Eh. Tesoro, come adoro i nostri periodici meeting per le vie della città chiacchierando con quella leggerezza disinvolta che ci può essere solo con gli amici più cari! Allora sciolgo gli ormeggi della mia nave da guerra e la conversazione si svolge a ruota libera senza più alcuna preoccupazione di difendermi. Ci muoviamo sfaccendati e distratti tra i negozi del centro saltando da un argomento all'altro, interrompendo il flusso delle parole per indicare un vestito in vetrina o per chiacchierare con un conoscente incontrato nella strada. Ma ieri, proprio ieri pomeriggio, mentre nel dehor del bar della piazzetta ci stavamo raccontando di tua madre, delle terapia che dovevi somministrarle, del tuo mal di schiena che non ti dava tregua, d'un tratto, trascinata con te in un altro tempo , ti ho chiesto: "Ma com'è che siamo passati a questi discorsi da vecchi? Quando è stato che le malattie, i disagi, i dolori hanno preso il posto delle cronache delle nostre notti di fuoco? "
Ricordi? Dicevi: " Lei mi fa di tutto" Ed io, petulante e giocosa, ti incitavo a scendere in particolari, a raccontarmi l'apologo di una favola bella! E quella volta, di un giorno pieno di neve che ci eravamo addentrati in una strada di sassi ed acqua per inseguire una tua storia d'amore? L'auto sobbalzava instabile e fumante pressata dalla nostra ostinazione, ma non ci eravamo arresi se non davanti allo spazzaneve che chiedeva il passaggio.
Eppure siamo ancora noi e non siamo affatto più saggi. Ma le voglie si sono impigrite, la curiosità non ci appartiene più. In questi giorni ricevo telefonate misteriose da un ambiguo sconosciuto. Un tempo sarebbe stato un divertente argomento di conversazione.
Adesso, seduti al bar del centro, ci limitiamo ad esultare per le pizzette calde che il cameriere ci posa sul tavolo.
1 commento:
Una amicizia proprio bella, Anto, ed un modo molto carino di raccontarla...
Bacini margherita :-)
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