domenica 30 giugno 2013

SE RILANCIAMO LA VERITA' E' MEGLIO !!




Episodi recenti di futile censura e di prorompente divulgazione di notizie PROPAGANDISTICHE   mi hanno fatto meditare sulla questione della comunicazione intesa nel suo significato più nobile che sarebbe la " trasmissione della verità
Il mondo in cui viviamo non è affatto silente.
Ci invade di informazioni, di immagini, di episodi. Continuamente. Ci racconta di qualità, di valori , di vittorie e di  eroiche gesta che ci pare , a volte di essere in mezzo alla storia come protagonisti attivi e informati al dettaglio.
Ma non è detto. Perchè l'informazione, per essere utile , per non  tenere il cittadino all'oscuro e quindi oggetto e schiavo della notizia , deve  scaturire da fatti reali .
E come facciamo a sapere , quindi , se un fatto è vero oppure è propaganda, è mistificazione o  è inganno?
Per poter quindi essere il più possibile attendibile , una comunicazione deve essere il risultato di un  confronto aperto tra  versioni contrapposte , ma dinamiche e leali.
La verità per essere tale , deve poter essere analizzata, sviscerata, contestata e condivisa autenticamente.
Dunque:  diffidiamo di chi allontana il confronto per un concetto confuso di pacificazione,  sciorinando  nel contempo una sua verità come dogma a cui non si può porre critiche e approfondimenti.

Quella , vi assicuro non è verità.

Non è necessario essere un governo totalitario per tenere all'oscuro il cittadino.
Non è necessario  neppure razionalizzare le informazioni.
Anzi. Chi mistifica la realtà è sempre ridondante di  notizie  , di grande parate , di foto celebrative, perchè si sente  unico  detentore della verità e cerca di saturare  l'informazione con la rappresentazione eclatante  della sua versione.
Non solo :  recepisce  l' analisi alternativa dei fatti come una minaccia alla sua verità e vi si ribella  attraverso  censure e accuse di " gravi  provocazioni" 
Ma la verità non ha paura di essere provocata, la verità ama essere scovata e rivelata . 
La verità vuole essere nuda, non ha paura di mostrarsi. Non ha bisogno di imporsi, perchè sa come convincere. 


La verità non ha bisogno di essere VEROSIMILE per essere vera per questo non ha bisogno di autorità per essere autorevole.

Una verità non può essere isolata, ma deve essere portata in mezzo alla gente, strattonata, sfilettata e nello stesso tempo dilatata e sviscerata   attraverso tutte le sue sfaccettature.
Deve poter essere criticata e anche invisa,  pure non accettata , ma lo stesso  se è vera sarà in grado di rimanere salda e inattaccabile.
La verità non ha paura della polemica perchè ha le doti per renderla inoffensiva. Non ha paura delle parole perchè il percorso del linguaggio ha come traguardo il suo raggiungimento, non è vero,  come pensano alcuni , che le parole siano una sorta di gioco dialettico per dar lustro alla menzogna  ravvivandone l' immagine.  
La verità non si sgonfia se attaccata, ma si rafforza  raccontando se stessa perchè la verità non si contraddice, ma anzi trova in se' la coerenza dele gesto che l'ha originata.
I giornali, i nuovi mezzi di informazione ( net work  blog ecc.)  raccontano la verità?
Non lo so. Perchè di volta in volta sta a noi rivelarla, condividerla . parteciparla. Allora se sopravvive alla critica, allo scontro, alla confutazione , all'incontro con la stessa notizia raccontata in modo diverso , possiamo individuarne il  suo valore e la sua forza.
Una fluente  pioggia di parole non sarà convincente se non permetterà la contaminazione pubblica.

E quella necessita di tempo e di parole diverse da  quelle di chi ha cantato per primo la sua verità credendola unica e attendibile.
Attenzione dunque: l'individuazione della verità è un lavoro lungo ed osteggiato da chi soprattutto brama poteri sulle persone e sulle città. Non è sempre facile riconoscerli perchè spesso si spacciano per " salvatori " di popoli e  decantano i sacrifici che fanno per la comunità ( mi alzo presto , lavoro  dall'alba al tramonto, dormo solo 3 ore a notte ecc. ecc)
MA MANCANO DI TENSIONE MORALE, DI EDUCAZIONE SOCIALE, DI RISPETTO PER  CHI LA PENSA DIVERSAMENTE. A LUNGO ANDARE SI PERDERANNO  NEI PERCORSI TORTUOSI DEL LORO STESSO INGANNO.



martedì 25 giugno 2013

IL CAMMINO DEI DIRITTI E LA DIFFICILE IDEA DELLO STATO SOCIALE



Quando parliamo di diritti qualcheduno che ha in mano la gestione della cosa pubblica scambia il loro significato per "disponibilità ad offrire" ma  "il diritto" è un requisito che  spetta alla persona nel momento in cui viene al mondo. il diritto alla salute, alla nutrizione, alla dignità, ad un'esistenza adeguata.

I DIRITTI DIVENGONO CONCESSIONI quando chi governa non li conosce e quando gli stessi aventi diritto non sanno CHE i diritti  GLI DEVONO  ESSERE GARANTITI e che non appartengono  per volere divino ad una minoranza di privilegiati, ma sono ciò che rende l'essere umano di pari dignità verso chi ha l'obbligo di metterli in atto, OSSIA CHI AMMINISTRA LO STATO E LE CITTA'.

Sappiamo che chi fa politica, vale a dire chi amministra, non ha spesso neppure l'idea di maneggiare i diritti degli altri e se li consuma tra le mani come palloncini pieni di aria, sottrae loro il PROFONDO VALORE CHE EMANANO, la  carica universale  che  li rende indistruttibili, non li rispetta per primo svuotandoli dei loro contenuti veri e li snatura cambiando loro il nome.  
 Si trasformano, quindi, non più  in "diritti" ma divengono :
 "beneficenza", "benevolenza", "solidarietà", sono alla fine  "regalie" da parte della politica e del politico in particolare che nasconde l'incapacità ad attuare un piano concreto di osservanza  dei diritti e si muove solo attraverso iniziative facilmente confuse con la carità.
 Chi più dello Stato deve rispettare i diritti, divulgarli, diffonderli e riconoscerli?
Il diritto alla salute, il diritto fondamentale di essere libero dalla fame come recita l'art. 25 della Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo?
Il diritto alla dignità di persona  debole come può esserlo un bambino, una donna, un disabile, un indigente?
Ma per questo occorre un'educazione personale, una disponbilità morale a riconoscere gli altri  con gli stessi  PROPRI diritti, di uguale valore, di pari dignità.
Solo in questo modo possiamo farci contaminare dalle diversità, non emarginarle, non differenziarle, non accantonarle, SOPRATTUTTO OGGI  CHE SIAMO  COSI'  COLPITI DA UNA CRISI ECONOMICA E SVILITI DA UN MALCOSTUME DIVENTATO ORMAI IL NUOVO SISTEMA DI INTERVENTO  SOCIALE.
 Per molti è difficile comprendere che non si lavora sulla giusta acquisizione dei diritti con un'impostazione paternalista, ma attraverso la convinzione della necessità urgente di renderci  tutti esseri umani alla pari davanti alle difficoltà ed ai bisogni.

Se governo non regalo, ma restituisco.

Gli inabili e gli indigenti hanno diritto ad avere assistenza: questo è il compito precipuo di una pubblica amministrazione che si occupa di welfare.
I risultati si misurano attraverso il miglioramento reale delle condizioni socio/economiche delle fasce deboli della popolazione, non attraverso immagini di feste modaiole, nè con iniziative che invece di eliminare le diversità le rendono ancor più evidenti senza per altro rimuovere le difficoltà che da queste insorgono.

Le  attività di beneficenza  ci stanno  anche, ci sono le associazioni private che se ne preoccupano e non si finirà mai di ringraziarle ma lo Stato, l'Ente pubblico, non può fare beneficienza; lo Stato ha il dovere di erogare  servizi di assistenza costanti e continui, deve predisporre un piano strategico  che preveda l'investimento di risorse umane ed economiche verso chi ha  necessità  e diritto ai servizi. 
E soprattutto non deve permettere di mettere in risalto le difficoltà anche se lo fa con l'animo magnanimo di chi "offre" aiuto.
Il diritto è una condizione umana NON è un obolo.

NON SONO DUNQUE FINITI I TEMPI DELLE CAROZZE  DA DOVE I NOBILI GETTAVANO MELE E MONETE COME ELEMOSINA?

mercoledì 12 giugno 2013

LA POLITICA CHE PROMUOVE SE STESSA

Essere morale, essere etico significa obbedire ad una Legge che si sente propria e che di solito  si instaura dentro di noi sin dall'infanzia tanto da divenire  un flusso naturale della propri anima.
In questo tempo abbiamo visto sia a livello politico che sociale uno sgretolamento della legge morale  che credevo indistruttibile. Ho visto persone vicino a me mentire senza pudore, vanagloriarsi e commettere azioni   a dir poco  imbarazzanti
Mi chiedevo: " Ma non si vergognano? "
Aprivo il giornale a volte e mi pareva  tutto mostruosamente ridicolo sia i volti che  le storie raccontate.

Nietzsche diceva : "  l'uomo agisce in base al proprio metro delle cose e degli uomini. Egli  stesso determina per se' e per gli altri cosa sia onorevole, che cosa è utile e ben fatto. E' chiaro che un individuo rozzo, incivile, non educato ai nobili principi lo intenderà nel modo più rozzo. "
 Mi è capitato di essermi scandalizzata . Di aver detto: " Ma possibile che non vedete? "
Credo  proprio che non vedevano.
Perchè  in quelle azioni non c'era la cultura al sociale, perchè c'era solo la spinta alla personale visibilità ed anche una inconsapevolezza della vita pura dove davvero chi è debole non deve essere "graziato" , ma deve avere il diritto ad una vita di dignità e di rispetto e chi governa non ha il privilegio di decidere, ma il "dovere"  di agire. Tutto il resto non mi interessa. Sono francamente stanca.
Voi pensate che stia  farneticando.
Ma credo anche che i danni della gestione  politica sia tutta qua: nel " non vedere" nel " non immaginare" una società con altri principi che non siano di " elargizioni del potente verso il debole,  che non sia di distanza siderale tra le genti. Che invece  sia di partecipazione reale, di ascolto reale, di mani negli steccati , di attenzione irreprensibile.  . La politica senza la modulazione della virtù è solo merda. Neppure la competenza è sufficiente. Chi sa organizzarsi in piani di azioni sa anche essere un ladro provetto se è privo  del richiamo della virtù che lo guida alla purezza dell'azione ed alla forza della verità.
Vi invito a non raccontarci di voi e di quanto siete stanchi e di quanto eravate carini da bambini  che tanto   noi ce ne freghiamo. Imparate ad ascoltare noi che soffriamo , del territorio che attende azioni, provvedimenti e soluzioni.
Carta straccia quella che non informa , ma incensa, quella che non comunica ma promuove .

domenica 2 giugno 2013

CONCORSO PER TITOLI , ESAMI ( ED ATTITUDINI )




Scrivo un po’ avvilita, devo confessarlo.
Non riesco più ad accendere il televisore.
Sento la nostra Italia così indifesa e violata  da farmela amare più che mai.
La politica mi inquieta.
Abbiamo avuto i cosidetti “ saggi” che per un bel po’ di tempo hanno lavorato a cosa  non l'abbiamo ancora capito e quindi ancora il governo Letta che da un bel po’ di mesi sta lavorando a cosa ancora non si capisce  e ripropone ancora una ulteriore  sfilata di vecchi saggi.  


 Ci si aspettava una nuova legge elettorale, una riforma vera che potesse rimediare ai danni della Legge Fornero che ha portato maggiore precarietà chiamandola flessibilità. Invece no.
Si gingillano con la nuova idea del presidenzialismo come fosse il primo problema che gli italiani si stavano ponendo tutte le mattine con il caffè.  Infatti ci chiedevamo " Ma quando lo faranno mai queste norme per poter votare il presidente della repubblica? Non vediamo l’ora."  Mica ci chiediamo se i nostri figli (  magari laureati ed oltre)  troveranno lavoro, macchè. Noi si pensa sempre a questa storia del presidenzialismo. 

Nel mio piccolo sono avvilita.

La classe politica non ascolta il bisogno delle persone e quindi non può rispondere.

Vi sono persone, lo abbiamo ripetuto non so quanto ,  senza più stipendio,  senza casa, i nostri ragazzi senza un futuro è vero, sono  protetti e tutelati va bene, da noi genitori.
 Il punto è che si è interrotto , ed ora è più evidente che mai, il dialogo con chi ci amministra.

Ma questo non ci giustificherà ugualmente se seguiremo facili guru della comunicazione di massa solo perchè sanno far battute e poi ormai neppure troppo divertenti....

Non abbiamo già  creduto più di una volta  nell’uomo forte e miracoloso?

Non abbiamo forse constatato che l’incompetenza non alberga solo nella cosidetta casta, ma anche putroppo nei volti e negli atteggiamenti di persone scelte senza alcuna selezione se non la fedeltà cieca ai dogmi mai discussi e mai votati, ma appresi come tavole della legge?

Lo Stato è nostro. La città è nostra. Io non accetto che si insultino le istituzioni che sono altro da coloro che li rappresentano. Sono stanca del vituperio e le fanculate che si registrano ogni qualvolta qualcuno esprime una opinione diversa dagli altri. E questo ormai capita sia nelle tivvù che nel web dove sembra assolutamente ininfluente il fatto di non essere competente sull’argomento per avere il diritto di sproloquiare sia che si tratti dell’omicidio di Rossi Maria sia che si tratti della costruzione di un ponte levatoio.

E’ chiaro ormai che l’ex comico genovese, affatto esperto in gestione della pubblica amministrazione, vuole decidere insieme a Casaleggio su cosa devono dire e fare i loro adepti . E questo si respira ad ogni loro intervento in video quando pare davvero che stiano recitando un copione a soggetto senza alcuna inflessione di voce o di incertezza che possa dare il grado di una elaborazione mentale sentita e ragionata.
Certamente  la loro presenza è nata da una reale necessità di cambiamento ma ,  rendiamoci conto che non sono i titolari della speranza di una nuova politica,  della lotta alle speculazioni ed ai ladrocinii e che non abbiamo  bisogno, per portare alla luce un vero cambiamento, dell’ennesimo guru che non si può contraddire .

Vorrei che infine riuscissimo a convincerci che il lavoro migliore è il lavoro di squadra, che le cose cambieranno quando ci sarà  una reale selezione della classe dirigente e che la competenza non è rappresentata solo dal fatidico pezzo di carta col titolo dottore ( per riparare il lavandino che me ne faccio di un dottore?) ma della reale capacità, conoscenza, esperienza e disponibilità al confronto e alla  concertazione  che ci tenga lontani dalla deriva dei pensieri unici ed univoci.

Se amministrassi una città vorrei al mio fianco, per esempio nel settore delle manifestazioni, un settore che conosco bene,  una persona che abbia lavorato nel campo degli eventi, che ne abbia realizzati di successo, in grado di lavorare in gruppo senza l’arroganza ed il pressapochismo di chi non si è mai sporcato le mani e non sa davvero ( non per cattiveria, ma proprio per ignoranza)  che da soli non si costruisce nulla . o PEGGIO.
Insomma sarebbe il massimo un bel concorso per titoli , esami ed attitudini per potersi occupare della cosa pubblica.