
domenica 27 settembre 2009
sabato 26 settembre 2009
UN LAVORO REDDITIZIO ED UN LAVORO DI MERDA

Esco fuori con sollievo. l'aria dentro il pronto soccorso era tanto sfittica che mi pareva di soffocare. A casa mangio, ma sono in apprensione pensando di aver lasciato lui in quel posto orribile. Allora mi alzo dalla tavola. Preparo due panini, prendo un succo di frutta , una mela. Metto tutto in un sacco , salgo in macchina e parto in direzione: ospedale di Alessandria. Dopo mezz'ora sono lì di nuovo. Lo faccio mangiare. Poi vado a lamentarmi con l'infermiera. Lei dice: " Ok, da giallo lo faccio diventare verde" Non so bene che significa, ma voglio assolutamente compiacerla. Dico: " Mio marito ha la febbre non riesce a stare in piedi" Lo definisco marito perchè è più sbrigativo in certi casi. Inutile fare la storia della propria vita. Lei lo fa distendere in una barella. " Beato lui!" Penso. sono stanchissima di stare lì, in sala d'attesa. Continuo ad uscire all'esterno, nel grande viale davanti all'ospedale. L'aria per la strana legge del contrabbasso è leggera e dolcissima . Io passeggio tra le panchine gustandomi il vento tiepido e mite di queste ultime serate estive. La città pare quasi accogliente con i suoi fanali luccicanti ed il silenzio calmo della strada. Mentre me ne sto lì pacifica, mi si avvicina un tipo molto distinto che subito mi rivolge la parola con modi gentili. Mi dice: " Stai cercando lavoro? ? Posso piazzarti una delle mie case con altre due ragazze." Non capisco tutto al volo, tranne la domanda che siccome mi è chiara all'istante la faccio subito mia. Rispondo a questa quasi istintivamente:" No, non cerco lavoro"
Lui insiste caloroso: " Avrei proprio bisogno, ti pagherei molto bene. "
Dico meccanicamente" Grazie, ho già un lavoro. " Dopo queste mia risposta il tipo si allontana salutandomi cordialmente. Per un attimo ho quasi creduto che la nostra fosse davvero una conversazione su argomenti di carattere professionale". Avrei voluto dirgli: "Dammi il tempo di valutare la cosa". Ma era già andato via. E il biglietto da visita?
Eppure mi vedevo quasi nella casa e dire: ""Ok, adesso mi firmi un modulo in base al D.Lgs 196/03 in cui sei a conoscenza che i tuoi dati trattati non saranno divulgati"
Rientro al pronto soccorso mentre era finalmente giunto il turno del mio ex marito. Subito lo mettono in isolamento. Dice il medico: " Per via dell'influenza dei maiali" Mi dico: " belle misure di sicurezza... Dalle cinque avrebbe potuto impestare tutta la sala di attesa"
Per fortuna , poi non era quell'influenza lì. Ma io ho perso l'occasione di un lavoro redditizio. Mica di merda.
venerdì 25 settembre 2009
TESORO DELLA MAMMA

Non credere, tesoro, che io sia, nei miei panni, esattamente quella che rappresento.
Questa faccia è un lavoro lungo , è un prodotto di squilibri improvvisi e inspiegabili. Posso rimanere impassibile e posso sorridere. Riesco anche a essere compresa attraverso il mio linguaggio sociale e le mie modalità cortesi.
Ma posso liberarmi delle mie consuetudini in un battito di ciglia. Perchè non dobbiamo identificarci mai in qualcosa di assolutamente determinato.
Non siamo noi che selezioniamo i pensieri ed i desideri, ma questi ci trascinano e decidono per noi il nostro percorso.
Resistere al richiamo della nostra essenza profonda non solo è un errore ma sarà completamente inutile. Questa raffiorirà appena troverà uno spiraglio che gli permetta di respirare nuovamente. E prenderà il sopravvento con tutta la potenza di un evento calamitoso .
Perchè non dobbiamo dimenticare che , per quanto cerchiamo di darci un nome ed una dimora, il senso vero dell'esistere non si troverà mai nel susseguirsi convenzionale delle cose, ma gorgoglierà sempre nell'abisso profondo dell'anima , in ciò che può che essere compreso solo col palpito del nostro cuore misterioso.
Tesoro mio, come vorrei caricarmi di questo tuo dolore e trasformarlo, con le mie mani, in trampolino di lancio verso la splendida vita a cui TI stai aprendo!
Ma il dolore è tuo, tuo questo meraviglioso dono del dolore, anche se lo struggimento te lo rende sgradito. Tuo il dolore e ciò che ne verrà da questo. Ossia l'accettazione della evanescenza della vita, la sua irreperibilità capricciosa, la sua incoerenza ambiziosa. Non hai che da accogliere l'imprevedibilità maligna a braccia aperte senza per forza dover attribuirne la causa. Questa è l'occasione per lasciare alla follia il suo percorso sconosciuto.
Non c'è un motivo e non c'è un colpevole. Noi non siamo che ciò che pensiamo nell'istante in cui il pensiero si dispiega nella nostra mente accogliente.
Non c'è altro da definire nella vita che possa darti la stessa forza di questa incertezza confusa, tesoro della mamma.
Questa faccia è un lavoro lungo , è un prodotto di squilibri improvvisi e inspiegabili. Posso rimanere impassibile e posso sorridere. Riesco anche a essere compresa attraverso il mio linguaggio sociale e le mie modalità cortesi.
Ma posso liberarmi delle mie consuetudini in un battito di ciglia. Perchè non dobbiamo identificarci mai in qualcosa di assolutamente determinato.
Non siamo noi che selezioniamo i pensieri ed i desideri, ma questi ci trascinano e decidono per noi il nostro percorso.
Resistere al richiamo della nostra essenza profonda non solo è un errore ma sarà completamente inutile. Questa raffiorirà appena troverà uno spiraglio che gli permetta di respirare nuovamente. E prenderà il sopravvento con tutta la potenza di un evento calamitoso .
Perchè non dobbiamo dimenticare che , per quanto cerchiamo di darci un nome ed una dimora, il senso vero dell'esistere non si troverà mai nel susseguirsi convenzionale delle cose, ma gorgoglierà sempre nell'abisso profondo dell'anima , in ciò che può che essere compreso solo col palpito del nostro cuore misterioso.
Tesoro mio, come vorrei caricarmi di questo tuo dolore e trasformarlo, con le mie mani, in trampolino di lancio verso la splendida vita a cui TI stai aprendo!
Ma il dolore è tuo, tuo questo meraviglioso dono del dolore, anche se lo struggimento te lo rende sgradito. Tuo il dolore e ciò che ne verrà da questo. Ossia l'accettazione della evanescenza della vita, la sua irreperibilità capricciosa, la sua incoerenza ambiziosa. Non hai che da accogliere l'imprevedibilità maligna a braccia aperte senza per forza dover attribuirne la causa. Questa è l'occasione per lasciare alla follia il suo percorso sconosciuto.
Non c'è un motivo e non c'è un colpevole. Noi non siamo che ciò che pensiamo nell'istante in cui il pensiero si dispiega nella nostra mente accogliente.
Non c'è altro da definire nella vita che possa darti la stessa forza di questa incertezza confusa, tesoro della mamma.
mercoledì 23 settembre 2009
POSSO GODERE DI TE COMPLETAMENTE

Posso fermare il tuo sguardo sul mio sguardo. E' un attimo. Siamo come uniti in una stretta pulsante.
La tua anima guizza velocemente dal mio occhio al tuo, dal tuo sguardo al mio. Non c'è che questo tempo nello spazio e nell'iride profonda che fluttua davanti a me e danza la sua musica voluttuosa. Non c'è nessuno intorno a noi. Il mio arco si flette nella tua direzione e non ho che la spinta a penetrare il tuo sguardo, a comporlo, ad immaginarlo, ad occuparlo con la mia attenzione fulminea e diligente. Questa ti insegue, ti accarezza mollemente e poi di nuovo, ti avviluppa come in un abbraccio di carne e sangue. Qualcuno parla, ride anche. Ma i tuoi occhi, ancora, cercano, mi trovano e scintillano come spade al contatto. Ti assedio prepotentemente. Scivolo da un occhio all'altro, affondo decisa nel tuo sguardo oscuro , lo catturo per un istante eterno , quale predatore crudele, non ti lascio andare, non faccio disperdere il tuo turbamento: lo vizio, lo seduco, lo incoraggio. Non vedo altro. Non sento che la tua voce trasfigurata dall'intesa muta che c'è tra noi. Sento quasi come se la mia mano attraversasse audacemente la tua fronte sudata, il tuo corpo, i tuo fianchi vigorosi, il tuo sesso spasimato.
Non vedo nessuno, perchè non guardo nessuno. non sento nessuno intorno. Non ascolto che il lieve movimento dell'occhio. Per un istante ti avvolgo. Ci sono solo io. Posso godere di te completamente.
Ma è un attimo. Il mio sguardo scioglie il contatto . C'è intorno la gente e il traffico. Le voci che parevano essersi dileguate d'un tratto si assestano limpide e salottiere alle mie orecchie.
La città è ora un telo scenografico che ruota intorno alla mia anima inebriata e sazia.
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