Non crediate. Anche se mi vedete ritratta in questa foto. L'ho fatta per voi che ogni tanto sbirciate in questo fantastico blog , luogo di memoria e di lode alla vita. Per farmi vedere che sono viva. Ci sono eh.
Ma non ho più la passione delle immagini. L'utilizzo del social face book , detta tra noi così tanto sopravvalutato, mi è servito per liberarmi dell'idea che l'immagine ci rappresenti.
Alla fine, ve lo dico sinceramente.
Io mi vedo più " vecchio saggio con barba e baffi. "
Mi vedo un vecchio saggio molto attraente. Alto magro, quasi rinsecchito. .
Mi sento un saggio molto maschio là dove " maschio" è sinonimo di " forza" e " coraggio" . Perchè, sappiate, per una femmina anche matura è molto più macchinoso riuscire a convincere della propria forza e determinazione.
La forza si fa forte per un 50 % della forza vera e propria e per il restante della capacità di millantare tale forza . Il risultato è una persona imbattibile.
Ecco: le femmine questo restante 50% se lo devono sudare il triplo di un uomo. Cosa c'entra questo? Niente
Sono ormai sfilacciata, sciolta, insomma , non ho pensieri conseguenziali . Si vede no? Ho deciso di assecondarmi in questo nuovo viaggio senza meta all'interno di una me completamente liberata.
Liberata da cosa direte voi? Oh beh, liberata dai pensieri appassionati, dalle speranze di un futuro agognato, dalle convinzioni sul bene ed il male così ostinate e sfacciatamente pretenziose.
Libera dalla convinzione di poter migliorare il mondo o me stessa o il quartiere o i miei amici, conoscenti o vicini di casa.
Mi appunto diligentemente pensieri sparsi alla rinfusa senza che vi sia alcun nesso tra uno e l'altro, Li ascolto attentamente, oh , non me li lascio mica sfuggire: mi appartengono . Li acchiappo , li macero, li consumo, li metto da parte. Sono puzzle confusi ma pronti ad essere interpretati , goduti all'occasione se ci sarà questa occasione.
Siamo in questo mondo per cosa?
Un' idea me la sono fatta.
Siamo qui per costruire e completare l'essenza variegata e splendida che siamo. Siamo qui a costruire l'evoluzione dell'anima dell'uomo.
Faccio la mia parte . Preziosa e laboriosa
Per questo prendo appunti. ed accolgo i segnali inspiegabili di questa esistenza paradossale.
La mia non è stata una afflizione rabbiosa, ostile che cerca un rimedio , che vuole la lotta per giungere ad un obbiettivo.
la mia è stata una afflizione prevista, annunciata da tempo e per questo accolta amichevolmente come un appuntamento dal dentista che ti cura il dente malato. Per stare meglio.
Quando dico agli altri che la nostra amicizia è finita alcuni alzano le spalle come fosse una cosa da nulla.
Mi dicono: " non ci pensare "
Infatti io non penso a te caro Ivano o all'ultima volta che ci siamo visti. Alla scenata che ti ho fatto , a come tu hai urlato, a come io ti ho scacciato , a come tu ti sei allontanato.
Quella scena ormai non ci apparteneva più. Eravamo già estranei, già diversi . Non eravamo più amici.
Tra la fine ufficiale di una amicizia trentennale come la nostra e la fine reale di questa amicizia scorre un periodo doloroso che come gioco maligno è costituito da vari livelli prima di giungere al suo epilogo.
Dapprima non ti accorgi della separatezza, della distanza , del vuoto che incombe tra il tuo cuore ed il suo, quello del tuo amico. E questo è il primo livello.
Ti dici : è sempre lui, quello di prima . E' vero , è cambiato , ma gli amici , oh gli amici si accettano sempre come sono , l'amico non si giudica , si vive , gli si sta al fianco.
Cazzate.
L'amico deve danzare con te sulla terra . E la nostra musica ormai si era spenta.
Eravamo stati nei campi di neve e non sentivamo freddo.
Ci eravamo arrampicati su sentieri dove nessuno aveva osato e , davvero, noi ridevamo.
Eravamo stati eroici. Eravamo stati banditi.
Eravamo stati battuti.
Tu, quando hai cambiato strada? o peggio, ti sei fermato?
Hai cominciato a credere che la vita era già stata tutta scoperta e che ora era arrivato il tempo di manipolarla.
Di inventarsi abilità e competenze ed esperienze che non ti servono mica. sai. Le esperienze esibite e inutilizzabili diventano patetiche e sfrontate.
Da qualche anno io ti vedevo. Soffrivo perchè non eri più il mio amico . La mia isola era stata risucchiata dall'oceano e niente valeva fingere di stendersi nella sua duna sabbiosa e calda.
Cosa è successo?
Forse nulla ed è proprio questo che ti ha convinto di sapere fare tutto e che quel tuo modo di vivere, il non vedere nulla fosse la vita stessa.
Non ascoltavi mai se non la tua voce ostinata.
Questo mi avrebbe distrutto. Dovevo andare. Forse avresti preferito incontrarmi come un passante qualsiasi al quale si da il passo dal panettiere?
La strada è impervia e ci vuole amore e coraggio.
Ci vuole speranza .
Ci vuole l'aspirazione al bene. i pensieri malevoli , gli intrighi , gli odi, le ostilità le dipendenze non fanno che perdere il sentiero .
Tutti noi ne abbiamo uno.
E' nostro.
Lo dobbiamo percorrere. Ed il tempo si fa stretto. Il sentiero si fa breve .
Non possiamo distrarci.
Così tu non eri più il mio vecchio amico da un bel po'.
Ma come fare a dirlo ad un estraneo ?
Così , quando , due settimane fa ce lo siamo detti, sai? davvero, non ho sentito nessun dolore.
Eri già andato via da tanto.
Quando ti ho visto andar via tirandomi degli insulti a casaccio , ho provato sollievo.
Proprio perchè non avevi capito niente anche per questa ultima volta .
Sono partita l'altra settimana per quella casa che considero il luogo dove la mia anima può muoversi liberamente : la Toscana.
Sono partita, appunto, dicevo, vestita da ufficio con le scarpe e borsa piena di cose da città.
I pantaloni neri lunghi la maglietta a tre quarti di maniche e una giacchina lunga sempre nera .
A metà viaggio avevo già arrotolato i pantaloni e nella maglietta avevo fatto un nodo per accorciarla..
la giacca rimase arrotolata nel sedile posteriore.
I miei viaggi sono altro che turismo anche se attraverso le colline e visito le chiese con l'attenzione gioviale del turista.
Ma so che sto cercando soprattutto di riprendere il discorso interrotto con me stessa.
me stessa, sì, perchè Non parlo più di demone . Ormai lui,il demone, è diventato tutt'uno con me e non distinguo più i momenti eroici da quelli consueti.
Credo che dopo una certa età tutto ciò che si fa diventa eroico.
Persino rispondere ad un " buongiorno" perchè in certi casi ho rinunciato a farlo.
Non cerco di convincere nessuno. Caso mai cerco di allontanarmi da chi di primo acchito non mi convince affatto.
Ho perso tempo a cercare di cambiare e persino di innamorarmi di chi volevo a tutti costi cambiare. Che ingenua presunzione. Che viaggio fallimentare .
In questi mesi, ostinatamente, devo dire, mi sono interessata della politica locale.
Il termine " politica locale" mi ha ingannato non poco. Credevo che nella politica locale , la politica ,appunto , si muovesse diversamente da come la " grande " politica Nazionale ed internazionale tesseva le sue reti di relazioni e collusioni.
Invece mi sbagliavo. Ci ho messo un "circa dieci mesi" a capirlo , ma quando l'ho capito è stato per me liberatorio.
Basta.
Ho tralasciato in quei dieci mesi ,una creatura splendida , pulsante, silenziosa ma tenace e paziente ossia me.
Basta, Riprendo ad occuparmene.
La liberazione è stata data dalla possibilità di non ascoltare e non parlare con persone che non mi stavano dando nulla, ma anzi succhiavano avidamente la poca energia restatami.
La mia prima operazione è stata liberarmi di costoro.
Ci ho messo dieci minuti.
E poi ci ho messo un po' di più ad allontanarmi da un amico fraterno con cui non avevamo in comune che il passato eroico dei giovani che eravamo stati.
Lui si è trasformato in un bisbetico sessantenne che vive in simbiosi con la vecchia madre e tratta le donne ,giustamente data la sua situazione, come delle puttane di alto borgo, ossia come se non le pagasse e loro lo amassero.
Questo era talmente lontano da me che non mi faceva bene.
E' vero: giovanissima io , 16 anni e giovanissimo lui 25 anni eravamo stati simili , coraggiosi , curiosi , ma ormai non c'era rimasto nulla di quello e staccarmi da lui è stato doveroso.
Non ho sofferto. La vita si muove e la nostra si era mossa in direzionì opposte non ci restava altro che prenderne atto.
Da quel viaggio verso la Toscana sono rientrata , ma non ho cambiato le vesti del viaggiatore.
Ho un abbigliamento di chi non ha ancora finito il suo viaggio: scarpe infradito, veste marina e scialletto per il vento serale. e questo mi consola assai.
Nella politica troviamo le persone più nefande della terra. E quelle più nefande sono quelle che occupano funzioni di rilievo.
Come fanno ad essere proprio loro quelle ad occupare posti di potere ?
Le persone per bene non amano mendicare voti. Per prima cosa.
Non vanno di porta in porta promettendo posti di lavoro perchè , al di là del fatto che non sarebbe giusto, perchè al lavoro ci si dovrebbe approcciare in base alla propria competenza e preparazione individuale e non in base ai favori ricevuti, perchè non è sicuramente risolvendo il problema di un singolo che potremo cambiare una città.
La politica dovrebbe guardare al collettivo. Non si rinasce senza una politica rivolta all'intero territorio che risolva l'economia nel suo insieme.
Gli abitanti della città di Valenza, diciamolo,và, hanno votato non per la città, ma per gli amici ed i parenti che in massa si sono presentati alle urne quali candidati.
Questo sistema delle coalizioni , che da una parte vorrebbe preservare la democrazia, dall'altra lascia spazio agli accordi pelosi, quelli incentrati sulla spartizione di poltrone anzichè sui programmi e la selezione di persone degne e preparate a governare.
Il popolo valenzano ha sbagliato.
Ma per dirla ancora meglio è la legge che obbliga alla commistione, all'intrigo, alla spartizione di quote e di poltrone.
Dieci seggi alla maggioranza , sei seggi alla minoranza. Più liste fanno coalizione meglio è per le poltrone.
La coalizione e l'apparentamento fanno in modo che coloro che votano siano considerati come un'ameba amorfa trascinata di qua e di là da chissà quale canto di sirena ingannatore e fallace.
Non siamo elettori: diventiamo pubblico acclamante.
I programmi nessuno li nomina. Chi li conosce davvero? Se un programma vale l'altro perchè allora sette liste?
A Valenza , dopo che la Giunta Cassano ad una settimana dalla competizione elettorale , revoca le deleghe alla Lega Nord sia all'interno dell'amminstrazione che all'interno della società partecipata AMV ecco che per un perverso gioco delle parti e per necessità elettorale ritorna sui suoi passi e si allea con le stesse persone che aveva appena scacciato, persino denunciato alla Procura, almeno su dichiarazione del segretario/ commissario di Forza Italia nonchè assessore al bilancio della nostra città.
Dal canto suo il PD aveva già aggregato persone come Salvatore Di Carmelo di SEL ex assessore del centro sinistra nel 2005/2010 ( conosciuto per le sue performance pre- elettorali di incatenamenti a cancellate ospedaliere ( che nulla ebbero mai a portare alla causa del nostro ospedale) con altre attività similarie ( che niente di produttivo e positivo portarono alla nostra città se non dilettevoli dibattiti nei bar tra una birretta ed un aperitivo) ed aveva aggregato persone come un ex dirigente del nostro Comune che fu, tra le altre sue attività , l'artefice delle mie tristi vicende di trasferimento repentino e mal giustificato che fu risolto anche grazie alla stampa ed all'intervento del web a mio favore.
Per quanto riguarda la mia esperienza politica con il Movimento Indipendente Valenza Civica , ho compreso come sia difficile per molte persone riuscire a ragionare in termini di " gruppo" di " comunità" di " squadra".
Sembra sempre, che per certe persone, ci sia bisogno di un leader maximo salvo poi poterlo contestare quando alla fine questi cerca di dare una linea politica costante e coerente. Si considera la democrazia una sorta di lasciapassare per una libertà totale ed individuale.
Credo che non riuscire a lavorare in squadra sia un problema comune a tutta la politica proprio perchè nella politica si trascura , volutamente , la questione morale ossia l'urgenza di dotare tutte le organizzazioni politiche di un indirizzo morale fatto di regole integerrime, dalle quali non si possa mai trasgredire pena l'esclusione a vita dalla vita politica.
Ma chi vuole veramente questo?
Non i partiti e nemmeno i movimenti o liste civiche o che dir si voglia, che sono alla fine la cattiva copia delle potenti organizzazioni elitarie solo dai nomi più altisonanti .
Non i cittadini che non riconoscono le istituzioni se non come organo che punisce e tassa e da cui difendersi e per questo a cui rivolgersi solo attraverso amici e raccomandazioni.
Non le imprese che possono chiedere favori e possono ricattare le organizzazioni partitiche e nemmeno gli organi di giustizia che, sotto organico e inadeguati in termini di strumentazione e mezzi, gestiscono leggi decise da coloro i quali intendono violarle. Ostaggi di depenalizzazioni e prescrizioni.
I due candidati Barbero e Cassano, entrambe brave persone , niente da dire, non sono che pedine di un sistema più grande di loro e più grande persino del sistema stesso.
Come poter pensare ad una scelta che non sceglie ma subisce ?
Mi sto dilaniando per un voto che non servirà perchè sono i meccanismi che non permettono la realizzazione di un vera partecipazione e coinvolgimento popolare.
Per quanto mi riguarda penso che gran parte di quello che ho fatto cercando di dare un ruolo nelle istituzioni ai cittadini non sia servito .
Anzi, forse mi ha fatto realizzare che prima di tutto ( ossia prima di far entrare i cittadini nelle istituzioni) sia necessario la formazione, l'educazione all'approccio con la democrazia, quella vera, quella fatta di concreta partecipazione che significa impegno, attenzione, confronto e studio di norme, di leggi di programmi.)
La politica dovrebbe contenere in se la necessità di formare alla politica ossia chi vuole far politica dovrebbe porsi come colui che deve andare a scuola mica come quello che vuol giocare al ballo della scopa che corre ad occupare la sedia appena finisce la musica!
Sto riflettendo. Ma datemi qualche anno, ancora. In un settimana non ce la faccio.
Come sarebbe bello se, fino a che non migliora la qualità della politica, facessimo a meno di chi vuole gestire proprio questa di politica!