
C'era quella parte in me che viveva una vita sotterranea, senza temere le tenebre ed i suoi fantasmi crudeli. C'era quella parte di me in cui fluidificava il tempo ed il luogo tanto da non permettermi di abitare in alcun posto se non nella riflessione profonda e grave. C'era quella parte di me che s'agitava con forza e senza incertezze, che si spingeva, anzi, che galoppava avanti inconsapevole di ciò a cui tendeva. Era una parte innocente perchè senza memoria, senza esperienza perchè senza passato, ma fluente nell'eterno susseguirsi delle passioni e dei palpiti. C'era quella parte di me che s'era data, che si dava totalmente alla vita con la forza di ciò che si vuole e si può realizzare cioè sentire e vivere pienamente.
Ma oltre questo , c'era quella parte che con gli occhi torvi e malevoli, osservava un passo indietro senza convinzione.
C'era quella parte che sapeva, oh sì, che sapeva ! Perchè aveva già visto, già passato, consolidato il gioco perverso dell'inganno, della sofferenza e del martirio. Quella parte era abile e non si ingannava, ma faceva tesoro del crepitio fecondo del pensiero e lo coltivava alla luce della realtà prossima. Era una parte che conosceva il mondo e le leggi di costume e delle istituzioni. Era la parte che non si faceva sorprendere, che non si faceva colpire. Era lei, destinata a caricarsi sulle spalle il peso delle competenze acquisite, che vendicava il danno e riparava all'offesa. Era lei previdente, accorta, esperta, guerriera.
Era la parte che decideva , alfine, e prendendo le redini trasportava il cavallo bizzarro al suo traguardo.
Così era stato, ancora. Ancora, in quella occasione, m'aveva sollevata da terra e aveva deciso le strategie di comportamento e di battaglia. Quella parte era la parte più forte e più attenta. Non era la migliore. Ma come avrei fatto senza la sua mano robusta , la sua parola ferma , la sua determinazione alla rinascita?
Ma oltre questo , c'era quella parte che con gli occhi torvi e malevoli, osservava un passo indietro senza convinzione.
C'era quella parte che sapeva, oh sì, che sapeva ! Perchè aveva già visto, già passato, consolidato il gioco perverso dell'inganno, della sofferenza e del martirio. Quella parte era abile e non si ingannava, ma faceva tesoro del crepitio fecondo del pensiero e lo coltivava alla luce della realtà prossima. Era una parte che conosceva il mondo e le leggi di costume e delle istituzioni. Era la parte che non si faceva sorprendere, che non si faceva colpire. Era lei, destinata a caricarsi sulle spalle il peso delle competenze acquisite, che vendicava il danno e riparava all'offesa. Era lei previdente, accorta, esperta, guerriera.
Era la parte che decideva , alfine, e prendendo le redini trasportava il cavallo bizzarro al suo traguardo.
Così era stato, ancora. Ancora, in quella occasione, m'aveva sollevata da terra e aveva deciso le strategie di comportamento e di battaglia. Quella parte era la parte più forte e più attenta. Non era la migliore. Ma come avrei fatto senza la sua mano robusta , la sua parola ferma , la sua determinazione alla rinascita?