lunedì 9 novembre 2009

LA META' DI ME


C'era quella parte in me che viveva una vita sotterranea, senza temere le tenebre ed i suoi fantasmi crudeli. C'era quella parte di me in cui fluidificava il tempo ed il luogo tanto da non permettermi di abitare in alcun posto se non nella riflessione profonda e grave. C'era quella parte di me che s'agitava con forza e senza incertezze, che si spingeva, anzi, che galoppava avanti inconsapevole di ciò a cui tendeva. Era una parte innocente perchè senza memoria, senza esperienza perchè senza passato, ma fluente nell'eterno susseguirsi delle passioni e dei palpiti. C'era quella parte di me che s'era data, che si dava totalmente alla vita con la forza di ciò che si vuole e si può realizzare cioè sentire e vivere pienamente.

Ma oltre questo , c'era quella parte che con gli occhi torvi e malevoli, osservava un passo indietro senza convinzione.
C'era quella parte che sapeva, oh sì, che sapeva ! Perchè aveva già visto, già passato, consolidato il gioco perverso dell'inganno, della sofferenza e del martirio. Quella parte era abile e non si ingannava, ma faceva tesoro del crepitio fecondo del pensiero e lo coltivava alla luce della realtà prossima. Era una parte che conosceva il mondo e le leggi di costume e delle istituzioni. Era la parte che non si faceva sorprendere, che non si faceva colpire. Era lei, destinata a caricarsi sulle spalle il peso delle competenze acquisite, che vendicava il danno e riparava all'offesa. Era lei previdente, accorta, esperta, guerriera.
Era la parte che decideva , alfine, e prendendo le redini trasportava il cavallo bizzarro al suo traguardo.
Così era stato, ancora. Ancora, in quella occasione, m'aveva sollevata da terra e aveva deciso le strategie di comportamento e di battaglia. Quella parte era la parte più forte e più attenta. Non era la migliore. Ma come avrei fatto senza la sua mano robusta , la sua parola ferma , la sua determinazione alla rinascita?

domenica 8 novembre 2009

giovedì 5 novembre 2009

E SPEGNI QUESTO CAZZO DI COMPUTER, ALLORA


Sto dicendo proprio a te, marito di merda che ti piazzi davanti al pc mentre tua moglie sta stirando o finendo di lavare i piatti e tu credi di darti un tono da intellettuale del cazzo davanti a questo monitor mentre sei lì che non sai se passare alle video cam di ragazzine esplicite o se ri - passarti le foto di una impiegata comunale che si mette in pose , come dici tu , sensuali e che non sai neanche che cosa sia la sensualità perchè è una cosa di cervello e bisogna avercelo un cervello per farlo lavorare.
Sto dicendo a te uomo del cazzo che trovatemene uno con cui terminare un discorso poco poco coerente dove non si finisca di dire che in fondo la donna fa cose che non dovrebbe fare ed intanto in ufficio ti passi continuamente immagini di femmine senza riuscire ad andare oltre nelle relazioni.
Sto dicendo a te, che non leggi nemmeno cosa scrivo e ti pare chissà di vederci cosa nella mia faccia ed anche nel resto che è invece solo un cazzo di niente,cioè ciò che c'è nella tua testa. fanculo. Solo perchè tu esisti sarebbe un buon motivo per staccare il mio splendido blog per inibirlo alla tua vista tu, tu che non capisci un cazzo, un cazzo e che rendi ciò che guardi irrimediabilmente grottesco e deprecabile. fanculo, fanculo. Uomo di merda e spegni sto' cazzo di pc. Che l'hai reso strumento ignobile. Fanculo..fanculo fanculo

martedì 3 novembre 2009

HAI SMESSO DI RIDERE?

Espressione fatale di chi ha appena fatto smettere di ridere un tipo

Hai smesso di ridere?
Un tempo tutto Ti sembrava divertente. Dove è finito il tuo senso dell'umorismo?
E' stupefacente come l'uomo creda di poter governare la femmina a suo piacimento. La vede piccina e sottile e le sembra facilmente cedevole. Eppure, questo fatto, invece di spingerlo ad una maggiore comprensione ed attenzione, invece incoraggia alla vessazione.
Ma la donna, che s'è confrontata con la sopraffazione sin dalla più tenera età, è ormai avezza all'inganno.
Un famoso poeta medioevale diceva: " La femmina crede che ciascheduno la inganni e perciò ella sempre sta ad ingannare."
La donna affronta con l'arguzia e l'intuizione ciò che non può vincere con la forza fisica.
T'era sembrato così divertente il gioco.
Ricordo che mi canzonavi su Roma. E poi, a poche ore dal nostro incontro, avevi trovato quello stratagemma puerile che, immagino, ti avesse fatto sentire padrone della situazione.
Ricordo il sorriso sarcastico.
Adesso hai smesso di ridere vero? Perchè da quel giorno la macchina da guerra s'era messa in moto dapprima lentamente, ma in seguito ha cominciato a calpestare i sentieri di terra coi suoi cingoli di acciao pesante. Ha cominciato a distruggere ciò che c'era intorno a te e non ha ancora terminato il suo viaggio inesorabile.
La donna è maggiormente avvezza alle dinamiche relazionali, conosce i tortuosi percorsi della mistificazione e della sofferenza. Perchè è nella relazione che la donna si rappresenta e si riconosce. Per l'uomo l'incontro con l'altro è sempre esterno da se': lo attraversa in modo superficiale e giocoso. Per la donna è la vita e non può che affondare in essa totalmente con tutti gli aspetti che la agitano: morte rinascita, comunione e solitudine. Guai a chi attraversa questo cammino con animo beffardo! Guai a Chi non rispetta il palpito dell'ombra oscura che ci anima!
Hai compreso, dunque, la serietà del gioco e non ridi più al suono delle mie parole! Sai che hanno il peso delle fiamme mefistofeliche. Hanno il calore del fuoco infernale hanno il bruciore del cuore raggelato, del cuore offeso. Non hanno debolezze e non hanno pietà. E tu lo hai compreso benissimo perchè d'un tratto hai smesso di ridere. ...eppure allora avevi sottovalutato il rilievo: ti pareva tutto così divertente!