
C'era stato come il velo di Maya che aveva oscurato e intorpidito la sua coscienza, o meglio la sua percezione. Ma cos'altro poteva averla fatta agire se non una potente illusione ? Perchè la conoscenza, come dice Nietzsche, uccide l'azione e la paralizza nel dubbio e nell'incertezza. Invece per muoversi speditamente e trasognatamente si deve "immaginare. "
Si deve trasfigurare. Si deve equivocare. Dunque: l'occasione era stato un cenno leggero

a cui aveva dato un valore ingiustificato. ma non c'era affatto , o meglio, era mediocre, ridondante di convenzionalità prestabilite, non acquisite ed elaborate, ma pedestramente memorizzate, scimmiottate, recitate. Un soliloquio sprovveduto. Eppure non c'era stato alcun inganno se non quello derivato da se stessa che aveva ascoltato le voci dell'anima confuse coi suoi pensieri malevoli e quasi mefistofelici. Non era nulla, SE NON il moto del suo spirito che tesseva e districava senza alcuna ragione matasse e grovigli artefatti. Lei pensava assorta e sconsolata sino a che vide il suo camper appena acquistato. Lo trovò bellissimo. Cominciò a visitarlo accuratamente. e mentre guardava e tastava i piccoli mobili in legno chiaro e il letto grande dell'abitacolo e la cucina e il pavimento e tutto, tutto quello che c'era intorno, mentre lei ammirava tutto questo senza sosta e senza respiro si accorse di come fosse, il resto, un gioco risolto, un atto in "mala - fede ", una distrazione lacerante, un fraintendimento dell'anima solitaria. Si distese gioiosa nel materasso arancione.
Domani sarebbe partita per la Toscana con il suo amato camper.
A presto, cari.