
Ne avevo già scritto QUI : dovunque poso lo sguardo mi si presenta in modo spudorato l'assenza del senso del dovere, dell'attenzione per le necessità della comunità scalzati prepotentemente dalle aspirazioni narcisiste di molti, dalle loro ansie di primeggiare, d'essere visibili, di far carriera .
Il fatto accaduto a Messina non ne è che la classica goccia che ha svelato un sistema su cui si basava l'azione rivolta al bene pubblico ed alla tutela dei cittadini.
E' diventato un costume consueto quello di lavorare non per: " far funzionare le cose" ma per mettersi in luce, per permettere alle proprie pulsioni vanesie di esprimersi e di dilagare indisturbate, Insomma per giocherellare con gli strumenti della cosa pubblica, in barba al risultato finale che, se non indirizzato a realizzare in modo funzionale un servizio, ha solo veramente lo scopo di soddisfare la sete di autoaffermazione , di rivalsa alle proprie insoddisfazioni personali, alla propria smania di potere, d'esserci sempre e comunque e di comandare gli altri.
Ma l'azione di un uomo motivato da questi bisogni irrisolvibili non può essere utile alla comunità ed anzi, la svalorizza, la svuota della sua dignità più profonda.
Sono bisogni irrisolvibili perchè', quando anche se questi riuscisse a primeggiare, a valersi sull'altro, in ogni caso perderebbe la sua anima, la sua funzione più nobile che è quella di operare per il bene generale, non c'è altra ragione che possa spingere l'impegno dell'essere umano se non l'operare per l'interesse sociale.
Allora che dire a coloro che si servono di un qualsiasi ruolo acquisito per dare sfogo ai bisogni più repressi e " divertirsi" nel gioco per - verso di condottieri invincibili?
Non si può dire nulla : questa gente ha troppi problemi di personalità perchè possa migliorare ed intendere una società diversa.
Agli uomini di buona volontà ( senza retorica. Ce ne saranno, spero) non resta che arginare il flusso di queste violente necessità di potere, questi impulsi narcisisti, questi deleteri giochi di carriera non distogliendo mai l'attenzione dallo scopo vero: quello di risolvere i bisogni sociali. E Non di ricevere applausi. Clap, Clap.
Qualsiasi riferimento a persone o fatti non è casuale.
Il fatto accaduto a Messina non ne è che la classica goccia che ha svelato un sistema su cui si basava l'azione rivolta al bene pubblico ed alla tutela dei cittadini.
E' diventato un costume consueto quello di lavorare non per: " far funzionare le cose" ma per mettersi in luce, per permettere alle proprie pulsioni vanesie di esprimersi e di dilagare indisturbate, Insomma per giocherellare con gli strumenti della cosa pubblica, in barba al risultato finale che, se non indirizzato a realizzare in modo funzionale un servizio, ha solo veramente lo scopo di soddisfare la sete di autoaffermazione , di rivalsa alle proprie insoddisfazioni personali, alla propria smania di potere, d'esserci sempre e comunque e di comandare gli altri.
Ma l'azione di un uomo motivato da questi bisogni irrisolvibili non può essere utile alla comunità ed anzi, la svalorizza, la svuota della sua dignità più profonda.
Sono bisogni irrisolvibili perchè', quando anche se questi riuscisse a primeggiare, a valersi sull'altro, in ogni caso perderebbe la sua anima, la sua funzione più nobile che è quella di operare per il bene generale, non c'è altra ragione che possa spingere l'impegno dell'essere umano se non l'operare per l'interesse sociale.
Allora che dire a coloro che si servono di un qualsiasi ruolo acquisito per dare sfogo ai bisogni più repressi e " divertirsi" nel gioco per - verso di condottieri invincibili?
Non si può dire nulla : questa gente ha troppi problemi di personalità perchè possa migliorare ed intendere una società diversa.
Agli uomini di buona volontà ( senza retorica. Ce ne saranno, spero) non resta che arginare il flusso di queste violente necessità di potere, questi impulsi narcisisti, questi deleteri giochi di carriera non distogliendo mai l'attenzione dallo scopo vero: quello di risolvere i bisogni sociali. E Non di ricevere applausi. Clap, Clap.
Qualsiasi riferimento a persone o fatti non è casuale.