Era immobile mentre tutto un groviglio di pensieri turbinosi si aggiravano disordinatamente davanti agli occhi, dentro la stanza, oscurando i mobili e le pareti intorno scalciando e sgomitando ferocemente l’uno contro l’altro senza smettere neppure un attimo di lievitare e sprigionare scintille irruenti .
Era immobile e sembrava quieta nella sua espressione pacata e ferma tanto che non si poteva immaginare la lotta e il fastidio che la attanagliavano. Lei aveva sempre giocato con le parole e ne aveva fatto letteratura. Lei aveva sempre fatto conto sulla sua immagine poderosa , sensuale e seduttiva.
Lei lo sapeva anche se non era , sicuramente lei non era, nelle braccia accoglienti, nelle gambe lunghe , negli occhi languidi e nei fianchi flessuosi . Ma da sempre aveva utilizzato il movimento lieve delle ciglia ,il richiamo carezzevole del suo corpo, l'esibizione del portamento.
Quando decideva , non indugiava ad utilizzare la sua esperienza e l’abilità della struttura in suo possesso. Ma erano frasi già sperimentate, condotte collaudate, risultati sciupati.
Lei spesso aveva pianto. Lei spesso aveva sofferto . Lei spesso aveva veramente desiderato.
Il pianto era sincero, neppure lei avrebbe saputo riconoscere nell’ansia, il disappunto per il fallimento di una fantasia capricciosa e pelosa.
L’amore era sincero, ma breve, epidermico. Di passione e sangue. Non era fatto della vita e dei segni degli occhi e della mani intese e protese in un progetto. L’amore era un respiro inconsapevole ed inerte tra il petto ansante e le pieghe della carne calda e ancestrale. Era oltre la continuità delle giornate e delle stagioni scandite. Non aveva avuto un tempo, ma solo una densità profonda e animosa. Aveva solo una dilatazione di ameba che si appropriava automaticamente dello spazio e del corpo come una malattia.
Non era restato nulla . Nulla.
Lei non ricordava (e se lo faceva era la storia di un'altra) gli uomini nel suo letto. Non ricordava il desiderio. Non ricordava il motivo. Nella rievocazione i gesti e gli abbracci, i corpi pesanti nell'atto e nel movimento gli erano sgraditi.
Era una fantasia straniera che l’aveva avvicinata senza ambizione. Eppure c’era stata ed era presente, vera e trasparente. l’amore è capace solo di sfiorare appena con le sue labbra leggere, ma di fuoco , il sogno e l’intenzione e lascia che gli uomini armeggino nelle azioni come apprendisti improvvisati di bisogni necessari e di virtù agognate.
Non poteva. Ma lei lo sapeva benissimo. Perché non la riguardava e quindi non poteva procedere. Aveva già conosciuto gli stessi sentieri. Avrebbe aggiunto per sé una triste e malinconica distrazione ai suoi sensi oramai inalterabili. Si conosceva, anche se spesso si meravigliava dei suoi nuovi dolori e delle sue nuove lacrime. Ma aspettava paziente come ad un semaforo pulsante. Non si sarebbe fidata delle sue emozioni viziate. Perciò rimase immobile. Vedi ?
5 commenti:
l'amore è fuggevole. ma questo non vuol dire che non sia degno di essere, anche se per un attimo solo
Trovo più mobile l'immobilità della frenesia del non stare fermi.
Quando se immobile hai la coscienza, l'autocoscienza.
Sei lì, attendi, forse aspetti.
Adoro l'immobilità,ti restituisce l'ambito della riflessione e l'incanto dell'abitare il solo luogo possibile: il linguaggio come cifra dell'essere e dell'esserci.
Non rimanere immobile a lungo...
molto interessante questo post...il cuore non rimane quasi mai immobile nè insensibile alla vera vita..
ciaoooooooo!
i ricordi sono come le persone,quando non li vedi te ne dimentichi
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