioni e il loro funzionamento;
6)favorire l’accesso ai servizi pubblici, promuovendone la conoscenza;
7) promuovere conoscenze allargate e approfondite su temi di rilevante interesse pubblico e sociale;
8) favorire processi interni di semplificazione delle procedure e di modernizzazione degli apparati nonchè la conoscenza dell’avvio e del percorso dei procedimenti amministrativi;
9) promuovere l’immagine delle amministrazioni, nonchè quella dell’Italia, in Europa e nel mondo, conferendo conoscenza e visibilità ad eventi d’importanza locale, regionale, nazionale ed internazionale.
10) garantire la reciproca informazione fra l’ufficio per le relazioni con il pubblico e le altre strutture operanti nell’amministrazione, nonchè fra gli uffici per le relazioni con il pubblico delle varie amministrazioni.



In particolare, secondo uno schema funzionale:
la trasparenza, la semplificazione, la qualità dei servizi, la tutela della privacy, rappresentano gli obiettivi di una pubblica amministrazione che sappia adeguarsi alle nuove esigenze sociali e tenere il passo con le altre realtà europee;
le nuove tecnologie informatiche e telematiche, offrono gli strumenti più idonei per sviluppare questi processi di ammodernamento;

Le attività concrete di informazione e di comunicazione sono affidate normalmente al portavoce, all’ufficio stampa, all’ufficio per le relazioni con il pubblico (urp), al sito web, allo sportello unico, allo sportello per le imprese.
Queste strutture operative hanno la responsabilità di mettere a contatto l’odierna realtà amministrativa, cui si ricollegano tutti gli elementi innovativi sopra descritti, dalla semplificazione alla tutela della privacy, dalle nuove tecnologie telematiche alla formazione, con il cittadino e con la società in genere.

La direttiva si propone di contribuire al perseguimento, da parte delle pubbliche amministrazioni, delle seguenti finalità:
- sviluppo di una coerente politica di comunicazione integrata con i cittadini e le imprese;
- gestione professionale e sistematica dei rapporti con tutti gli organi di informazione (mass media tradizionali e nuovi);
- realizzazione di un sistema di flussi di comunicazione interna incentrato sull'intenso utilizzo di tecnologie informatiche e banche dati, sia per migliorare la qualità dei servizi e l'efficienza organizzativa, sia per creare tra gli operatori del settore pubblico senso di appartenenza alla funzione svolta, pieno coinvolgimento nel processo di cambiamento e condivisione nelle rinnovate missioni istituzionali delle pubbliche amministrazioni ;
- formazione e valorizzazione del personale impegnato nelle attività di informazione e comunicazione;
- ottimizzazione, attraverso la pianificazione e il monitoraggio delle attività di informazione e comunicazione, dell'impiego delle risorse finanziarie.


Questa direttiva, pertanto, richiama e impegna la responsabilità dei vertici delle amministrazioni pubbliche all'applicazione della legge n. 150/ 2000 e alla definizione di strutture e risorse necessarie per:
- progettare e realizzare attività di informazione e comunicazione destinate ai cittadini e alle imprese;
- procedere ad una rinnovata ingegneria dei processi di comunicazione interna e adeguare i flussi di informazione a supporto dell'attività degli uffici che svolgono attività di informazione e comunicazione, e il loro coordinamento, già individuati dalla legge 150/ 2000;
- produrre e fornire informazioni,, tenendo conto dei tempi e dei criteri che regolamentano il sistema dei media, possano tradursi in notizie per i mass media tradizionali e nuovi – come i giornali on-line -e altri mezzi di diffusione di notizie di interesse pubblico.


La direttiva NAZIONALE , inoltre, pone all'attenzione dei dirigenti degli Uffici stampa e degli Urp, così come delle analoghe strutture previste dalla legge 150/ 2000, la ricerca dell'efficienza e dell'efficacia nei processi di produzione della comunicazione, quale obiettivo della loro attività.
Le pubbliche amministrazioni, attraverso gli Uffici Stampa, i Portavoce e gli Urp e le analoghe strutture, dovrebbero:
1) garantire un'informazione trasparente ed esauriente sul loro operato;
2) pubblicizzare e consentire l'accesso ai servizi promuovendo nuoverelazioni con i cittadini;
3) ottimizzare l'efficienza e l'efficacia dei prodotti-servizi attraverso unadeguato sistema di comunicazione interna.

....... E L'INFORMAZIONE NEL COMUNE DI VALENZA

Ma abbiamo sognato: qui niente di tutto questo avviene.

Nei lontani anni 70/ 80 l’amministrazione comunale si occupava di realizzare spettacoli e concerti in prima persona predisponendo uno stampato con l’elenco degli spettacoli da inviare alle famiglie.
Ora tutto ciò dovrebbe appartenere alla preistoria.
L’organizzazione delle attività artistiche sono state delegate al TRA Fondazione Teatro Regionale Alessandrino ente di diritto privato disciplinato dalle norme del codice civile il cui patrimonio è stato disponibile dal Comune di Valenza e dal Comune di Alessandria e da quelle figure giuridiche (banche e/o privati) che hanno contribuito anche successivamente alla realizzazione della fondazione.

La fondazione ha un suo consiglio di amministrazione, dei suoi responsabili ed uno staff che si occupa totalmente dell’organizzazione degli spettacoli, degli eventi e della campagna promozionale.

Il Comune e il suo Assessorato non se ne occupano affatto. D’altra parte vi è uno staff più che numeroso e retribuito a far sì che l’ingranaggio organizzativo e pubblicitario si muova autonomamente .


Ma il Comune soffre di nostalgia ed invece di occuparsi (come sarebbe l'ora) ed improntare un programma di comunicazione si limita a stampare ben n° 1.500 volantini per pubblicizzare gli spettacoli di cinema e teatro già ampiamente propagandati dalla Fondazione.


N° 1.500 volantini, + ore lavorative del personale comunale + materiale di proprietà comunale (carta, inchiostro, ecc.) + spese di spedizione ad indirizzi di una mailing list che comprende più di un nominativo per famiglia ( doppione costoso) per una spesa non solo rilevante ma superflua perché già gestita da chi ha questo incarico . In questo tempo di vacche magre non è ammissibile che si perseveri in una spesa inutile solo per compiacere il moto nostalgico del suo amministratore


Eppure la comunicazione e l'informazione al cittadino del Comune di Valenza, si esplica solo in questo modo.
Non esistono altri strumenti e canali di comunicazione tra ente e cittadino. Forse che L'AsSessore all'InFormaZione non ha presente come si fa comunicazione negli Enti Pubblici?
Venga giù all'ufficio informazione e partecipazione che così ne parliamo

martedì 20 gennaio 2009

NON C'E' STORIA

Era immobile.
Era immobile mentre tutto un groviglio di pensieri turbinosi si aggiravano disordinatamente davanti agli occhi, dentro la stanza, oscurando i mobili e le pareti intorno scalciando e sgomitando ferocemente l’uno contro l’altro senza smettere neppure un attimo di lievitare e sprigionare scintille irruenti .

Era immobile e sembrava quieta nella sua espressione pacata e ferma tanto che non si poteva immaginare la lotta e il fastidio che la attanagliavano. Lei aveva sempre giocato con le parole e ne aveva fatto letteratura. Lei aveva sempre fatto conto sulla sua immagine poderosa , sensuale e seduttiva.

Lei lo sapeva anche se non era , sicuramente lei non era, nelle braccia accoglienti, nelle gambe lunghe , negli occhi languidi e nei fianchi flessuosi . Ma da sempre aveva utilizzato il movimento lieve delle ciglia ,il richiamo carezzevole del suo corpo, l'esibizione del portamento.

Quando decideva , non indugiava ad utilizzare la sua esperienza e l’abilità della struttura in suo possesso. Ma erano frasi già sperimentate, condotte collaudate, risultati sciupati.

Lei spesso aveva pianto. Lei spesso aveva sofferto . Lei spesso aveva veramente desiderato.

Il pianto era sincero, neppure lei avrebbe saputo riconoscere nell’ansia, il disappunto per il fallimento di una fantasia capricciosa e pelosa.

L’amore era sincero, ma breve, epidermico. Di passione e sangue. Non era fatto della vita e dei segni degli occhi e della mani intese e protese in un progetto. L’amore era un respiro inconsapevole ed inerte tra il petto ansante e le pieghe della carne calda e ancestrale. Era oltre la continuità delle giornate e delle stagioni scandite. Non aveva avuto un tempo, ma solo una densità profonda e animosa. Aveva solo una dilatazione di ameba che si appropriava automaticamente dello spazio e del corpo come una malattia.

Non era restato nulla . Nulla.

Lei non ricordava (e se lo faceva era la storia di un'altra) gli uomini nel suo letto. Non ricordava il desiderio. Non ricordava il motivo. Nella rievocazione i gesti e gli abbracci, i corpi pesanti nell'atto e nel movimento gli erano sgraditi.

Era una fantasia straniera che l’aveva avvicinata senza ambizione. Eppure c’era stata ed era presente, vera e trasparente. l’amore è capace solo di sfiorare appena con le sue labbra leggere, ma di fuoco , il sogno e l’intenzione e lascia che gli uomini armeggino nelle azioni come apprendisti improvvisati di bisogni necessari e di virtù agognate.

Non poteva. Ma lei lo sapeva benissimo. Perché non la riguardava e quindi non poteva procedere. Aveva già conosciuto gli stessi sentieri. Avrebbe aggiunto per sé una triste e malinconica distrazione ai suoi sensi oramai inalterabili. Si conosceva, anche se spesso si meravigliava dei suoi nuovi dolori e delle sue nuove lacrime. Ma aspettava paziente come ad un semaforo pulsante. Non si sarebbe fidata delle sue emozioni viziate. Perciò rimase immobile. Vedi ?