venerdì 16 gennaio 2009

LA VITA SI VIVE

Questi giorni di freddo gelato mi fanno arrotolare su me stessa come un lombrico schiumoso. Sono nascosta da maglioni e calze e grosse sciarpe. Non mi vedo e non mi riconosco. Non mi guardo quasi mai attorno e mi interesso di nulla. La città sporcata di neve e ghiaccio mi fa orrore e non le presto la minima attenzione. Sono sempre distratta da pensieri di cosa potrebbe essere il mio tempo non riconoscendo nessun momento che mi possa appartenere in questo presente .
L'altro pomeriggio attraversavo, in l'auto, le colline del Monferrato. Queste si allungavano distese e bianche tra camini fumosi e casette colorate. Io correvo sull'asfalto e osservavo attenta il quadro appassionato di cielo ed inverno tutto intorno. Ma ancora di più il senso lieto di immagini ed atmosfere candide irrompevano nella mia esistenza inconcludente e paralizzata. Ancora di più mi ricordavano la mia attesa inutile ed i miei frutti sterili. Le case e i campi orgogliosi trattenevano i miei inefficienti progetti irrompendo con la loro forza incombente e operosa . Dicevano:
" Sciocca! hai pensato, hai immaginato e ti sei inventata favole consuete. Hai sprecato il tuo tempo in emozioni alterate. Hai parlato d'amore per non riconoscere la noiosa routine dei tuoi giorni sfaccendati .

Noi , case e colline e cielo , noi siamo la vita per quanto tu non ci voglia riconoscere e ti voglia ingannare. La vita è questo campo solitario e silenzioso e laborioso sotto le zolle di germogli guizzanti per ciò che deve essere e deve crescere e quindi cresce in ogni secondo , in ogni palpito di tempo acceso e fremente. Non ci fermiamo a meditare, a soffrire, a perdere. Noi siamo la vita in movimento. Noi siamo la realizzazione dell'esistenza . L'amore non si racconta mai. La vita si vive ."

giovedì 15 gennaio 2009

MI HAI LASCIATO ANDARE


Me ne stavo seduta davanti a te ed i miei movimenti si limitavano ad un fruscio impercettibile delle dita sul tavolo ed alla leggera perlustrazione dello sguardo nel locale. Volevo dare al processo della mente e del corpo un degno significato. Non ho tempo per vivere il superfluo. In questo senso mi sono già spesa durante le mie curiosità giovanili. Ho cercato e conosciuto.
Ho dato sbrigativamente tutto ciò che m'apparteneva. Non ho badato a spese.
Ricostruendo la mia immagine e il senso della mia vita tutto ora mi è più caro.

Non lo cedo. E non mi appassiono affatto. Ho ascoltato il tuo orgoglio raccontarsi e disperdersi nella stanza. Non m'ha scosso e non m'ha scaldato. Invece ero attenta ai tuoi occhi ed alle tue mani scarne e leggere. Ero viva nel sogno e nel desiderio. Ma non era, quella che t'ascoltava, la stessa che ti voleva e che ti avrebbe aspettato i prossimi giorni per molto tempo ancora.
Hai lasciato andare entrambe ed è stato un vero, UN VERO peccato, darling

martedì 13 gennaio 2009

IL LUPO CATTIVO


Il lupo cattivo non ha fauci aguzze e orecchie grandi. Non s'aggira dietro l'ombra delle fronde folte. Il lupo cattivo non ha cappello a larghe falde e impermeabile grigio.


Quella volta, con le parole ed i gesti, l'avevi invitata nella tua casa notturna. Il cielo era scurissimo e gelato. La strada s'era fatta lunga e veloce. Aveva parcheggiato l'auto di fianco il marciapiede della piccola città deserta. Aveva preso l'ascensore, aveva sostato nella stanza principale. S'era seduta compiacente e silenziosa nel divano bianco. Le mura avevano ospitato i suoni lievi e gli odori nuovi. Aveva occhi dolci e grandi . Aveva labbra calde e accoglienti. Tu avevi accettato i doni senza meraviglia e senza timore. L'essere umano non si chiede mai cosa veramente gli spetta. Non sapevi perchè, ma hai raccolto ugualmente le erbe ed i fiori nel bosco palustre. Senza sospetti.
Hai risposto alla voce , ma non hai prestato abbastanza attenzione a ciò che avveniva intorno.
Sei stato imprudente. La leggerezza del tuo cuore non t'ha dato tempo di afferrare ed abitare lo spazio . Non t'ha dato il tempo di renderti conto della sua audacia selvaggia. Del suo istintivo languore.

Il lupo cattivo aveva orecchie sensibili e attente. Ha deciso di entrare. Ha deciso di prendere. Ha deciso di lasciare.

Quando si allontanò dal divano, dalla stanza e dalla strada di quella città deserta , il lupo cattivo aveva già consumato il suo pasto frettoloso e truculento tra le felci di quel campo innevato.
Aveva già deciso, perchè il lupo cattivo non ha coda lunga e pelo irsuto e grigio, ma fianchi morbidi e labbra ardenti .
Il lupo cattivo è solitario ma non si inganna.
Perchè il lupo cattivo, sai , sono io.

venerdì 9 gennaio 2009

NON SENTO NULLA

Allora mi sono accorta che non era vero. Io non avevo amore palpitante. Non avevo calore e braccia tese e frementi . Ero solo io che immaginavo. Ero io sola tra me e me che mi inventavo le ragioni di vivere e di restare. M'addentravo nelle vite degli altri come primo attore e come spettatore che capisce tutto e crede di conoscere la fine della commedia.
Ero uno spettatore che si gusta l'opera come critico magnanimo. Un critico che vuole recensire al meglio una storia che sa già di approvare.

Ma le cose intorno non ubbidiscono alle voglie personali. Gli altri hanno inventato le loro storie , hanno cantato le loro canzoni. Nessuno incontro. Nessuna consolazione. Vorrei prendermela con chi non mi ama, ma non è colpa di chi non sente, non è colpa di chi non comprende.
Non ho avuto parole, invece, non ho avuto propensione, ma solo compiacimenti personali. Ho accolto senza darmi, ho negato senza rifiutarmi.

Adesso presentarmi di nuovo a vivere mi sembra una follia.
Non si può riprendere un viaggio che non hai mai intrapreso anche se sei già a metà strada. Dov'eri? non ricordi. Non ricordi.
Hai solo un senso di perdita oscura e maligna. Hai tra le mani solo il risultato di un errore che hai commesso. Poi nulla. Nulla. Rimani in attesa di punizioni che nessuno ha tempo di infliggerti. Sarebbe una consolazione al tuo dolore che invece non ti puoi permettere.

Adesso ritornare sul palco mi sembra inutile.
Le luci sono spente. Solo in lontananza percepisco dei suoni e delle risa , ma non mi riguardano.

Non sento più nulla. Non sento nulla. Non ho neppure nessuna immagine da offrire.