venerdì 19 settembre 2008

Non ci sono parole

Ci sono delle parole che possano essere convincenti ? ci sono delle parole che possano originare sentimenti di amore?
Probabilmente non ce ne sono . Altrimenti le avrei trovate. Ho cercato tantissimo.
Ho rovesciato le mie tasche sul tavolo. Ho espresso tutto. Tutto quello che avevo. Mi sentivo traboccare come una fontana eternamente zampillante. Più posavo i miei oggetti sul tavolo più le mie tasche venivano rimpinguate di ogni sorta di elementi. Ma al momento delle trasmissione queste cose si avvizzivano, si trasformavano in oggetti ordinari, in contenuti mediocri, in consuetudini senza valore.
Tanto erano vibranti e luminosi nella mia anima tanto a contatto con l’aria esterna diventavano rami secchi e sterili. Li mostravo, ma senza illusioni. Non sarebbero serviti a nulla. Non avevano uno scopo di esistere. Morivano dopo lievi sussulti , dopo un agonia palpitante. Poi nulla. Gli sguardi si posavano su altre cose. Il rumore incessante della vita spazzava tutto come mulinello d’aria . Sono qui ora. Svuotata . Potete prendermi e mettermi in tasca: sono leggerissima

martedì 16 settembre 2008

ASSESSORE II


Gli occhi piccoli e serpenti/Non si vedono i suoi denti/Come un serpe nel selciato/
O in un prato non tagliato/Lui si annida tipo biscia/E la passa sempre liscia/
Ma il problema è questo qua:/Conta i soldi in quantità/Soldi dei contribuenti /
Che spariscono tra i venti/Qualche perdita ci sta/Ma non spiega come fa /
A quadrare poi il bilancio/Dimezzando qualche trancio./Come scusa lui si trova
Che chi spende nella foga / Sono sempre i dipendenti/Che poi chiamano i parenti /
Tutto qua sta poi il problema/E si toglie questa pena /Poi continua a trafficare /
Le sue cose lui sa fare !!!



L'ospite ( e l'ospitante) ovvero lui & lei e la luce nel corridoio

Lo so , lo so , in fondo quello che vorresti, almeno per un momento è non essere l'ospite ma essere colui che ospita. Bisognerebbe sempre mettersi nel punto di vista dell'altro. L'ospite è a disagio: non conosce il posto. E' buio e straniero; sempre inquietante. Invece l'ospitante sa dov'è il mobilio, sa dov'è l'interruttore della luce. Ma, sai, anche per l'ospitante c'è qualche problema: non sai mai chi ti metti in casa veramente. il posto è tuo, lo ami e lo conosci bene. Sei affezionata e non vorresti in fondo mai condividerlo. Talvolta ti sei pentita, sì, ti sei pentita. hai accolto persone indegne, leggere, da evitare a tutti i costi. Ti sei persino odiata. hai provato dolore. Ti sei detta: " in futuro ci starò più attenta. " Altre volte hai detto: " No" e magari avresti voluto tornare sui tuoi passi avresti potuto vedere, che so, essere più disponibile. Ma hai avuto paura dell'ospite sconosciuto
Invece per te cos'è questo misterioso universo femminile?. Un oscuro antro di streghe pieno di cunicoli e sentieri minacciosi. Non sai come muoverti. Sei un po' all'impasse. Non visiti tutte le stanze. No grazie, rimango qui, all'ingresso, è solo per un salutino e poi vado via. Giri le spalle e te ne vai. Che ospite ingrato! Ma ti capisco, non so io cosa farei al tuo posto, andare a tentoni, così alla cieca!

venerdì 12 settembre 2008

Non sono forte

Sembra che io sia forte.
Ho le spalle diritte ed il passo deciso. Ho percorso la strada con modi affrettati e spesso guardavo la piantina.
Ho detto: " Di qua" ed ho continuato il tragitto senza fermarmi. A volte ho sorpassato, a volte ho tirato innanzi senza voltarmi. Certe volte mi pareva che gli altri rallentassero il passo. Io non riuscivo ad aspettarli. Mi fermavo un poco. Ma fremevo di impazienza. Battevo il piede in terra. Dicevo: " Dai sbrigati! sbrigati. " Ho portato in spalla dei cuccioli d'uomo . Ho tagliato l'erba alta per permettere loro il passaggio. Sono andata a caccia per loro. Ho conteso il territorio ai più valorosi guerrieri. Gli animali della foresta giravano circospetti e non si avvicinavano al mio accampamento. Di notte la luna bianca nel cielo illuminava la mia perlustrazione ed io cantavo la sua benevolenza.
Alcune volte ho sostato nel silenzio ed ho sentito singhiozzare. Ho sentito dire " Aspetta" ma non ce l'ho fatta ad aspettare. Ricordo di aver lasciato indietro qualcuno che mi amava.
Ho perso il sentiero. Non potrei ritrovarlo.
Adesso proseguo nella strada solitaria, le armi sui fianchi ed il passo agile.
Credevo d'essere corazzata e attrezzata per ogni attacco.
Invece no. Non sono forte come credevo. Sono stata sorpresa sulla via e non ero abbastanza pronta per l'offensiva.E' stato un colpo precisissimo. Ho premuto la mia mano sul petto ed il sangue sgorgava a fiotti. E' passato del tempo. La ferita è purulenta anche se ho estratto il proiettile.
Ho perso energia. La fasciatura era lenta. la guarigione compromessa. Cercherò una caverna nascosta per curarmi e interromperò il mio viaggio sino a che non starò meglio.

Oggi 11 Settembre .