venerdì 9 gennaio 2009

NON SENTO NULLA

Allora mi sono accorta che non era vero. Io non avevo amore palpitante. Non avevo calore e braccia tese e frementi . Ero solo io che immaginavo. Ero io sola tra me e me che mi inventavo le ragioni di vivere e di restare. M'addentravo nelle vite degli altri come primo attore e come spettatore che capisce tutto e crede di conoscere la fine della commedia.
Ero uno spettatore che si gusta l'opera come critico magnanimo. Un critico che vuole recensire al meglio una storia che sa già di approvare.

Ma le cose intorno non ubbidiscono alle voglie personali. Gli altri hanno inventato le loro storie , hanno cantato le loro canzoni. Nessuno incontro. Nessuna consolazione. Vorrei prendermela con chi non mi ama, ma non è colpa di chi non sente, non è colpa di chi non comprende.
Non ho avuto parole, invece, non ho avuto propensione, ma solo compiacimenti personali. Ho accolto senza darmi, ho negato senza rifiutarmi.

Adesso presentarmi di nuovo a vivere mi sembra una follia.
Non si può riprendere un viaggio che non hai mai intrapreso anche se sei già a metà strada. Dov'eri? non ricordi. Non ricordi.
Hai solo un senso di perdita oscura e maligna. Hai tra le mani solo il risultato di un errore che hai commesso. Poi nulla. Nulla. Rimani in attesa di punizioni che nessuno ha tempo di infliggerti. Sarebbe una consolazione al tuo dolore che invece non ti puoi permettere.

Adesso ritornare sul palco mi sembra inutile.
Le luci sono spente. Solo in lontananza percepisco dei suoni e delle risa , ma non mi riguardano.

Non sento più nulla. Non sento nulla. Non ho neppure nessuna immagine da offrire.

mercoledì 7 gennaio 2009

IL DEMONE

Se devo perdere qualcosa voglio riconoscerne la parte più nera. So che c'è e riesco ad individuarla immediatamente.
Dobbiamo avere sempre in mente questa parte oscura. Io la porto sempre con me quasi con disinvoltura.
Non mi interessa la scenografia allestita nel palco. So che c'è dell'altro anche se non viene messo in scena. Ma è vivo e pressante sotto lo sguardo.
Il mio demone ha visto il fuoco scintillare sotto le ciglia più scure . Il mio demone non si fa ingannare dai toni e dai modi educati.
Non aspetta, ma incita all' emersione dell'ombra . Forse spera che non sia così crudele come s'era immaginato .
Invece arriva. Ed esplode . Il veleno è fascino e bellezza. . Il male ha un attrattiva inedita.
Ci si innamora immediatamente di lui .
Ma conoscerlo e sfuggirgli è tutt'uno con la sofferenza e la passione . E quando s'allontana il suo demone dal mio , io so che non avrebbe potuto essere altrimenti. Mi rassegno alla perdita. Ora so perchè.

venerdì 2 gennaio 2009

CUBA



Quel sentimento che aveva per tanto tempo definito "
amore palpitante " s'era, in quei giorni e anzi, direi, in quelle settimane, come raggomitolato su se stesso quasi chiudendosi in un bozzolo di quiete rassegnata e acquiescente.

Aveva partecipato ai suoni . Aveva condiviso pacificamente le giornate di dormiveglia e di silenzio . L'amore palpitante non strattonava più come un tempo. Non chiedeva di uscire e di mescolarsi alla gente nelle strade, tra i negozi. Lei l'aveva un po' redarguito a suo tempo e se l'era portato dietro come allibito spettatore delle sue trame da romanzo. Lui s'era accucciato sulla poltrona ed era restato a guardare scuotendo un poco la testa. Non urlava e non rivelava più il suo sdegno e la sua animosità sofferta. In quelle occasioni , invece, aveva osservato muto e paterno, sapendo di non avere oramai più alcuna influenza sul suo cuore.

L'amore palpitante aveva subito una metaformosi inevitabile. Era uscito dal suo guscio di terra e sangue sotto forma di una smania molle e pigra. . Una inquietudine curiosa ma piena di speranza. Era diventato un'ansia giocosa e vendicativa. Lei voleva assolutamente assecondarla. Se l'era presa tra le ginocchia e l'aveva accarezzata e baciata con lacrime leggere e con labbra calde. Non l'avrebbe perduta. L'avrebbe portata sulle spiagge lunghe e bianche della splendida Cuba.

L' avrebbe accompagnata in quel suo viaggio periglioso. Da intraprendere ad ogni costo. Un viaggio nuovo . Un viaggio diverso.

Lei sarebbe andata via.
Lei sarebbe andata via.

Forse non domani. No . Forse ci avrebbe messo ancora un po' di tempo, ma sorrise perchè, intanto, il viaggio era già cominciato

giovedì 1 gennaio 2009

NON ME NE FREGA NIENTE DELLA CARFAGNA



Non me ne frega niente della Carfagna. Ma non capisco questa opera di denigrazione che avviene su di lei.

Di politici al limite della sopportazione ne abbiamo moltissimi. Ma appena si parla della Carfagna ecco che partono filmati o foto che la ritraggono nuda od in pose molto erotiche come per dire: " Guardate qua che schifo , come si permette. Ecco chi ci governa. "

Attenzione donne: non alimentate questa visione limitante e limitata sulla donna. Non ci conviene.

La Carfagna ha pure un bel culo, ma me ne può fregare di meno. Mi scandalizza di più uno Schifani o un Veltroni che non solo appoggia le esternazioni del Papa , ma le professa quale nuovo unto del Signore.
Mi preoccupa, devo dire, questa idea malsana che chi mostra o ha mostrato le gambe o il sedere sia a priori poco seria ed affidabile.

Questo aspetto riguarda il senso di esibizionismo che è in ognuno di noi. Di mostrarsi e di piacere.

Chi non si piace a sua volta cerca di non apparire . Ma non mi interessa personalmente.

Non è detto che chi ha un bel pancione e la crapa pelata può essere più competente di chi ha una bella coscia. Ma questo conviene ai maschietti. Perchè è il maschio che detiene il potere e non lo cederà se non dopo una dura e sleale lotta. E nella slealtà mettiamoci pure questo deridere il corpo della donna che si mostra: poco scaltra la donna che se ne fa portavoce credendo di portare avanti la tesi del rigore morale e del buon costume . Ingenue.

E' una piccola corda che si stringerà intorno al nostro esile collo.

Chi contesta alla Garfagna queste sue foto dice: "Ma il tizio ( maschio ) non va in giro a mostrare il pancione nudo." Grazie.

Non mostra nulla. Nè la mano che s'allunga sui soldi pubblici , nè, in modo plateale, la sua incompetenza. Anzi, Ci indica il culo della Carfagna così ci distraiamo e lui continua il suo operato. Tutto vestito elegante, però. Of course. Un vero gentleman. Thank you. Very much