Le ferie sono, per me, il periodo di massimo fervore cerebrale.
Ossia il mio cervello opera a pieno regime in modo autonomo ed affatto ozioso. Questo lavorio sottile ma inarrestabile e, devo dire, intenso mi sta liberando a poco a poco di una serie di pensieri/ spazzatura che si aggiravano a mulinello sulla mia testa.
Il demone ha ripreso l'effettivo controllo del mio corpo e lo asseconda nei suoi vizi più infantili e primari.
Niente di ciò che state ipotizzando voi, miei porcellosi lettori: si tratta invece di vizi culinari del genere cioccolatoso e cremoso od ancora di genere ittico come per esempio : spaghetti alle vongole e frutti di mare, bagnetto di sgombri e tonnetti al sugo piccante ed ancora calamari affogati nel loro intingolo succulento.
Nel campeggio, dove abbiamo fatto sosta ultimamente, la quantità d'acqua a disposizione del cliente è regolata da dei chips che si ritirano al momento dell'arrivo e si usano durante tutto il soggiorno nel campeggio medesimo. Ora , questa cosa dei chips, che potrebbe essere una cosa carina, alla fine risulta avere i suoi inconvenienti. Innanzitutto i chips si possono perdere facilmente, essendo piccoli e leggerissimi e poi hanno una cauzione abbastanza elevata che ti costringe a pensare a loro più del dovuto. ma la cosa più illuminate è stata questa che andrò qui di seguito a narrarvi.
Al tramonto di questa giornata, mi sono recata al reparto docce col mio bell'accappatoio ed il mio inseparabile chip. Ho inserito il chip nell'apposito fessura che avrebbe caricato la giusta quantità di acqua ed eccomi pronta a prendere la mia doccia purificatrice.
Mi insapono velocissima perchè ho sempre paura di finire l'acqua prima di potermi liberare del sapone , poi mi sciacquo perfettamente ed infine sto lì beata in piedi a prendermi sul corpo e sul viso la refrigerante acqua che scorreva dolce e leggera nella pelle infuocata dal sole.
Mentre sono lì convinta d'aver compiuto perfettamente il mio compito di pulizia ecco che guardando in basso mi accorgo di aver dimenticato di togliere la sabbia dai piedi.
In fretta cerco di insaponarmi le estremità quando ecco che all'improvviso l'acqua si interrompe in modo secco e inequivocabile.
Rimango inerte e mortificata ad osservarmi i piedi insaponati e insabbiati dopo che avevo oziato per tanto tempo dentro la cabina della doccia. E questo, che lo crediate o no, mi ha dato da pensare.
Che la vita è proprio come una doccia a gettoni : in certi momenti ti pare d'averne talmente a sufficienza tanto da farti rimanere sfaccendato a guardarti intorno fino a che all'improvviso ti devi mettere a correre per rimediare con il tempo che ti rimane.
Tempo decisamente insufficiente.
3 commenti:
gettoni gettoni gettoni...ormai si paga tutto
resto in attesa?
Una delle maggiori prerogative dell'uomo, ossia il suo essere soggetto dotato di progettualità, si esprime al meglio quando sa trarre il massimo del risultato dall'esiguità dei mezzi a disposizione...pensa un po', Anto, che razza di riflessione mi hanno fatto venire alla mente i tuoi piedi insaponati ed insabbiati :-)
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