
Tutto era risolto. Non aveva più senso il mio smarrimento animoso, il mio coinvolgimento tenebroso. Ero oltre il sentimento che mi aveva chiamato al patimento ed allo struggimento. Non ero più io. Ero un 'altra. Perchè ciò che siamo è tempo che si svolge e si realizza nella trasfigurazione dell'istante. Noi siamo un movimento che diventa ciò che è mentre continuamente si trasforma e si evolve. Noi non attraversiamo il sentiero: noi siamo il sentiero che si struttura durante il percorso che intraprendiamo di attimo in attimo.
La mia voce registrata mi è estranea . Cosa stavo dicendo? Quale ardore mi ha mosso? Quale interpretazione del mio palpito oscuro? Avevo sofferto, dunque? o ero stata rapita da un'idea? dalla opinione su una realtà immaginata, ma irriconoscibile, sfiorita, sgretolata dal tempo e dal cammino? Che brutta voce ed arcigna, e prepotente e suadente e tesa alla seduzione alla volontà di imporsi di esserci, di lasciare un segno su una strada che diventava altro , che si dileguava come ladro furtivo, come progetto plasmato su una realtà già abbandonata.
Potrei disamorarmi di me e tradirmi con un' altra . Lo sto già facendo.
Ma durerà?