martedì 7 settembre 2010

LEI NON SA CHI SONO IO


Ne avevo già scritto QUI : dovunque poso lo sguardo mi si presenta in modo spudorato l'assenza del senso del dovere, dell'attenzione per le necessità della comunità scalzati prepotentemente dalle aspirazioni narcisiste di molti, dalle loro ansie di primeggiare, d'essere visibili, di far carriera .
Il fatto accaduto a Messina non ne è che la classica goccia che ha svelato un sistema su cui si basava l'azione rivolta al bene pubblico ed alla tutela dei cittadini.
E' diventato un costume consueto quello di lavorare non per: " far funzionare le cose" ma per mettersi in luce, per permettere alle proprie pulsioni vanesie di esprimersi e di dilagare indisturbate, Insomma per giocherellare con gli strumenti della cosa pubblica, in barba al risultato finale che, se non indirizzato a realizzare in modo funzionale un servizio, ha solo veramente lo scopo di soddisfare la sete di autoaffermazione , di rivalsa alle proprie insoddisfazioni personali, alla propria smania di potere, d'esserci sempre e comunque e di comandare gli altri.
Ma l'azione di un uomo motivato da questi bisogni irrisolvibili non può essere utile alla comunità ed anzi, la svalorizza, la svuota della sua dignità più profonda.
Sono bisogni irrisolvibili perchè', quando anche se questi riuscisse a primeggiare, a valersi sull'altro, in ogni caso perderebbe la sua anima, la sua funzione più nobile che è quella di operare per il bene generale, non c'è altra ragione che possa spingere l'impegno dell'essere umano se non l'operare per l'interesse sociale.
Allora che dire a coloro che si servono di un qualsiasi ruolo acquisito per dare sfogo ai bisogni più repressi e " divertirsi" nel gioco per - verso di condottieri invincibili?
Non si può dire nulla : questa gente ha troppi problemi di personalità perchè possa migliorare ed intendere una società diversa.
Agli uomini di buona volontà ( senza retorica. Ce ne saranno, spero) non resta che arginare il flusso di queste violente necessità di potere, questi impulsi narcisisti, questi deleteri giochi di carriera non distogliendo mai l'attenzione dallo scopo vero: quello di risolvere i bisogni sociali. E Non di ricevere applausi.
Clap, Clap.
Qualsiasi riferimento a persone o fatti non è casuale.

venerdì 3 settembre 2010

LA PULCE NELL'ORECCHIO



Eccomi qua . Sto partendo con il camper . Prima di partire una piccola pubblicità occulta ( ma neanche tanto occulta) al giornale " La Pulce nell'orecchio" di Alessandria
FANTASTICI PROMOTERS
BACI

mercoledì 1 settembre 2010

CHI CERCA TROVA E I COCCI SONO SUOI

Come faccio ad essere così fantastica ? Ma ovvio: vado al bagno turco. alla terme di Acqui Terme in provincia di Alessandria. ( si trova a trenta chilometri da casa mia ed io ho la fissa per queste cose )
Bagno vuol dire tante cose. Per esempio bagno di folla non vuol dire che ti metti nudo e crudo tra tanta gente ( che poi non sarebbe male auspicare un tale momento di interazione sociale , magari, chissà che un contatto così diretto e spudorato non possa alfine risolvere molti enigmi che stanno a cuore al popolo virtuale di internet.Non dovremo più chiederci: " E' lei? Non è lei? Ha scritto con il suo nome ? Con il suo soprannome ? Con il nome del cugino della sorella?" )

Il bagno turco è un immersione del proprio corpo nudo () nei vapori profumati e salutari emessi all'interno di una stanza con luci soffuse e musica in sottofondo dolce e melodica. Più precisamente le luci sono rappresentate da lumini nel soffitto con colori alternati che paiono suggestive stelline.)
Tu ti siedi su panche di mosaico speziato e cominci a esalare liquidi dalla pelle ( questa è la parte più erotica) poi esci dalla stanza senza salutare ( e questa è la parte che mi piace di più) e ti fai una doccia ( questo serve per liberarti dalle scorie che il corpo ,tramite il sudore, ha liberato.
Oh si potesse fare così anche con certi pensieri malevoli, o certa gente sgradevole! Una bella sciacquata e via! Tutto scivola nello scarico.
Quindi ti distendi su una sdraio di legno naturale e sorseggi un tè alla menta piacevolmente tiepido mentre gocce d'acqua leggere scivolano dal tuo bellissimo corpo (l' epiteto di "bellissimo" era diretto esclusivamente a me, non è un requisito ordinario di chi fa il bagno turco)

Se trovi un macho degno di questo nome, che sosta anch'egli nel salone col suo bell'accappatoio semiaperto, ti puoi anche permettere una conversazione affettata tipo: "il tempo non migliora.. cof. cof. .." " hai notato che gran figa che sono..." e cose simili. Intanti allunghi le tue splendide gambe quasi per un inconsapevole stretching....Vi assicuro: viene meglio quando sei quasi nuda su una sdraio piuttosto che in anonimato dietro ad un pc; almeno per chi è uno schianto come me. ( non do la garanzia per quelle col culo basso e le gambe corte, no, nè per gli uomini attempati e grassottelli : quelli/e è meglio che continuino a irretire i giovinotti/e su internet, altrimenti, dove? ) Poi cambi locale vai al piano di sopra dove c'è la piscina di acqua calda. Ti metti la cuffietta , gli occhialini e cominci a esibire il tuo stile migliore ( io so fare da Dio la rana : "cra cra "una imitazione pazzesca. ) Quindi con passo felino ( da rana a felino non è difficile sempre una bestia rimani) emergi dai vapori termali e vai a cambiarti (quando lo faccio io, persino la Venere si avvilisce e si richiude subito nella sua conchigliona) .
Ma quando torni a casa e accendi il pc ... c'è tutto il tuo mondo ,oh yeah... ( ancora qualcuno ci crede?! Ingenuo..... è convinto che la vita sia come la play station : pam .. pam.... : può sparare a quelli brutti e cattivi e loro per incanto spariscono . oppure scrive : " Ho ragione io" e gli pare che la cosa si realizzi istantaneamente oltretutto con il suffragio popolare .( Potenza della telematica e delle menti infantili ) Ma come dice Raffaele Morelli: " l'importante è riuscire a trovare la propria dimensione consolatoria, costi quel che costi.

Vi mando un Bacio caldo e umido ( per via dei vapori, non a causa di una improvvisa eccitazione , ma chissà che col tempo ....lascio aperta questa possibilità .. oppure solamente il portatile sulla scrivania)

martedì 31 agosto 2010

C'ERA UNA VOLTA


Lei si era fermata, mentre gli altri aspettavano fuori, per entrare in libreria.Lo faceva spesso, anzi sempre.Era curiosa di sfogliare le pagine appena pubblicate. Sentirne l’odore, immaginarne una fruizione intima e riservata.La sua attenzione si era spostata – quasi improvvisamente – su due libri, i cui racconti la stavano facendo vibrare, quasi come una vela spiegata al vento e in cerca di quell’eccitante sommovimento continuo.Li prese, li sfogliò lentamente – perché la sua lentezza era quasi magica, simile all’incedere in una stanza buia – e decise che sarebbero stati suoi.Anzi, per lui.Forse, solo per lui.
In quel momento la sua immaginazione – insieme con il desiderio di incontrarlo – faceva da sfondo a quel suo momento, solo per lei.E mentre ricordava che lui – lontano, eppur vicino – sarebbe stato rapito dalla sorpresa – lui, i libri, li considerava non oggetti, ma pieghe dell’anima – la sua mente viaggiava per fermarsi in quel labirinto del pensiero dove il palcoscenico si apre con una danza impetuosa di due corpi, intrecciati, voluttuosi, capricciosi e mai assopiti. In quel vortice di danza, lei riconosceva la sua immagine, il suo volto e la sua voce.Lui, rapito dalla bellezza del suo corpo e dalla magnificenza della sua mente – quella mente che lo aveva avvolto, quasi come se il mito di Elena si fosse svolto all’incontrario e lui – novello Paride – avesse deciso di farsi catturare dalla sua Elena, la sua incantevole Elena – era nel talamo con lei, sospirando per continuare a leggere quel racconto ma deciso a scrivere – con lei – il libro più intenso della sua vita, della sua precaria esistenza: quello della passione esacerbata, quello della vita che si fa incontro, dell’incontro che è sempre e solo mistero, enigma, sfida.

I sospiri, le parole, i baci e i corpi caldi e intrisi di odori – forti e taglienti – erano la cifra del loro stare insieme, del loro cercarsi, volersi e desiderarsi come sola possibilità di quelle loro menti così asimmetriche ma adorabilmente coincidenti nella tempesta dei loro inseparabili corpi.