
Lei ricorda ancora quel viaggio a Firenze insieme. Ricorda i pellegrinaggi tra le piazze e le vie splendide di quella città. Ricorda ancora le notti insonni fatte di racconti di illusioni e di desideri.
Al ritorno lei l'aveva accompagnata a casa con la sua auto. Erano state così bene insieme che s'era fatta cupa e scontenta davanti al suo portone.
Lei, allegramente aveva appoggiato i lunghi capelli biondi sulla sua spalla e l'aveva esortata:
"Dai salutami, cara"
Lei l'aveva baciata sulla guancia per il consueto commiato diventato il rito della loro separazione, ma quella volta lei non s'era allontanata e non era scesa dalla sua auto. Invece, aveva detto seriamente: " ma solo così mi saluti?"
Fu in quell'istante, dunque, che riconobbe come per una folgorazione tempestiva ma in qualche senso tardiva ,infine ,quel che era lei e quel che significava l'ardore del loro gioco e di quell'emozione.
Fu in quel momento prezioso che lei seppe d'essere esattamente ciò che lei si aspettava e voleva e c'era e dunque sentiva profondamente nell'eternità del sentimento fattosi gesto , fattosi carezza.
Non poteva e non voleva negare il richiamo ed il sogno anche se l'avrebbe condotta in luoghi di inquietudine ed incertezza: s'avvicinò alle sue labbra per il loro primo bacio di passione e d'amore.....