venerdì 27 agosto 2010

LA CHIAVE


S’era messa a guardare le cose che la circondavano.
Si ricordava il tempo e l’impegno che aveva adoperato per realizzare tutto ciò che aveva. Ma era un ricordo accademico, da scolaretta zelante, non avvertiva più il senso e l’emozione. Ciò che vedeva non le piaceva affatto. S’accorse che il suo bisogno era diretto all'atto di comporre più che all'oggetto finito. Il giocattolo strutturato non le interessava. Viveva nell’energia del desiderio di costruire e manipolare l’istante, viveva succhiando profondamente la linfa dell’essenza che dipanava da lei , ma poi non si attardava a verificare l'effetto.

Mentre pensava questo, con il desiderio di aprire la porta e dirigersi altrove, le pareva all’improvviso che questa sua inclinazione non fosse giovevole. Sarebbe quindi stata in continuo pellegrinaggio con l’ansia d’avere non volendo ottenere davvero, non potendo avere mai soddisfacimento e senza fermarsi ad una vita sicura e costruttiva?

Lei lo sapeva. che la sua esistenza era protesa all’atto dell’eccitazione profonda della propria anima e solo attraverso l’impazienza del possesso avrebbe potuto elevare la sua canzone e essere presente alla sua vita confusa e libertaria. Per questo aspettava quell''incontro che era sempre un principiare il gioco e l'emozione. Un ricostruire daccapo come se nulla fosse stato raggiunto negli incontri precedenti. Per questo lei amava quei momenti. Per questo lei amava lui in modo viscerale. Così decise di non pensare più a niente. Subito non si mosse ma rimase seduta silenziosa e indifferente. Poi si alzò, si infilò il giaccone lentamente, afferrò le chiavi dell'auto sul mobile dell’ingresso. Quante volte lo aveva fatto? Quante volte era scappata? Scappare. Scappare. Allontanarsi senza poter spiegare, senza sapere dove andare di preciso.
Lei aprì la porta con l’animo ribelle e clandestino che le era consueto. Lei scese le scale senza far rumore. Lei andò via. Ma sapeva che lo avrebbe fatto anche dal luogo che l'attendeva.

14 commenti:

Gillipixel ha detto...

Due temi supremi, oserei dire Anto :-) L'impossibilità della fuga, perchè alla fin fine ci si ritrova sempre a fare i conti con se stessi: qualunque "altrove" ha sempre un solo nome: "io"; e poi l'inafferrabilità del desiderio che ci esalta solo fino a che lo sentiamo un metro sempre avanti a noi, e quando ne tocchiamo l'oggetto, tutto il senso che aveva svapora via...

In pratica: un'alternanza di fughe e tensioni...
In pratica: la vita :-)

Questo scritto lo definirei vertiginoso...è un complimento, veh :-)

Omero ha detto...

Ulisse vaga dieci anni prima di tornare a Itaca, la sua patria, la sua famiglia, perchè vuole conoscere, sapere, perchè si sente incompleto. Vuole varcare le colonne d'Ercole e andare verso l'ignoto seppure attratto dagli affetti. Come pure in questo caso: una lotta, un desiderio, per uscire dal raggio d'attrazione della calamita. Desiderio di completarsi, magari rischiando, magari commettendo errori, sempre apprendendo. Solo chi desidera scopre, solo che si sente incompleto vuole colmare le sue mancanze. Al diavolo coloro che si dicono sicuri di sè.

ANTONELLA ha detto...

Grazie Gillipixell. E' un po' la mia storia. Il desiderio non sopravvive alla pienezza. E' questo il guaio.

ANTONELLA ha detto...

@Omero: il punto è: ma ci sentiremo mai completi? Oppure si vivrà con questa stretta allo stomaco ( e non lo divco perchè è ora di mangiare) con questo senso di privazione, di povertà, di sottrazione di una pienezza che forse in qualche modi ci appartiene?

Fleeing ha detto...

Bè, il mio nick la dice lunga, della fuga ne ho fatto una seconda pelle.

E so bene quanto sia sbaglaito.
Lo so.
Lo so bene.

ANTONELLA ha detto...

Mah.. sul fatto che sia sbagliato non ne sono sicura. Diciamo che forse è necessario.Quindi inevitabile.

Paolo ha detto...

Una "gitana" dei sentimenti.
Mai nulla di scontato e di certo...
abitudinario,ripetitivo e consolidato ...
uno spirito giovane perennemente autostimolato e rinvigorito dal desiderio di possedere senza mai ottenere del tutto...
Un carattere forte ed indipendente... che necessita dei suoi spazi non comuni ad altri...
una donna che si può amare a condizione ... di amarla senza alcuna condizione...
senza l'obbligo di essere riamato o aspettarsi alcunchè ...
Sarei lusingato di essere l'oggetto dell'attenzione di una donna simile ...

Anonimo ha detto...

SONO IO?

Brigante ha detto...

vieni su fb?

ANTONELLA ha detto...

Ma Pà, può essere faticoso...

ANTONELLA ha detto...

Bella digiorno... siamo noi

ANTONELLA ha detto...

Raul Gaonzales, grazie sono andata a vedere i blog che mi consigli ed andrò ancora.

ANTONELLA ha detto...

@Brigante: ma ci siamo appena sentiti.....

Diego ha detto...

antonella già tornata da saturnia?