domenica 9 gennaio 2011

IL TUO VIAGGIO


Non sono stata io per prima a salpare verso mari sconosciuti , ad aprire varchi nell'oceano burrascoso ed oscuro , senza cedere alle esortazioni che volevano arrestarmi e condurmi a lidi più quieti?

Allora il fuoco aveva lasciato alle mie spalle, inevitabilmente, una vasta terra bruciata .

Non sarebbe stato possibile presupporre un impeto glorioso senza lo sterminio di antichi guerrieri, vecchie strade, di boschi fitti ed aggrovigliati, di sterpaglie inutili.

Ho attraversato templi e castelli sacri in un cammino di solitudine e speranze.

Col tempo, Il fuoco aveva cicatrizzato e cauterizzato le mie ferite. Sembrava che il vento fosse calato.
Ma , non sapevo che una nuova energia misteriosa e straniera mi stava per travolgere.
Non mi appartiene e non mi riguarda. E' tua.

Nessuno può udire la voce che , ora, ti chiama.

Nessuno può vedere il fuoco che, ora, ti scuote.

E' un altro oceano e non mi piace affatto.
Ma quale diritto ho di arrestare la potenza del calore che sprigiona la tua anima?

Sarò la terra bruciata che ti lascerai dietro. Sarò un richiamo impercettibile fatto di immagini ricorrenti, ma mute. Sarò la sagoma inerte che lascerai sul molo .

Non voglio essere altro, in verità. Non posso, d'altronde. Non ne avrei neppure il tempo , presa come sono ad accogliere il mio demone che crepita nelle viscere palpitanti ed indomite. Ognuno ha la propria sirena che canta nel cuore, in solitudine si percepisce il suo anelito giocoso.

sabato 8 gennaio 2011

ANIMA VECCHIA


I figli non amano i genitori. Nelle migliori delle ipotesi rispondono ad un'ansia ancestrale che chiama legame la visione del decadimento di se'stessi attraverso l'immagine di chi ti ha generato.
I figli non perdonano mai i genitori. Non ricordano quando, ma i genitori in passato, hanno interrotto quell'attività fantastica che era l'unica ragione della loro vita.
I genitori, dal canto loro, non hanno alcun merito nello sviluppo dei figli.
Nonostante il loro intervento, i figli sono cresciuti autonomamente e diversamente da come volevano. Sono diventate altre persone. Adulti sconosciuti ed ostili.
Anche se amano la stessa musica la cantano con un intento che rinnega le stagioni gloriose che l'hanno ideatA.
Anche se parlano , le loro parole battono sentieri che non hai mai voluto attraversare.
Sentieri noiosi.
I genitori soffrono, ma è inevitabile. I genitori odiano, ma è del tutto naturale.
I genitori ed i figli si incontreranno solo al capezzale per condividere il dolore di una separazione compiuta ormai da tempo .

mercoledì 5 gennaio 2011

SCEMENZA ED ORDINANZA


Ci è stato detto, sin da bimbi, che il mondo in cui viviamo è il solo possibile mondo fuori del quale non c'è possibilità di una esistenza diversa e migliore.
Per questo l' omologazione con gli altri ci è parsa una conseguenza naturale per la nostra sopravvivenza .
L'obbedienza alle consuetudini radicate da secoli appare non una coecizione, ma una condizione naturale. Un fatto biologico.
Certe volte, diciamo, quasi sempre, mi sorprendo ad impegnarmi in conversazioni appassionate su come un dato comportamento sia da abbondonare che: no, no, no ci può essere una strada migliore, una soluzione alternativa, ci può essere un'altra possibilità che possa dare risultati vincenti e li descrivo e li propongo argomentandoli con una speranza ostinata , una determinazione accorata , una premura risoluta del tutto vana
Sembra, quasi, che parlare con l'altro, non voglia più significare mettere in comune la propria visione di vita per un confronto ed un avvicendamento arricchente, ma anzi, neutralizzare le differenze per appiattire lo sguardo in una direzione unica e stereotipata. Non quindi " comunicare" ma " aderire al costume".
E poi ci sono i codardi: quelli che non osano chiamare "il re nudo" quando è nudo arrecando danni patologici , non solo al sistema vigente, ma all'umanità intera che così massificata non potrà avere un futuro illuminato, una visione che si propaghi al di là di ciò che finora definiva il paradigma dell'ardore umano.
Odio i codardi.
E gli sciocchi, pure. Una categoria pericolosissima.
In una pagine dei vangeli apocrifi si trova scritto:
Gesù disse:
" Gli storpi li ho guariti, i ciechi pure. Con gli stupidi non sono riuscito. "
Da allora si sono moltiplicati a dismisura
Eccoli qui. A pochi passi da noi.
TIMBRANO IL CARTELLINO

martedì 4 gennaio 2011

IMPIEGATO.... MALE


Lo so, lo so, l'ho già scritto un sacco di volte. Il tempo scorre fulmineo e senza pietà.
A dir la verità, l'inverno scorre più lentamente delle altre stagioni , tanto che sembrerebbe immobile, anzi, agghiacciato ed intirizzito, tra le case e le strade valenzane divenute ancora più buie stamattina, per via dell'eclissi solare (della serie: non bastavano le nuvole a nasconderci il sole : ci voleva anche la luna).
Molti negozi sono ancora chiusi per le feste natalizie e le vie sono tristi.
Invece, c'è un servizio pubblico, ( udite.. udite...) che rimane SEMPRE chiuso certe mattine e certi pomeriggi ( e non solo per Natale) a causa dell'insufficienza di personale. E dire che è un servizio che avrebbe necessità di dilatare l'orario anzichè ridurlo.
In compenso, dato che c'era carenza di personale, al servizio è stato affidato un ulteriore carico di lavoro: non sia mai che riesca, in questo modo, a fare in minor tempo più cose di quelle che non riusciva a fare a tempo già cospicuamente ridotto.
Magari sarà una buona scusa per non fare bene NON SOLO ciò che non riusciva mai a fare perchè non c'era tempo, ma anche a fare approssimativamente il nuovo carico di lavoro. ( sorge un dubbio... che sia stato questo l'obbiettivo? Ossia fare in modo che un servizio non svolga l'intera sua funzione, quella per cui vengono investiti i soldi dei cittadini? Insomma ecco realizzato un ufficio a due "mezzi servizi " come le collaboratrici domestiche.)
Se fosse mai così è stato individuato il soggetto idoneo: il tempo insufficiente e ridotto ai minimi termini ossia un tempo opprimente e quindi pericoloso affiancato all'ambizione senza tempo di chi lo impiega= un binomio irresistibile che fa di una pubblica amministrazione una struttura a tempo morto)
La filosofia è questa: non importa come si fa una cosa, ma l'importante è impiegare il tempo.
Il tempo è un impiegato solerte: non manca mai all'appello e va velocissimo tanto che, mentre ti scorre davanti, già assolve la sua funzione principale che è quella di passare senza oltrepassarti. Di trascorrere senza realizzare. Di evadere rimanendo inevaso.
Il tempo è un impiegato modello: quando non c'è, ha una buona scusa per non compiere un servizio e quando c'è allora ci mette tutto se' stesso per consumarsi, anche se tu lo hai costantemente perso. Certo che non è sufficiente avere lui come impiegato , bisognerebbe avere anche la sua qualità che è la cosa che più necessita ad un servizio.
Ma perchè angustiarci? A molti non interessa nè il tempo impiegato e nè la qualità di esso. Piace più spenderlo in modo indiscriminato. Spendaccioni.
E la foto che c'entra? E' il tempo che è scivolato gambe all'aria. Ci metterà un po' di tempo per rialzarsi. Ma lasciamolo così: tanto era impiegato male.

Alla fine, però, il tempo è galantuomo : diventa storia, celebra i giusti e sbeffeggia gli incapaci.