martedì 4 gennaio 2011

IMPIEGATO.... MALE


Lo so, lo so, l'ho già scritto un sacco di volte. Il tempo scorre fulmineo e senza pietà.
A dir la verità, l'inverno scorre più lentamente delle altre stagioni , tanto che sembrerebbe immobile, anzi, agghiacciato ed intirizzito, tra le case e le strade valenzane divenute ancora più buie stamattina, per via dell'eclissi solare (della serie: non bastavano le nuvole a nasconderci il sole : ci voleva anche la luna).
Molti negozi sono ancora chiusi per le feste natalizie e le vie sono tristi.
Invece, c'è un servizio pubblico, ( udite.. udite...) che rimane SEMPRE chiuso certe mattine e certi pomeriggi ( e non solo per Natale) a causa dell'insufficienza di personale. E dire che è un servizio che avrebbe necessità di dilatare l'orario anzichè ridurlo.
In compenso, dato che c'era carenza di personale, al servizio è stato affidato un ulteriore carico di lavoro: non sia mai che riesca, in questo modo, a fare in minor tempo più cose di quelle che non riusciva a fare a tempo già cospicuamente ridotto.
Magari sarà una buona scusa per non fare bene NON SOLO ciò che non riusciva mai a fare perchè non c'era tempo, ma anche a fare approssimativamente il nuovo carico di lavoro. ( sorge un dubbio... che sia stato questo l'obbiettivo? Ossia fare in modo che un servizio non svolga l'intera sua funzione, quella per cui vengono investiti i soldi dei cittadini? Insomma ecco realizzato un ufficio a due "mezzi servizi " come le collaboratrici domestiche.)
Se fosse mai così è stato individuato il soggetto idoneo: il tempo insufficiente e ridotto ai minimi termini ossia un tempo opprimente e quindi pericoloso affiancato all'ambizione senza tempo di chi lo impiega= un binomio irresistibile che fa di una pubblica amministrazione una struttura a tempo morto)
La filosofia è questa: non importa come si fa una cosa, ma l'importante è impiegare il tempo.
Il tempo è un impiegato solerte: non manca mai all'appello e va velocissimo tanto che, mentre ti scorre davanti, già assolve la sua funzione principale che è quella di passare senza oltrepassarti. Di trascorrere senza realizzare. Di evadere rimanendo inevaso.
Il tempo è un impiegato modello: quando non c'è, ha una buona scusa per non compiere un servizio e quando c'è allora ci mette tutto se' stesso per consumarsi, anche se tu lo hai costantemente perso. Certo che non è sufficiente avere lui come impiegato , bisognerebbe avere anche la sua qualità che è la cosa che più necessita ad un servizio.
Ma perchè angustiarci? A molti non interessa nè il tempo impiegato e nè la qualità di esso. Piace più spenderlo in modo indiscriminato. Spendaccioni.
E la foto che c'entra? E' il tempo che è scivolato gambe all'aria. Ci metterà un po' di tempo per rialzarsi. Ma lasciamolo così: tanto era impiegato male.

Alla fine, però, il tempo è galantuomo : diventa storia, celebra i giusti e sbeffeggia gli incapaci.

lunedì 3 gennaio 2011

IL LAVORATORE CHE HA PERSO IL SENSO E IL CONSENSO


Ti stai chiedendo come mai tutte le conferenze organizzate da te sono disertate? Ti stai chiedendo come mai tutti i piccoli eventi che pianifichi hanno un basso afflusso di visitatori?

Credi che sia solo una questione fortuita, che non ha niente a che fare con le modalità adottate per la loro realizzazione.

Ti sbagli, cocco di scia ( si legge: " zia" ma con la zeta aspirata) .

Purtroppo tutto ciò che ti scriverò non lo capirai. E sai perchè?
Perchè ti manca la necessaria maturità affettiva quella unica caratteristica che ti potrebbe permettere di entrare in relazione con i bisogni della città e degli individui che la compongono.
Sì, scrivo "individui ", che è qualcosa di diverso dalla "gente " dove il significato è più uniforme e generico. Invece l'individuo ha un'anima propria che abita la piazza della nostra città. SE NON ASCOLTI LA SUA ANIMA NON RIUSCIRAI MAI A LAVORARE IN MODO FUNZIONALE.

Tu agisci seguendo pedestramente delle norme che non hai interiorizzato, per questo la tua azione è soprattutto una conform- azione: qualcosa di spento e scevro dall'obiettivo per cui l'operazione è stata attivata. La tua coscienza è una coscienziosità di massa in cui conta solo l'operosità dell'atto avendo perduto lo scopo.
Per questo lavori da schifo. E scommetto che mangi anche così. E non dico altro perchè sono una signora. Bleah bleah.. sput sput

sabato 1 gennaio 2011

SE MANGI COME FAI L'AMORE , MANGIA CON ME

Antonella in vacanza

Ricordo che fino a qualche tempo fa non pensavo al cibo come ad un mezzo per soddisfare desideri : mangiare non era una bramosia, ma escusivamente una necessità.

La pietanza, perciò, rispondeva all'immagine che la sua funzione le attribuiva: era sobrio, povero e non particolarmente attraente poichè in ogni caso sarebbe stato accettato. ecco allora il riso bianco con una spruzzata di parmigiano, o il pezzo di carne appena scottato e così Via.

Insomma vedevo, non so, per esempio, l'arancino e/o il ripieno di anatra arrosto come qualcosa di eccedente, di volgare quasi, di esagerato, con tutto quell' impiego di intrugli dei più disparati e confusi tra loro come l'uovo sodo e la carne e la mozzarella, il formaggio il pane grattato e quant'altro in una commistione di ingredienti che pareva superflua ed immotivata.

Di rimando ,in fatto di desideri, diciamo sensuali ero attratta da uomini dotati di argomentazioni varie ed abbondanti in un subisso di contenuti da cui ogni mia fibra ne era nutrita e stimolata e mai sazia.

Con l'andare degli anni mi è parso, incredibilmente, che i miei gusti ( che così si compensavano e si equilibravano ) avessero trovato, alla fine , una nuova dimensione di crescita e di seduzione.

Di questo mi sono resa conto durante una serata a Roma.

Dunque, mi trovavo in una di quelle trattorie romane o, per dirla meglio, romanesche, con le tovagliette a quadretti rossi e bianchi , le luci tremolanti ed incerte sui tavoli, avendo ordinato, dal menu, i rigatoni all'amatriciana.

Ora, appena mi furono portati, questi mi apparvero ricchi , succulenti e traboccanti di profumi inebrianti tanto che prima di me il mio corpo rispose al richiamo potente e profondo della carne e li desiderai ardentemente.

Non, dunque, solo lo sguardo si nutriva dell'effluvio denso e robusto di quella visione , ma tutti i sensi , dalle labbra al palato , la lingua sottile e la gola godettero della sostanza morbida e sugosa di ogni tortiglione colante che scivolò nel ventre caldo e mi saziò di piacere.

Non era dunque, questa nostalgia dei sensi che ricerca il nutrimento più profondo e sostanziale in ciò che ci prende, ci governa e ci appaga, simile al desiderio che si esprime nel sesso?

Infatti anche i miei gusti in fatto di uomini sono cambiati: eccedenti, ma corposi, succulenti e colanti. Ma di poche parole, insomma.

venerdì 24 dicembre 2010

COMUNE DI VALENZA: BOLLETTINO DI INFORMAZIONE


Ieri il prof. Capra è venuto in ufficio per complimentarsi con noi per la nuova grafica del bollettino di informazione. Ha detto:
" Finalmente il bollettino è più chiaro e leggibile. Grazie"
E questo è solo l'inizio. Ciò che prende in mano il nostro ufficio riesce ad essere sempre meglio di ciò che era stato.
Una piccola prerogativa dell' URP di Valenza:
la professionalità.
Possiamo anche cambiare attività, ma in ogni caso faremo sempre le cose AL MEGLIO. ( e soprattutto meglio di ..)
Infatti il punto essenziale non è solo FARE ma
SAPER FARE BENE.
e per questo non basta l'assegnazione di una funzione
ci vuole altro.
bisogna onorarla.
non basta fare il baciapile


dopo questa digressione necessaria

ABBRACCIO TUTTI COLORO CHE MI LEGGONO
AUGURANDO LORO CHE POSSANO PASSARE
QUESTI GIORNI
ACCANTO ALLE PERSONE CHE AMANO.
GLI STRONZI AFFANCULO
( E NON E' PROPRIAMENTE UNA COSA NATALIZIA)
ma tant'è....