
martedì 13 maggio 2008
Siamo soli

lunedì 12 maggio 2008
L'amore coniugale

La passione irrompe nella mia vita e mi possiede interamente. Si arrampica come cucciolo di gatto lungo le caviglie fino al dorso ed ancora ancora più su e su . . Le unghie affilate delle zampette scivolano lungo la schiena, mi graffiano a sangue e riprendono il cammino su ed ancora su attorcigliandosi ai capelli. Dalle spalle il gattino giocherella tra le braccia e va e viene a suo piacimento. Allora lo afferro dalla calotta e cerco di trattenerlo. I suoi occhi obliqui mi stregano. Così che lo voglio portare a casa. Con me. essere io quella che lo sfama. Quella che gli prepara la tana. Il gattino ingrassa ed invecchia. Non mi lascia. Mi ama. Le sono utile. Mi ama perchè le sono utile. Anch'io lo adoro questo mio gattone grande e pigro. E' diventato una cosa di casa. Una cosa stabile. Non mi chiedo se lo troverò ancora. Perchè la passione abita adesso in un posto preciso. E' lì e domani e domani ancora lì. La passione è diventata di famiglia. Non si nasconde e non ferisce. Non mi fa più andare in ansia. Ma noi sappiamo che la vita non è una cosa che sta lì , è una cosa che ti porta. Una cosa che non ti appartiene. E' una cosa che finisce. E' una cosa che trascina. La mia isola da pirata è protetta dalla luce accecante dell'esterno. La mia isola è fatta di frutti sugli alberi e giaciglio sicuro di foglie e piume leggere. La nave è ancorata alla riva. L'onda tenue del mare la scuote appena. Io sento lo sciaquettio dell'acqua sulla darsena e guardo l'orizzonte.. Ecco che cosa è per me l'amore coniugale.
domenica 11 maggio 2008
Lasciatemi lamentare stasera

i giorni passano velocissimi.
sono sempre più lontana dal tempo che possa giustificare il mio bisogno.
i giorni sono implacabili. Sono fatti di piccole azioni simili a quelle dei giorni prima.
sono sempre più lontana dal tempo che possa giustificare il mio bisogno.
i giorni sono implacabili. Sono fatti di piccole azioni simili a quelle dei giorni prima.
Il caffè al bar con i colleghi, la lettera da scrivere, il testo da pubblicare, la lavatrice da svuotare. I giorni non si distinguono tra loro. Trasformano i sentimenti in momenti sconvenienti, esauriti, trasformano i sentimenti in occasioni mancate, non più proponibili.
Per questo, mi dico, che sempre meno, sempre meno io dovrò avere bisogno. E mi dispiace anche. Di allontanarmi. malgrado non sono io che fuggo ma il tempo che mi trascina. Sono un passo dietro a questo tempo. Lui mi prende per il polso come fossi un monello da redarguire e mi strattona per la strada mio malgrado. Questo tempo è invisibile ma costante . sempre in movimento. Sempre nel momento. Sempre presente. E' un tempo vuoto. Non ci sono dentro. Sono da un 'altra parte a ricordare. Ma non ricordo quasi il mio bisogno di te. Me lo sto raccontando come fosse una vecchia favola. Una favola noiosa senza colpi di scena, senza una trama continuativa, ma solo attimi sfilettati, troppo fievoli per incrociarli e renderli elementi per una storia vera. Non ho una storia vera. Non ho motivo per i miei bisogni. Infondati, inutili, ridicoli persino. Scompariranno, lo so. Domani, forse. Domani sarò senza smania. Domani o dopo domani ancora. Non ricorderò più nulla. starò meglio. sarò nuova. sarò liberata. Ma non stasera, no stasera . Stasera lasciatemi stare con questo mio bisogno, con questa attesa. Con questo buco. Lasciatemi liberare il mio lamento come suono di sirena impercettibile, inerte e soffocato in questa notte torbida. Questa notte che mi odia e non mi lascia. Domani forse starò bene. Domani. Ma lasciatemi lamentare stasera.
Per questo, mi dico, che sempre meno, sempre meno io dovrò avere bisogno. E mi dispiace anche. Di allontanarmi. malgrado non sono io che fuggo ma il tempo che mi trascina. Sono un passo dietro a questo tempo. Lui mi prende per il polso come fossi un monello da redarguire e mi strattona per la strada mio malgrado. Questo tempo è invisibile ma costante . sempre in movimento. Sempre nel momento. Sempre presente. E' un tempo vuoto. Non ci sono dentro. Sono da un 'altra parte a ricordare. Ma non ricordo quasi il mio bisogno di te. Me lo sto raccontando come fosse una vecchia favola. Una favola noiosa senza colpi di scena, senza una trama continuativa, ma solo attimi sfilettati, troppo fievoli per incrociarli e renderli elementi per una storia vera. Non ho una storia vera. Non ho motivo per i miei bisogni. Infondati, inutili, ridicoli persino. Scompariranno, lo so. Domani, forse. Domani sarò senza smania. Domani o dopo domani ancora. Non ricorderò più nulla. starò meglio. sarò nuova. sarò liberata. Ma non stasera, no stasera . Stasera lasciatemi stare con questo mio bisogno, con questa attesa. Con questo buco. Lasciatemi liberare il mio lamento come suono di sirena impercettibile, inerte e soffocato in questa notte torbida. Questa notte che mi odia e non mi lascia. Domani forse starò bene. Domani. Ma lasciatemi lamentare stasera.
mercoledì 23 aprile 2008
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