giovedì 5 agosto 2010

METEO



Insomma: all'improvviso tutto si oscurò. dalla foto non sembra, poichè, non essendo particolarmente audace , ho scattato la foto rimanendo nella zona di sicurezza costituita dal mio camper. Dicevo, appunto, che all'improvviso tutto si oscurò: gli alberi cominciarono ad oscillare sotto le sferzate del vento, il mare si gonfiò d'aria e di spuma ed il cielo si abbassò sulle nostre teste come un Dio castigatore. Non esagero. Io fiutai il pericolo imminente: ebbene, sì, lo fiutai proprio come una bestiola selvatica e dissi: "Dobbiamo andare via subito. "

Ma molti rimanevano in spiaggia e non sembravano affatto scomporsi per il grigiore del cielo e il furore del vento.

Non sentii ragione: cominciai a far su le cose in modo spasmodico: a minuti ci sarebbe stato l'inferno ( o qualcosa che potrebbe rimandare la mente a quel luogo ).

Infatti successe tutto velocemente. Il vento, l'acqua , la grandine si abbatteva sulla terra secca furiosamente. All'uomo ( inteso come essere umano ) cosa restava da fare se non subire l'ondata meravigliosa e violenta della natura ? A parte scrivere sul blog...

mercoledì 4 agosto 2010

TRA TERRA E CIELO


Mi sto sviluppando come un microrganismo pulsante. ero una e mi sto moltiplicando. Mi dilato e mi centuplico come un virus misterioso. Mille pezzettini di me si addentrano in sentieri tortuosi, in vicoli strettissimi ed altri invece si allungano su ampie distese interminabili. Sono qui, ma non solo. Non posso permettermi di finirmi, di limitarmi. non posso ubbidire al costume ordinario che dice: " Non qui " Non adesso" " non così distante" " non così audacemente"
Invece mi spingo, mi allargo, mi trasfiguro ora in quella corteccia dura ed elastica, ora in quell'arbusto di rosmarino profumato di pioggia. Piove, infatti. Ed io sono goccia nell'acqua leggera di questa estate miracolosa.

IL NON TEMPO E IL MARE SEMPRE PIU' BLU

Hai il passo leggero di un animale selvatico. Tutto il giorno lo sfrigolio del mare nella battigia è il suono che ti accompagna nel tuo spazio luccicoso.
Hai tutto il giorno mani e piedi nella terra e nell'acqua come fosse una nuova consuetudine. Ti pare che sarà sempre così, un incontrarsi tra indigeni fatti di pelle e profumi salati con la luce nello sguardo acceso oltre l'azzurro in fondo, ancora più in fondo per un nuovo orizzonte di sassi e terre lontane. Potresti stare per sempre tra questi volti salmastri e caldi come fosse l' epilogo naturale della tua esistenza.
Non hai più i tuoi vestiti. Non ti servono. Nessuno si meraviglia. Nessuno ti chiede cosa devi fare. Non è più il tempo delle risposte da dare. Non ci sono domande in questa nuova stagione. Galleggi leggera in una bolla calda e morbida fatta di correnti marine e leggende di gabbiani bianchi.
Ormai ti sei fatta l'idea che gli altri siano stati in costume da sempre con le infradito di color pesca chiaro e tutte quelle idee creative su come cucinare le acciughe in padella.

lunedì 2 agosto 2010

FATTI PIU' IN LA'

Questo tempo , così diverso da quello in cui ero immersa qualche giorno fa, è un tempo spazioso.
Ma non inteso come spazio fisico, poichè anche quello, a parte le prime ore del giorno ( la foto ve le mostra) , è super affollato. Il tempo di cui sto parlando è il tempo psicologico. Mi tiene lontano dalla stretta soffocante di momenti snervanti che non mi permettevano di lavorare al meglio. In questi giorni di vacanza sono impegnata a riflettere sul mio tempo stretto, impellente, incalzante e improduttivo. Un tempo senza lo spazio necessario per fluire in me e arrotolarsi in me come unica sostanza imprescindibile. Mi diletto dei volti intorno e dei corpi in costume come mi trovassi in un pianeta di colori e voci nuove. Ho una teoria su questo che racconterò in seguito.