ti racconterò una storia. Una storia vera.
A te sembra di non poter sopportare tutto questo. Ti sembra che questa sofferenza ti dilani. il cuore è gonfio e pare scoppiare. ma non è vero. Non scoppierà .
Un tempo, avevi pianto già. avevi urlato. avevi corso nelle strade, tra le macchine. Avevi posato la testa tra le mani. Un tempo avevi aspettato in silenzio, nel buio della stanza con i pochi strumenti che avevi, le poche possibilità. Il dolore ti annichiliva. C'era stato un" lui ", sì, i soliti "lui" crudeli, insensibili, i soliti "lui" inutili. Cosa ne rimane di questo?
Ricordi? T'eri sollevata dalle tenebre, dalle miserie. Avevi camminato a fatica. avevi respirato l'aria della sera. Avevi cominciato a parlare con gli altri. a goderne la presenza.
Avevi d'improvviso ripreso il cammino. Avevi accellerato il passo. Avevi lavorato . avevi spostato le cose. Il tuo dolore era dolce. era un compagno silenzioso delle notti stellate. Delle sere estive. il dolore era accettabile. hai sempre vissuto con questo senso di disperazione. hai costruito la tua essenza profonda. Ti permette di sentire. Di essere cauta. Avevi provato di nuovo desiderio. Avevi ancora aspettato una telefonata. Avevi chiacchierato ancora.
Ci sarà sempre un " lui" crudele. Ricorda. Ma il dolore è tuo non gli appartiene. E' il dono che ti lascia la speranza. E' il valore dell'amore che pulsa. Ma il cuore non scoppierà. Anche se è gonfio e pare scoppiare
sabato 12 luglio 2008
giovedì 26 giugno 2008
Gli anni eroici

Il sentiero di montagna era stretto e camminavamo in fila indiana. Avevo uno zaino pesante ed ero stanchissima. Non parlavamo. Nel silenzio i grilli e gli insetti cantavano. Eri davanti a me e io seguivo esattamente le impronte dei tuoi passi . I tuoi scarponi erano un riferimento. Io pensavo a quando ci saremmo fermati. Con gli altri avremmo mangiato. Tu eri dolcissimo ed io ti amavo. Non sapevo che non sarebbe stato per sempre. La luce si infiltrava tra le fronde numerose e l'erba sotto i piedi si piegava docile ad ogni pressione del mio piede. Di lì a poco avremmo trovato una cascina isolata. Avremmo mangiato ed ascoltato i Genesis. Tu eri dolcissimo ed io ti amavo molto. Avremmo posato gli zaini, avremmo parlato di musica, avremmo riso e giocato nell'erba. Alcuni avrebbero subito dormito . Avremmo diviso tutti insieme il letto a due piazze. I suoni dei campi riecheggavano tutto intorno. A gambe incrociate nel prato credevo che sarebbe durato per sempre. Io ti scattavo tante fotografie. Tu ridevi felice. Le montagne ci appartenevano: eravamo gli esploratori, i guerrieri, gli indigeni di quella valle amica. Il sole sarebbe tramontato ed il buio ci avrebbe avvolto serenamente tra i canti e le risa. Non c'erano ombre oltre il sentiero. Non c'erano minacce che avrebbero potuto intimorirci. Eravamo i conquistatori di quella laguna agreste. Eravamo i pionieri.
sabato 21 giugno 2008
Un bel momento
i Bicchieri nella lunga tavolata scintillavano. C'era un suono di piatti, forchette, conversazioni.
Il vino passava di mano in mano, di bicchiere in bicchiere. Qualcuno offriva, altri passavano le pietanze. Qualcuno rideva. L'aria era leggera. L'aria era rilassata e serena. I colori del cibo e dei vestiti ci inebriavano
Stavo lì e pensavo: "questo è un bel momento". Ma non era vero. Avevo detto, avevo contribuito. avevo risposto e riso.
Il vino passava di mano in mano, di bicchiere in bicchiere. Qualcuno offriva, altri passavano le pietanze. Qualcuno rideva. L'aria era leggera. L'aria era rilassata e serena. I colori del cibo e dei vestiti ci inebriavano
Stavo lì e pensavo: "questo è un bel momento". Ma non era vero. Avevo detto, avevo contribuito. avevo risposto e riso.
Ma per me quello non era un bel momento.
Non era servito. Non potevo non accorgermi. Nulla sarebbe stato come prima. Ero andata avanti. Avevo cambiato strada. E per quanto questa strada intrapresa mi fosse odiosa e dolorosa non potevo ingannarmi. Sarei stata così adesso e per molto tempo ancora. sarei stata ad attendere, a pensare, a non provare più gusto nel vivere. Sarei stata così per molto.
Era andata in questo modo. Forse prima avrei potuto fermarmi. Tornare indietro. Avrei potuto non accettare. avrei dovuto preservarmi. Immaginare. Prevedere. Oramai era tardi.
Sarei stata a chiedermi ancora. Sarei stata sola anche in mezzo alla gente. Avrei mangiato alla tavola senza allegria. Avrei sorriso appena. Avrei ringraziato. Avrei cercato il silenzio e la solitudine.
Non era servito. Non potevo non accorgermi. Nulla sarebbe stato come prima. Ero andata avanti. Avevo cambiato strada. E per quanto questa strada intrapresa mi fosse odiosa e dolorosa non potevo ingannarmi. Sarei stata così adesso e per molto tempo ancora. sarei stata ad attendere, a pensare, a non provare più gusto nel vivere. Sarei stata così per molto.
Era andata in questo modo. Forse prima avrei potuto fermarmi. Tornare indietro. Avrei potuto non accettare. avrei dovuto preservarmi. Immaginare. Prevedere. Oramai era tardi.
Sarei stata a chiedermi ancora. Sarei stata sola anche in mezzo alla gente. Avrei mangiato alla tavola senza allegria. Avrei sorriso appena. Avrei ringraziato. Avrei cercato il silenzio e la solitudine.
Guardandoli mi sorprendevo che continuassero a trattarmi come se nulla fosse successo. Avrei voluto dir loro : "Ma non vedete il volto? non vedete il cambiamento? non sono più io , non sono quella che credete"
Ma come avrebbero potuto capire? Forse con gli anni , fra molti anni mi avrebbero incontrato e avrebbero detto: " ma sei proprio tu ? La stessa persona di quella cena? sei proprio tu che conoscevamo? "
No, non era quel che si dice propriamente " un bel momento" per me.
Ma come avrebbero potuto capire? Forse con gli anni , fra molti anni mi avrebbero incontrato e avrebbero detto: " ma sei proprio tu ? La stessa persona di quella cena? sei proprio tu che conoscevamo? "
No, non era quel che si dice propriamente " un bel momento" per me.
mercoledì 18 giugno 2008
Irregolarità
Dei giorni, a colazione, mentre lui sta ingurgitando con suo solito modo di fare irritante, il suo caffelatte e biscotti mi verrebbe voglia di rovesciargli la tazza colma sulla faccia. Diventa ad un certo punto della tua vita così determinate che lui, dico lui, per inzuppare i biscotti, la smetta di infradiciarsi tutte le dita. Ti accorgi, come presa da una ossessione demoniaca, che non potresti sopportare un secondo di più, dico un secondo di più , di vedere il biscotto ed il latte e le dita nel latte. Vorresti urlare.
Altre volte hai riso ( ma questo era tanto tempo fa, sembrava così esilarante questa piccola trivialità) altre volte hai spiegato, disquisito sul galateo, le buone maniere. Così non va per amor mio... per amor mio... Macchè... t'accorgi che è passato tanto tempo. Ne è passato troppo. Come hai potuto e ieri e l'altro ieri passar sopra ad una cosa così ripugnante?
E poi la sera.. lo spazio nel letto. Lo senti stretto stretto. Non ci stai più.. non ci stai più. Sei forse diventata più grande? sei forse cresciuta? il letto si è forse rimpicciolito? e le coperte troppo piccole. La stanza soffocante. Aneli a spazi aperti. Aneli la solitudine. La luce accesa ti infastidisce. Ditemi: c'è qualcosa che non mi infastidisce?
Ogni giorno ancora un particolare. Ogni giorno come sorpresa, come meravigliata di tante irregolarità.
Altre volte hai riso ( ma questo era tanto tempo fa, sembrava così esilarante questa piccola trivialità) altre volte hai spiegato, disquisito sul galateo, le buone maniere. Così non va per amor mio... per amor mio... Macchè... t'accorgi che è passato tanto tempo. Ne è passato troppo. Come hai potuto e ieri e l'altro ieri passar sopra ad una cosa così ripugnante?
E poi la sera.. lo spazio nel letto. Lo senti stretto stretto. Non ci stai più.. non ci stai più. Sei forse diventata più grande? sei forse cresciuta? il letto si è forse rimpicciolito? e le coperte troppo piccole. La stanza soffocante. Aneli a spazi aperti. Aneli la solitudine. La luce accesa ti infastidisce. Ditemi: c'è qualcosa che non mi infastidisce?
Ogni giorno ancora un particolare. Ogni giorno come sorpresa, come meravigliata di tante irregolarità.
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