martedì 20 gennaio 2009

NON C'E' STORIA

Era immobile.
Era immobile mentre tutto un groviglio di pensieri turbinosi si aggiravano disordinatamente davanti agli occhi, dentro la stanza, oscurando i mobili e le pareti intorno scalciando e sgomitando ferocemente l’uno contro l’altro senza smettere neppure un attimo di lievitare e sprigionare scintille irruenti .

Era immobile e sembrava quieta nella sua espressione pacata e ferma tanto che non si poteva immaginare la lotta e il fastidio che la attanagliavano. Lei aveva sempre giocato con le parole e ne aveva fatto letteratura. Lei aveva sempre fatto conto sulla sua immagine poderosa , sensuale e seduttiva.

Lei lo sapeva anche se non era , sicuramente lei non era, nelle braccia accoglienti, nelle gambe lunghe , negli occhi languidi e nei fianchi flessuosi . Ma da sempre aveva utilizzato il movimento lieve delle ciglia ,il richiamo carezzevole del suo corpo, l'esibizione del portamento.

Quando decideva , non indugiava ad utilizzare la sua esperienza e l’abilità della struttura in suo possesso. Ma erano frasi già sperimentate, condotte collaudate, risultati sciupati.

Lei spesso aveva pianto. Lei spesso aveva sofferto . Lei spesso aveva veramente desiderato.

Il pianto era sincero, neppure lei avrebbe saputo riconoscere nell’ansia, il disappunto per il fallimento di una fantasia capricciosa e pelosa.

L’amore era sincero, ma breve, epidermico. Di passione e sangue. Non era fatto della vita e dei segni degli occhi e della mani intese e protese in un progetto. L’amore era un respiro inconsapevole ed inerte tra il petto ansante e le pieghe della carne calda e ancestrale. Era oltre la continuità delle giornate e delle stagioni scandite. Non aveva avuto un tempo, ma solo una densità profonda e animosa. Aveva solo una dilatazione di ameba che si appropriava automaticamente dello spazio e del corpo come una malattia.

Non era restato nulla . Nulla.

Lei non ricordava (e se lo faceva era la storia di un'altra) gli uomini nel suo letto. Non ricordava il desiderio. Non ricordava il motivo. Nella rievocazione i gesti e gli abbracci, i corpi pesanti nell'atto e nel movimento gli erano sgraditi.

Era una fantasia straniera che l’aveva avvicinata senza ambizione. Eppure c’era stata ed era presente, vera e trasparente. l’amore è capace solo di sfiorare appena con le sue labbra leggere, ma di fuoco , il sogno e l’intenzione e lascia che gli uomini armeggino nelle azioni come apprendisti improvvisati di bisogni necessari e di virtù agognate.

Non poteva. Ma lei lo sapeva benissimo. Perché non la riguardava e quindi non poteva procedere. Aveva già conosciuto gli stessi sentieri. Avrebbe aggiunto per sé una triste e malinconica distrazione ai suoi sensi oramai inalterabili. Si conosceva, anche se spesso si meravigliava dei suoi nuovi dolori e delle sue nuove lacrime. Ma aspettava paziente come ad un semaforo pulsante. Non si sarebbe fidata delle sue emozioni viziate. Perciò rimase immobile. Vedi ?

venerdì 16 gennaio 2009

LA VITA SI VIVE

Questi giorni di freddo gelato mi fanno arrotolare su me stessa come un lombrico schiumoso. Sono nascosta da maglioni e calze e grosse sciarpe. Non mi vedo e non mi riconosco. Non mi guardo quasi mai attorno e mi interesso di nulla. La città sporcata di neve e ghiaccio mi fa orrore e non le presto la minima attenzione. Sono sempre distratta da pensieri di cosa potrebbe essere il mio tempo non riconoscendo nessun momento che mi possa appartenere in questo presente .
L'altro pomeriggio attraversavo, in l'auto, le colline del Monferrato. Queste si allungavano distese e bianche tra camini fumosi e casette colorate. Io correvo sull'asfalto e osservavo attenta il quadro appassionato di cielo ed inverno tutto intorno. Ma ancora di più il senso lieto di immagini ed atmosfere candide irrompevano nella mia esistenza inconcludente e paralizzata. Ancora di più mi ricordavano la mia attesa inutile ed i miei frutti sterili. Le case e i campi orgogliosi trattenevano i miei inefficienti progetti irrompendo con la loro forza incombente e operosa . Dicevano:
" Sciocca! hai pensato, hai immaginato e ti sei inventata favole consuete. Hai sprecato il tuo tempo in emozioni alterate. Hai parlato d'amore per non riconoscere la noiosa routine dei tuoi giorni sfaccendati .

Noi , case e colline e cielo , noi siamo la vita per quanto tu non ci voglia riconoscere e ti voglia ingannare. La vita è questo campo solitario e silenzioso e laborioso sotto le zolle di germogli guizzanti per ciò che deve essere e deve crescere e quindi cresce in ogni secondo , in ogni palpito di tempo acceso e fremente. Non ci fermiamo a meditare, a soffrire, a perdere. Noi siamo la vita in movimento. Noi siamo la realizzazione dell'esistenza . L'amore non si racconta mai. La vita si vive ."

giovedì 15 gennaio 2009

MI HAI LASCIATO ANDARE


Me ne stavo seduta davanti a te ed i miei movimenti si limitavano ad un fruscio impercettibile delle dita sul tavolo ed alla leggera perlustrazione dello sguardo nel locale. Volevo dare al processo della mente e del corpo un degno significato. Non ho tempo per vivere il superfluo. In questo senso mi sono già spesa durante le mie curiosità giovanili. Ho cercato e conosciuto.
Ho dato sbrigativamente tutto ciò che m'apparteneva. Non ho badato a spese.
Ricostruendo la mia immagine e il senso della mia vita tutto ora mi è più caro.

Non lo cedo. E non mi appassiono affatto. Ho ascoltato il tuo orgoglio raccontarsi e disperdersi nella stanza. Non m'ha scosso e non m'ha scaldato. Invece ero attenta ai tuoi occhi ed alle tue mani scarne e leggere. Ero viva nel sogno e nel desiderio. Ma non era, quella che t'ascoltava, la stessa che ti voleva e che ti avrebbe aspettato i prossimi giorni per molto tempo ancora.
Hai lasciato andare entrambe ed è stato un vero, UN VERO peccato, darling

martedì 13 gennaio 2009

IL LUPO CATTIVO


Il lupo cattivo non ha fauci aguzze e orecchie grandi. Non s'aggira dietro l'ombra delle fronde folte. Il lupo cattivo non ha cappello a larghe falde e impermeabile grigio.


Quella volta, con le parole ed i gesti, l'avevi invitata nella tua casa notturna. Il cielo era scurissimo e gelato. La strada s'era fatta lunga e veloce. Aveva parcheggiato l'auto di fianco il marciapiede della piccola città deserta. Aveva preso l'ascensore, aveva sostato nella stanza principale. S'era seduta compiacente e silenziosa nel divano bianco. Le mura avevano ospitato i suoni lievi e gli odori nuovi. Aveva occhi dolci e grandi . Aveva labbra calde e accoglienti. Tu avevi accettato i doni senza meraviglia e senza timore. L'essere umano non si chiede mai cosa veramente gli spetta. Non sapevi perchè, ma hai raccolto ugualmente le erbe ed i fiori nel bosco palustre. Senza sospetti.
Hai risposto alla voce , ma non hai prestato abbastanza attenzione a ciò che avveniva intorno.
Sei stato imprudente. La leggerezza del tuo cuore non t'ha dato tempo di afferrare ed abitare lo spazio . Non t'ha dato il tempo di renderti conto della sua audacia selvaggia. Del suo istintivo languore.

Il lupo cattivo aveva orecchie sensibili e attente. Ha deciso di entrare. Ha deciso di prendere. Ha deciso di lasciare.

Quando si allontanò dal divano, dalla stanza e dalla strada di quella città deserta , il lupo cattivo aveva già consumato il suo pasto frettoloso e truculento tra le felci di quel campo innevato.
Aveva già deciso, perchè il lupo cattivo non ha coda lunga e pelo irsuto e grigio, ma fianchi morbidi e labbra ardenti .
Il lupo cattivo è solitario ma non si inganna.
Perchè il lupo cattivo, sai , sono io.