sabato 27 novembre 2010

IL DIPENDENTE RACCOMANDATO


Il dipendente raccomandato ha SVARIATE PROVENIENZE. C'è il dipendente assunto con un concorso pubblico ed il dipendente già assunto e promosso ad altro incarico.
Il Dipendente raccomandato assunto con concorso pubblico è facilmente individuabile. Come? Direte voi. Semplice: basta scorrere l'elenco dei requisiti necessari per partecipare al concorso in questione.
Di solito il bando di concorso recita così:
1) requisito: ( se il dipendente è già all'interno dell'ente da 125 giorni) aver prestato servizio all'interno dell'ente presso quel determinato ufficio e in quell'apposita scrivania per esattamente 125 giorni .
2 )requisito: avere esperienza specifica di utilizzo cavapunti azzurrina in dotazione del servizio specifico.
3) requisito: essere alto 1.75 ed avere i capelli brizzolati vicino alle tempie
4) pesare specificatamente Kg 74,28.
A questo punto l'ultimo requisito che potrebbe essere quello di chiamarsi Enzo Scalcabarozzi molte volte è ritenuto superfluo, ma in alcuni casi , quando il raccomandato mostra irrimediabili e troppo evidenti carenze culturali , diventa necessario inserirlo come ultima clausola sine qua non.

Per quanto riguarda il dipendente raccomandato già in servizio nell'ente, (ma che si vuole elevare ad altro ed alto grado) il discorso si fa più semplice.
Basta inventarsi un nuovo incarico estrapolando un'attività inserita all'interno di un ufficio tipo: la catalogazione dei timbri da innovare e.. .. voilà: ecco un nuovo ruolo ed un nuovo posto di comando da assegnare al dipendente già lacchè oppure già dipendente inutile, ma solerte alla posizione dei 90°, già dipendente tremens, ma mite e accomodante a chiudere non un occhio ma ambedue gli occhi e la bocca e persino il cervello alla bisogna e senza vergogna.

Ma la cosa più stupefacente è il fatto che il dipendente raccomandato è uno dei pochi casi di fenomeno bi - partisan: collocato in illo tempore da una fazione politica, una volta verificatasi l'alternanza, quella che gli succede non ha nessun interesse a rimuovere il raccomandato, poichè questo è già pronto a chinare il capo ed a porgere le terga anche al nuovo arrivato purchè potente e senza alcuna velleità di far valere veramente la grande opportunità che potrebbe essere per il cittadino il servizio pubblico.
Peccato. Peccato. Peccato
Punto.

venerdì 26 novembre 2010

IL DIPENDENTE TREMENS


Il dipendente tremens ebbe origine nella notte dei tempi quando mosse i primi passi l'Homo sapiens. In effetti il dipendente tremens si rivelò al mondo appena nacque il primo incarico di lavoro. La caratteristica del dipendente tremens è la paura.
La paura spesso obnubila il cervello e spinge l'essere umano a commettere azioni inconsulte. E poi con la paura è difficile combattere perchè come diceva il buon Manzoni : " il coraggio se uno non ce l'ha non se lo può dare."
Il dipendente tremens ha paura di esprimere la propria opinione, ha paura di opporsi al potente di turno, ha paura a informare sugli eventuali danni che possono causare dei comportamenti impropri o la realizzazione illeggittima di atti amministrativi.
E proprio per questo il dipendente tremens arreca enormi disagi ai colleghi ed al buon funzionamento della pubblica amministrazione.
Spesso il dipendente tremens,per ovviare alla sua condizione,cerca di trasformarsi nel dipendente lacchè, ma non fa che peggiorare il suo ruolo e soprattutto il servizio.
E cosa dire del dipendente tremens quando annette alla sua già compromessa anomalia la caratteristica del dipendente inutile e del dipendente lacchè? Non possiamo che avere pietà di lui . E confidare nella di lui cessazione di attività per raggiunti limiti di età. Amen

giovedì 25 novembre 2010

IL DIPENDENTE PARENTE


Il dipendente parente è convinto che la struttura pubblica dove lavora sia come una grande famiglia: non esistono leggi e/o regolamenti scritti perchè , secondo lui, tutto viene risolto attraverso una bella pacca sulla spalla e via. L' autorizzazione scritta? E' segno di grande sfiducia e tra membri della stessa grande famiglia questo atteggiamento diventa un'onta imperdonabile.

La parola chiave è: fiducia , fiducia ed ancora fiducia. Proprio stamani uno di loro , ad una mia richiesta di visionare un'autorizzazione ( dato che s'era guardato bene di occuparsi della stesura della pratica in oggetto ) mi ha chiesto con le lacrime agli occhi: " Ma non ti fidi di me? " Angioletto....come se la pubblica amministrazione fosse basata sul "pourparler ",
In questo modo, poi, il dipendente parente si risparmia un sacco di lavoro. Niente richieste scritte, niente moduli da compilare, niente rilascio autorizzazioni scritte. Tutto gratis et amore Dei.
E soprattutto se per caso le cose si mettono male può sempre dire: " Autorizzazione?! Io non l'ho mai rilasciata!"

Il dipendente parente è una malformazione del dipendente inutile: SA FARE MENO E MOLTO PEGGIO.

Quello che lo distingue dal dipendente inutile però è il fatto che il dipendente parente almeno non lascia traccia. " Balle volant scripta manent "COME DICONO I NOSTRI STUDENTI. E lui , questo motto, l'ha messo in pratica da quando è stato assunto.
Ma voglio essere onesta: il dipendente parente ha almeno un pregio: le motivazioni che presenta per spiegare perchè mai non segue le normative ( che prevedono inevitabili atti scritti e rilascio documenti ai sensi di quella e di tal 'altra legge) , sono tamente intrise di patetiche rivendicazioni di affetto filiale che ti viene su in gola un fiotto DI CALDA TENEREZZA VERSO DI LUI talmente sconvolgente che sei tentata di fargli un buffetto sulla guancia. E mandarlo a letto senza l'ipod, però. . Gioia di mamma tua.

mercoledì 24 novembre 2010

MOBBING: UN FENOMENO IN CRESCITA


RIPORTO UN ARTICOLO DI OGGI:

Con il termine " Mobbing" si indica uan serie di comportamenti violenti (abusi psicologici, angherie, vessazioni, emarginazione, umiliazioni, maldicenze, illazioni) perpetrati da parte di superiori e/o colleghi nei confronti di un lavoratore, prolungato nel tempo e lesivo della dignità personale e professionale nonchè della salute psicofisica dello stesso .

La Commissione europea ha introdotto alcune misure per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori.

La direttiva 89/391 del Consiglio del 1989 contiene le disposizioni di base per la salute e la sicurezza sul lavoro ed attribuisce ai datori la responsabilità di garantire che i lavoratori dipendenti non soffrano danni per colpa del lavoro, anche come conseguenza del mobbing. Tutti gli Stati membri hanno recepito questa direttiva nel loro ordinamento ed alcuni hanno anche e hanno anche elaborato delle guide sulla prevenzione del mobbing.


Nella scelta tra procedimento penale e/o civile ( causa di lavoro, risarcimento del danno biologico) preferite dapprima il procedimento civile ( causa di lavoro, risarcimento per lesioni personali). La durata di una causa di lavoro è lunga: anche in caso di vittoria di primo grado aspettatevi da parte dell'azienda un ricorso in appello.

Il lavoratore, per ottenere il risarcimento da mobbing, deve dimostrare il collegamento della malattia con una pluralità di comportamenti che si inseriscono in una precisa strategioa persecutoria posta in essere dal datore di lavoro al fine di isolare psicologicamente e fisicamente il lavoratore ( danno mobbing) Il mobbing può manifestarsi tramite rimproveri continui anche su banalità , sottrazione di incarichi di lavoro, o inversamente un carico di lavoro eccessivo che non permetta al dipendente la possibilità di portarlo a termine. ( è capitato che un datore di lavoro faceva ri - scrivere 50 volte una stessa lettera e tutte le volte correggendone una parte)

La persecuzione è stata messa in pratica da colleghi della vittima , in questi termini è stata riconosciuta in Cassazione nel 2005.

E' opportuno che la vittima abbia a propria disposizione una documentazione che attesti il disagio. ( Consiglio: scrivete tutti i giorni cosa vi dice o vi fa chi vi sta praticando il mobbing)

E cercatevi un buon avvocato del sindacato o di vostra fiducia.

( tratto liberamente da un articolo di Olimpia Criscuolo)