
Il sentiero di montagna era stretto e camminavamo in fila indiana. Avevo uno zaino pesante ed ero stanchissima. Non parlavamo. Nel silenzio i grilli e gli insetti cantavano. Eri davanti a me e io seguivo esattamente le impronte dei tuoi passi . I tuoi scarponi erano un riferimento. Io pensavo a quando ci saremmo fermati. Con gli altri avremmo mangiato. Tu eri dolcissimo ed io ti amavo. Non sapevo che non sarebbe stato per sempre. La luce si infiltrava tra le fronde numerose e l'erba sotto i piedi si piegava docile ad ogni pressione del mio piede. Di lì a poco avremmo trovato una cascina isolata. Avremmo mangiato ed ascoltato i Genesis. Tu eri dolcissimo ed io ti amavo molto. Avremmo posato gli zaini, avremmo parlato di musica, avremmo riso e giocato nell'erba. Alcuni avrebbero subito dormito . Avremmo diviso tutti insieme il letto a due piazze. I suoni dei campi riecheggavano tutto intorno. A gambe incrociate nel prato credevo che sarebbe durato per sempre. Io ti scattavo tante fotografie. Tu ridevi felice. Le montagne ci appartenevano: eravamo gli esploratori, i guerrieri, gli indigeni di quella valle amica. Il sole sarebbe tramontato ed il buio ci avrebbe avvolto serenamente tra i canti e le risa. Non c'erano ombre oltre il sentiero. Non c'erano minacce che avrebbero potuto intimorirci. Eravamo i conquistatori di quella laguna agreste. Eravamo i pionieri.