venerdì 1 aprile 2011

PIANGE IL TELEFONO

Cuor di Leone telefona. Vabbè, direte voi, che male c'è. Ma non sapete l'antefatto. Comunque. Torniamo al punto. 
Lui telefona. Chiede del Responsabile ed io, che amo essere precisa ed esauriente, INFATTI  dico:   " Non c'è
Bon.
Lui insiste. Povero. S'è fatto venire uno scrupolo, come dire? quasi scaramantico. Allora Chiede: " ma torna?
Forse pensava fosse  partito per una missione che non lascia superstiti. Io, naturalmente, cerco di rincuorarlo rispondo con novizia di particolari, cioè  dico un chiarificatore : " SI".
E' accontentato. Poi dopo un 'ora ecco che intercetta il Responsabile nel corridoio. ( a proposito: cosa ci fa sempre nel corridoio? quella mattina l'ho  visto dai vetri almeno una decina di volte. )
 Subito lo blocca: pare una  cosa di vita e di morte. Invece dice . Testuali parole: E' venuto uno che fa comunicazioni gli ho detto di venire in questo Ufficio" Caspita.   Ci voleva proprio un Responsabile per ricevere una notizia così dirompente. Un subalterno non avrebbe avuto la forza di reggerla.
 Può sembrare un fatto ordinario, ma per Cuor Di Leone non lo è. Lui non informa mai. Lui non indirizza mai ad altri uffici perchè lui è l'isola autonoma dell'arcipelago dei servizi pubblici.  Perchè lui, Cuor di Leone non meno di una quindicina di giorni fa, avendo dato l'autorizzazione per il rilascio di materiale che non gestiva ed avendo ricevuto richiesta di chiarimento dall'ufficio che invece aveva il compito di rilasciarne l'autorizzazione, Cuor di Leone, dicevo,  s'era cimentato in una lettera piena di sentimenti contrastanti , Amore , odio, dannazione, dedizione e quant'altro. Aveva scritto una cosa come una trentina di righe fitte fitte scrivendo: " Io non ho tempo di contattare altri uffici, sono troppo pieno di lavoro. Ho deciso io, Ho pensato che era giusto ( Perchè in un servizio pubblico il parere intimo del personale a lui sembra  una condizione imprescindibile dall'intervento da adottare) Io decido. Non voglio rispondere, non voglio rispondere.". e così via... in uno sproloquio degno di un innamorato tradito quando minaccia di non scrivere più, di non farsi vedere più e due minuti dopo senti squillare il telefono che ti chiama.
Cocco di mamma. Noi sì, non abbiamo risposto ad una lettera così emotivamente inquietante, così accoratamente spudorata.  
Ma dopo pochi giorni ri - eccolo con una seconda missiva: " Come mai non ho ricevuto una lettera di una pratica che avete già segnato sul calendario? " 
Si dimenticava che esiste il protocollo ed i tempi necessari per l'attribuzione. Allora io mi sono detta tra me e il mio responsabile:     " Ora il tempo per scrivere, tesoro caro , l'ha trovato? " Abbiamo avuto un moto al cuore. Quei moti che ti fanno lasciare un decino agli angoli  del marciapiede. Dolce....il petto mi si stringeva :  lui ci ha scritto.. malgrado non abbia tempo... povero. Ma, a pensarci bene, non ci tenevamo poi, così tanto. Devo dire.     Eh sì, che mi veniva di canticchiare quel  grazioso motivetto degli anni 80 che faceva: " Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più? "


lunedì 28 marzo 2011

FATTI FA' 'NA FOTO




Da sempre scatto  fotografie per testimoniare un evento. Credo che l'immagine sia più liberale della parola: dice di più e soprattutto nasconde con più difficoltà. A meno  che non si  usi photoshop , ma questo è un altro discorso.
Ora, diciamolo, Cuor di Leone non fa altro che scimmiottarmi. E dire che non sono un'esperta di comunicazione, ma lui, probabilmente lo crede ( anche perchè i risultati che ottengo sono di gran lunga superiori ai suoi) .
Lui, come ho già scritto, vive di riflesso. L'invidia lo rode e si sa, l'invidia è una brutta bestia. Ti fa guardare troppo a lungo  quello che fanno gli altri e ti impedisce di utilizzare la tua creatività, la tua capacità inventiva.
Insomma, per farla breve:  Anche lui ora s'è messo a scattare le foto. Cosa ne fa  dopo di queste foto  è tutt'ora un mistero. Non le pubblica, non le stampa, non le sviluppa. Che le  nasconda sotto il cuscino per addormentarsi? ( eh sì che le cose  di cui si occupa sono saporifere.. e si potrebbe pure capire...).
Io, la sua documentazione fotografica, non la utilizzo. Anzi, approfitto di questo mezzo telematico per una comunicazione interna: " Caro, io le tue foto non le uso perchè non sei capace a farle. sappi che la nuca e/o l'attaccamento del cuoio capelluto interessa relativamente alla gente che vuole   essere edotta di un  particolare evento.  Punto. " Anche per fare fotografie bisogna usare le celluline grigie e, vedi, dimostri una volta ancora di esserne scarso.
"E poi cos'è questo  continuo emulare il mio operato?  Hai bisogno, per caso,  di  una consulenza in merito? Non ti pare sarebbe più onesto da parte tua rivolgerti direttamente alla fonte anzichè carpire con sotterfugi  e piccoli tranelli le idee brillanti ed originali della sottoscritta? Lo so, lo so, siamo alle solite sulla questione che non ti viene in mente nulla, che hai il cervello spento e cose simili. "
Ut sementem feceris ita metes, si spera.

venerdì 25 marzo 2011

CUOR DI LEONE ED IL MISTERO DEL LAVORO COMPARSO

Cuor di Leone  è tanti anni che lavora, ma ancora non sa.
Vi chiederete: " Ma cosa non sa?" Ed io andrei in crisi perchè lui non sa proprio alcuna cosa ed allora ci  metterei troppo tempo ad elencare le cose che non sa.
Per questo scriverò  di una delle cose che non sa : delle " assegnazioni di funzioni"
Cuor di Leone  ha l'idea che se uno passa e ti dice: " C'è da  costruire un ponte sul Po " lui debba essere coinvolto, solo per il fatto che qualcuno, ignaro, ha chiesto un'informazione a lui.
Insomma,  dobbiamo sperare che nessuno, ma proprio nessuno passi da lui  con un progetto di uno stabilimento fieristico o di un ponte levatoio, perchè lui, micio, micio, senza dir niente , si metterebbe  con pala e secchiello ad iniziare l'opera.  
Comico:
Giunge in città un gruppo di turisti. L'ufficio del turismo (  che siamo noi medesimi ) sta definendo gli ultimi particolari per l'accoglienza.  Cuor di Leone, forse perchè gli hanno chiesto l'indicazione di una via , magari, era convinto di occuparsene lui, tapino. Poi fa: " Ah, perchè, ve ne occupate voi?" Bella stella di zia.
Che già  non riesce a compiere bene ciò che gli è stato assegnato.
Ma almeno , diciamolo, un merito ce l'ha.
Quando sono lì, un po' svaccata alla scrivania con un senso di vuoto nel cervello, ecco che arriva una sua telefonata che mi mette in pace col mondo. Mi dico: " ma allora c'è chi è più vuoto di me! " E la giornata mi sorride. Di nuovo. 
Grazie , bello, ma non telefonarmi troppo spesso.

giovedì 24 marzo 2011

LE PIZZETTE CALDE

Eh. Tesoro, come adoro i nostri periodici meeting per le vie della città chiacchierando con quella leggerezza disinvolta che ci può essere solo con gli amici più cari! Allora sciolgo gli ormeggi della mia nave da guerra  e la conversazione si svolge a ruota libera senza più alcuna preoccupazione di difendermi.   Ci muoviamo  sfaccendati e distratti tra i negozi del centro saltando da un argomento all'altro, interrompendo il flusso delle parole per indicare un vestito in vetrina o per  chiacchierare con un conoscente incontrato nella strada.  Ma ieri, proprio ieri pomeriggio, mentre nel dehor del bar della piazzetta ci stavamo raccontando di tua madre, delle terapia che dovevi somministrarle, del tuo mal di schiena che non ti dava tregua, d'un tratto, trascinata con te in un altro tempo , ti ho chiesto: "Ma com'è che siamo passati a questi discorsi da vecchi?  Quando è stato che le malattie, i disagi, i dolori hanno preso il posto delle cronache delle nostre notti di fuoco? "
Ricordi? Dicevi: " Lei mi fa di tutto"  Ed io, petulante e giocosa, ti  incitavo a scendere in particolari, a raccontarmi  l'apologo di una favola bella! E quella volta, di un giorno pieno di neve che  ci eravamo addentrati in una strada di sassi ed acqua per inseguire una tua storia d'amore?  L'auto  sobbalzava  instabile e fumante  pressata dalla nostra ostinazione, ma non ci  eravamo arresi se non davanti allo spazzaneve che chiedeva il passaggio.  
Eppure siamo ancora noi e non siamo affatto più saggi. Ma  le voglie si sono impigrite, la curiosità  non ci appartiene più. In questi giorni ricevo telefonate misteriose da un ambiguo sconosciuto. Un tempo  sarebbe stato un divertente argomento di conversazione.
Adesso, seduti al bar del centro, ci limitiamo ad esultare per le pizzette  calde che  il cameriere ci posa sul tavolo.