giovedì 29 novembre 2012

QUANTO MANCA E QUANTO MANCHERA'









Avviso.  Questo post sarà una specie di  rigurgito velenoso. Un sorta di  residuo intestinale post influenza aviaria .
 Perché sono incazzata a livelli stratosferici.

 Mi sono appena tolto di dosso un ragnetto malefico che si arrampicava nel mio blog a caccia di vermetti succulenti  quando ecco che  spuntano,  tra le serrande di una fabbrica in disuso, fiammelle mefistofeliche di un vecchio diavolo neppure povero, ma probabilmente ”faccendieresfaccendato” che si è messo a  raccontare di me  con persone che naturalmente me lo sono venute a riferirlo.

Precisiamo: lui non mi conosce. Io non l’ho mai visto   questo virgulto di solerte buon gusto,   nè è così famoso  perchè io avessi potuto sentir parlare di lui. 
Sicuramente se l’avessi visto l’avrei trovato troppo piccolo e troppo tronfio, ma non lo conosco ed allora lo immaginerò in modo migliore di come  sarà davvero. Ossia uno stronzo . Sarà  Ricco? Probabilmente fa parte ormai di quella razza che “ guadagnavo tanto  da far diventare  mio figlio dutur ma ora governo ladro non riesco a mettere la benzina nel mio jaguar “
Il tipo dovrebbe essere suppergiù questo.
 E se mi leggi , vecchio della malora dal naso raggrinzito e dalle spalle troppo strette , leggiti questo che ti scrivo ora.
Questo essere improponibile ha detto che sono una: 
 “ esibizionista. “
E cominciamo da qui .
Io  non  sono esibizionista  ma tu  sei un guardone viscido e orripilante.
Ho organizzato una cinquantina  di eventi e non sono mai salita sul palco malgrado avessi potuto inserire in scaletta la mia prorompente presenza in loco se  solo lo avessi voluto dato che il programma , guarda caso ,  lo facevo io.
Altro che esibizionista, caso mai "schiva" sarebbe il termine adatto , se proprio vogliamo trovarmi un difetto.   
Invece niente, pezzo di merda che sei. Non mi esibisco davanti a te.
 Io preferisco accucciarmi tra i fogli virtuali di un blog  oscuro e duro che si nasconde  dietro l’angolo  e che non si trova e non si legge se non lo  si va a cercare maniacalmente  come fanno i miei appassionati lettori ed anche quelli stronzi come te che  invece di stare al banchetto a cercare di cavar qualcosa di produttivo, “ ravanano”  con le loro dita avvizzite e smagrite tra i tasti del computer  “residuato bellico”   per trovare invece gli  annieroici che ti  hanno già  abbandonato da un bel po’.

Dice: "scrive nel suo blog durante le ore di ufficio". 
Ma vieni a dirmelo di persona , piccolo e curvo essere dalla bava lebbrosa !  se riesci a trovare il coraggio innanzitutto di presentarti “ buongiorno sono il tal dei tali e penso spesso cosa fa durante le ore di ufficio”.

Ed  ora , rampicante scorpione senza più cosa dritta, ora immaginati invece quando effettivamente scrivo nel mio blog che tanto ti preme e ti spreme ( immagino)
 scrivo Di notte.
Sappilo.
Scrivo la  notte dopo aver fatto l’amore . Senti un po’.
E  senza neppure andare a farmi il bidè… . 
Questo particolare  dovrebbe farti ancora più effetto che immaginarmi seduta alla algida scrivania di un ufficio che brilla solo per la mia presenza.

Terza illazione: Sono un' opportunista. Sono un' opportunista, testuali parole : “perché sto con la Lega.”
Scemo: non sto con la Lega.
Ma precisamente : non stavo con il PD . Non ho mai dato segni di stare con il PD. Benchè ho un  affetto materno per il PD.  Pover  Fanciot.
Non ho mai preso la tessera Lega nord.
Ma  apprezzo qualche suo militante. E te lo dico senza che tu debba aver nessun motivo per saperlo. Tu non sai nulla di me e parli di me. Sei malato.
Dovrei dirti di  prestare questo tuo occhio malato e melenso  alla tua famiglia che  pare, da voci di corridoio, che abbia proprio bisogno di attenzione oltre che di “sghei” che elargisci per puro senso colpa. E sai, brutto ceffo, cosa significa  “ essere opportunista”? Agire per cercare dei profitti personali , cioè quello che magari facevi tu , comunista arricchito e frodatore del fisco, evasore a tempo pieno  , tu ; che magari giravi con i gioielli senza fattura. Fai parte, presumo , del modo d'essere di una vecchia nomenclatura orafa che era convinta di poter raggirare tutti e guadagnare un mucchio di soldi alla faccia della nazione intera , quelli che lavoravano sempre in competizione con gli altri,   quelli che rubavano  modelli accusando gli altri di farlo e che hanno portato l ' artigianato orafo a questo sfacelo, perchè non avete voluto collaborare, confrontarvi, associarvi  e vivere con un po' di umiltà e di umanità.  E soprattutto avete vissuto con la presunzione che la pista dell'oro sarebbe stata per sempre e solo a vostra disposizione. Non avete pianificato un minimo di politica a tutela e a promozione del lavoro convinti di essere immortali super eroi. 

Invece le mie esternazioni, guarda un po’ , sono dettate solo dal senso di  attaccamento, di giustizia  e di amore che sento per la mia città anche se un abitante del cazzo come te mi toglie qualche pezzettino di spinta emotiva e mi fa venire voglia di emigrare in una regione dove gli idioti siano banditi. 
Ed last but non least: “Mio marito fa tutto quello che voglio.”
E lo racconti come fosse un difetto.
Mica sono tutti lì a batter figa senza pensare alla moglie   come probabilmente vantavi nei tuoi anni di contrabbandiere millantato e millantante.
Forse ti da fastidio che , sebbene non salga sui palchi della città. Sebbene non guadagni che pochi soldini  e sia attaccata e vilipesa ,  mantenga, ugualmente  una posizione rispettabile di persona onesta e affidabile  che non la da via né a pagamento e neppure per il gusto di farlo , che non mi prostro e non mi posto   davanti ai potenti ed agli arricchiti e soprattutto che benchè tu mi conosca  e insegui la mia immagine tu per me sei come non fossi mai esistito al mondo e di fatti, via diciamolo, in fondo è così. 
Sei un nulla con la macchina blu.  Invisibile ed inservibile. 
Ora che ti ho fanculato ti sto già dimenticando.

sabato 24 novembre 2012

UN TEMPO CHE NON C'E' PIU'





Settimana di lutti, di tristezza sorda e pesante. 
 Un mio collega è morto.
 Da solo. 
Nella sua casa, un posto dove passava pochissimo tempo. Tra tutto il tempo dedicato alle cose che più gli piacevano, il caso ha voluto incontrarlo in solitudine , nel luogo che forse meno lo rappresentava. 
In questi giorni, come è di circostanza, si è parlato tanto del mio collega, per lo più delle sue competenze professionali e della sua disponibilità a rispondere alle richieste dell'utenza sia che fosse composta da colleghi sia che fosse composta da cittadini ed associazioni. 
Ma questo, voglio dirlo, non mi conforta.
Il lavoro va fatto bene e "farlo bene" non è una prerogativa , ma un dovere. 
Tutti  dovremmo lavorare con professionalità e competenza e non mi piace che sia questo un motivo per  ricordare ed apprezzare una persona che ci è stata accanto.

 Fabrizio era bravo e disponibile  nel suo lavoro , ma non sono certo queste le caratteristiche che lo distinguevano dagli altri colleghi. Quello che più ha reso  unico Fabrizio è stata la sua semplicità. Fabrizio era un uomo semplice , radicato uniformemente nella sua amata città, Valenza, la viveva totalmente con una naturalezza ed una generosità nel concedersi ad essa che non ho riscontrato in nessuno altro. 


Fabrizio era un uomo semplice , di quella semplicità priva di logoranti " perchè" , lontana dall'eroica aspirazione di emergere presente spesso negli individui che si incontrano nei luoghi di lavoro.  Era un uomo del paese e come tale forse apparteneva soprattutto al paese. Spesso mi capitava di incontrarlo passeggiare per le vie da solo , quasi a volersi identificare con la città  tutta e non  con qualche legame  in particolare. 


E amava il suo lavoro in modo viscerale. 
Ma questo suo lavoro , alla fine , cosa gli ha dato?  
Negli enti pubblici , che tu sia bravo o meno non diventa determinante. Hai la tua qualifica  permanente e, a meno che tu non abbia qualche santo particolare, con quella procedi la tua carriera vita natural durante. 
Il riconoscimento si risolve in una pacca sulla spalla quando va bene e quando va male in un trasferimento repentino a mansioni  del tutto diverse da quelle di cui sei stato competente.
Oh, non badate alle mie chiacchiere da blog trascurato e offeso!
Sono ferita, amareggiata sconvolta, sofferente.  
Per Fabrizio, certamente , ma anche per me e per noi, così vulnerabili e deboli, così ambiziosi ed inutili esseri che in fondo rimaniamo.  
Avrei voglia di non essere più nè competente nè disponibile , avrei voglia di non essere ricordata e neppure di avere pacche sulle spalle. 
Io vi dico di lasciar perdere l'efficienza e l'apparente funzionalità dei gesti quotidiani e di andare oltre di andare fuori, di abbandonare le immagini a cui ci relegano per comodità e pigrizia .  
Ma non so , poi, non so davvero, dove volgere lo sguardo e se alla fine ogni cosa non sarà che un tempo  che non esiste più e basta. 

venerdì 23 novembre 2012

CIAO BRUNELLA

Oggi c'era il sole. 
Era una bella giornata, calda; così calda che ho tolto i giubbotti ai ragazzi, Emilia voleva persino togliere il maglione. 
Mi fa piacere ricordare che Brunella se ne sia andata in una giornata così bella.  
Non avevo un grande feeling con lei...certo non come ce l'ho con Giulia; però era sempre una delle mia ragazze...un pezzetto di me e delle mia notti che ora non c'è più.
Stanotte sono entrata, volevo vedere Miriam e consolarla, ma ho visto il letto VUOTO, non ce l'ho fatta. Ho fatto una carezza a Miriam e sono scappata; Miche l'ha detto "quel letto non è libero è VUOTO", VUOTO: una parola così significativa che quasi mi fa paura pensarla, eppure è quella che descrive meglio questo giorno. Per tutti: per noi operatori, reperibili e servizio civile, per i ragazzi che oggi hanno sepolto un pezzetto delle loro pochissime certezze, per Miriam che ha perso più di una sorella, ha perso il suo mondo, per chi ha lavorato per Brunella e mai (o quasi mai) con lei, per i volontari, per chi guarda le nostre foto. Persino il mio gatto sente che oggi è un giorno strano.
La cerimonia funebre (così la chiamano gli Ebrei) è durata poco, appena arrivati al cimitero flaminio abbiamo fatto scendere tutti i ragazzi e portati di fronte all'edificio con le carrozzine p a piedi, piano piano. Abbiamo aspettato un bel pò. Poi hanno portato i berretti per i maschi e ci hanno spiegato come funziona. Poi è arrivata lei dentro la bara. Siamo entrati tutti dentro, maschi da un lato, femmine dall'altro...incredibile Giulia non ha emesso un suono ed è stata  immobile tutto il tempo, in genere urla come una pazza chiede le foto e il caffè; anche Cinzia non si è mossa quasi in genere per farla stare seduta 15 minuti  bisogna tenercela sulla sedia, oggi si è alzata solo una volta. Appena usciti il carro parte verso il lembo di terra che le hanno destinato, Cinzia subito parte dietro al carro e anche noi, tenendoci abbracciati e per mano. 
Ognuno un pugno di terra, e via.

Per fortuna abbiamo pranzato tutti insieme. 
Un panino un pò in salone un pò in cortile, tanto fuori fa caldo al sole si sta bene.
 STare insieme ci fa bene: con la nostra quotidianità il nostro ridere...occuparci dei ragazzi scherzare con loro e tra noi, farci da mangiare, stiamo bene.
Tra poco svuoteremo la stanza, vicino a Miriam non dormirà più sua sorella, ma un'altra ragazza...chissà chi....chissà come sarà occupare quel letto vuoto e riempirlo con una nuova persona da amare. 
Per ora dobbiamo solo guarda avanti, perchè se un letto è vuoto altri 11 sono pieni...

sabato 17 novembre 2012

LO STUPIDO ED IL POTERE




Non è difficile comprendere come il potere politico o economico o burocratico accresca il potenziale nocivo di una persona stupida. Ma dobbiamo ancora spiegare e capire cosa essenzialmente rende pericolosa una persona stupida; in altre parole in cosa consiste il potere della stupidità.
Essenzialmente gli stupidi sono pericolosi e funesti perché le persone ragionevoli trovano difficile immaginare e capire un comportamento stupido.
Una persona intelligente può capire la logica di un bandito. Le azioni del bandito seguono un modello di razionalità: razionalità perversa, se si vuole, ma sempre razionalità. Il bandito vuole un «più» sul suo conto. Dato che non è abbastanza intelligente per escogitare metodi con cui ottenere un «più» per sé procurando allo stesso tempo un «più» anche ad altri, egli otterrà il suo «più» causando un «meno» al suo prossimo. Tutto ciò non è giusto, ma è razionale e se si è razionali lo si può prevedere. Si possono insomma prevedere le azioni di un bandito, le sue sporche manovre e le sue deplorevoli aspirazioni e spesso si possono approntare le difese opportune.
Con una persona stupida tutto ciò è assolutamente impossibile. Una creatura stupida vi perseguiterà senza ragione, senza un piano preciso, nei tempi e nei luoghi più improbabili e più impensabili. Non vi è alcun modo razionale per prevedere se, quando, come e perché, una creatura stupida porterà avanti il suo attacco. Di fronte ad un individuo stupido, si è completamente alla sua mercé.
Poiché le azioni di una persona stupida non sono conformi alle regole della razionalità, ne consegue che:

a)  generalmente si viene colti di sorpresa dall'attacco;
b)  anche quando si acquista consapevolezza dell'attacco, non si riesce ad organizzare una difesa razionale, perché l'attacco, in se stesso, è sprovvisto di una qualsiasi struttura razionale.

Il fatto che l'attività ed i movimenti di una creatura stupida siano assolutamente erratici ed irrazionali, non solo rende la difesa problematica, ma rende anche estremamente difficile qualunque contrattacco - come cercare
di sparare ad un oggetto capace dei più improbabili ed inimmaginabili movimenti. 
Questo è ciò che Dickens e Schiller avevano in mente quando l'uno affermò che «con la stupidità e la buona digestione l'uomo può affrontare molte cose» e l'altro che «contro la stupidità gli stessi Dei combattono invano».
Occorre tener conto anche di un'altra circostanza. La persona intelligente sa di essere intelligente. Il bandito è cosciente di essere un bandito. Lo sprovveduto è penosamente pervaso dal senso della propria sprovvedutezza. Al contrario di tutti questi personaggi, lo stupido non sa di essere stupido.
 Ciò contribuisce potentemente a dare maggior forza, incidenza ed efficacia alla sua azione devastatrice. Lo stupido non è inibito da quel sentimento che gli anglosassoni chiamano self-consciousness. Col sorriso sulle labbra, come se compisse la cosa più naturale del mondo lo stupido comparirà improvvisamente a scatafasciare i tuoi piani, distruggere la tua pace, complicarti la vita ed il lavoro, farti perdere denaro, tempo, buonumore, appetito, produttività - e tutto questo senza rimorso, e senza ragione. Stupidamente, insomma. Povero. Ma povero anche te . E povero anche il cavallo.ah bè, si bè.