mercoledì 17 giugno 2009

LA GRANDE AMMUCCHIATA


Nel mondo sociale noi cittadini siamo una struttura statica e rassicurante. Abbiamo schemi relazionali dai quali non fuggiamo e non vogliamo fuggire. Il mondo occidentale si sente libero, stimolato da mille sollecitazioni erotico/ sessuali, da manifestazioni libertarie e scostumate.
La partecipazione goliardica e compiacente alle grasse conversazioni sulle relazioni tra uomo e donna, ai pruriti originati da immagini più o meno provocanti, danno l'illusione d'essere slegati da vincoli e imposizioni psicologiche.
Eppure tutto questo invece non è che un sintomo dell'impoverimento sentimentale ed etico che la nostra epoca sta attraversando.
Vorrei dire: " Non è così. non è così. Che dovrebbe essere"
Perchè il desiderio proviene dalla violazione del nostro spirito. Perchè la passione si origina con l'invadenza della dimensione interiore di un altra persona in noi. E soprattutto non è una cosa divertente. E' un processo laborioso, sistematico, mobile, ma costante, preciso, lento e sovvertitore. Non si può frugare all'interno di se' impunemente senza che questa perquisizione non comporti una rivoluzione profonda, illuminante, irreversibile. Il desiderio sessuale non viaggia mai solo : noi siamo un pezzo unico, infatti la mia fica è con me in ogni ISTANTE: non vale meno del mio cervello e con lui elabora e respira. Dunque: ciò che desidero porta con se' non solo l'eccitazione, ma il dubbio, l'angoscia, il palpito, il fremito del mio corpo e del mio cuore. La società tende a separare ed a ghettizzare l'aspetto sessuale in un antro isolato della nostra vita relegandolo a certi aspetti ed a certi settori dell'esistenza. ( spazio di svago ed hobby) Perchè per il collettivo è necessario strutturarsi in modo uniforme ed ubbidiente, mentre la sessualità non lo permetterebbe. Perchè " eros" significa espressione specifica ed individuale del se'. Unica ed irripetibile. Troppo impegnativa e fuorviante per la vita sociale alla quale siamo chiamati e in cui siamo organizzati.
Ma invece: non mi vergogno d'essere intera. Chi mi attraversa mi appartiene PER SEMPRE. Non sarà mai un'immagine stimolante al quale indirizzare pelosi ammiccamenti, ma un'esperienza intima e determinante. Perchè ha partecipato alla mia metaformosi esclusiva ed alla minuziosa costruzione del puzzle inedito e straordinario che è la mia esistenza. Sarà indimenticabile.

martedì 16 giugno 2009

SCRIVERE

Non c'è che un modo per fermare l'istante dell'emozione: scriverlo. E scriverlo con tutta la potenza del suono e del linguaggio, con tutto il concetto generoso della parola, con tutto il languore di un gemito.
Scriverlo.
E far rifiorire ad ogni sillaba la voce, la forma preziosa, l'odore caldo, il colore acceso dell'anima presente, vitale, posseduta e fremente.
Scriverlo.
Così che la memoria afferri ciò che è stato e lo nutra, lo custodisca, lo generi come nuovo germoglio alla vita, che testimoni l'amore, la fiducia, la speranza e l'attesa.
Scrivere permette di rendere il tuo esistere simile ad una pozza d'acqua profonda e trasparente dove tu puoi affondare e nuotare dentro ed esserci completamente in ciò che è stato e ritrovare lo stesso palpito e lo stesso canto e lo stesso centro di vita. Sarai l'embrione primordiale della tua immagine trascesa e intera. La tua pelle sarà presa dal brivido ricorrente del miraggio.
Non sarà un tempo passato, ma lo specchio del tuo stato presente di gioia e di illusione soave. Sarà il riflesso del tuo spirito che si rinnova e rifluisce in un tempo senza ricordi e senza rimpianti perchè TEMPO infinito e mobile e vivo e sempre nuovo perchè in te come corrente impetuosa e avvincente. .

Sono dentro a questo oceano completamente immersa nella mia vita. sono l'artefice di un mosaico inedito e pieno di fascino. Galleggio attratta da una forza più vigile della mia stessa coscienza. La parola mi fa eterna.

lunedì 15 giugno 2009

IL TEMPO PERSO


Umberto Galimberti dice: " non si da conoscenza senza connivenza, non si da comprensione senza compromissione affettiva"

In questo c'è tutto ciò che cerco in una interazione. Non mi interessa rilevare i successi della persona con cui parlo: i successi sono cose incomprensibili. Non dicono il calore, non dicono il fermento , il crepitio del sangue e del corpo, non trascinano l'anima verso l'altra anima, non si sporcano, non si colorano. Non ho tempo per attendere alla ostentazione della parola, al gusto per l'arrotolamento della frase. Ho troppo da scalpitare all'interno di me verso sentieri più burrascosi, più complici. Così il tempo incalza. A che scopo ridursi a dialoghi che cronicizzano il senso convenzionale della esistenza, quel senso che ha previsto già come ci si debba relazionare perchè il dialogo vada bene? Sono oltre. Che mi interessa? per il resto so parlarmi benissimo. Conosco tutte le parole che tra l'altro sono già state dette. Niente di nuovo, niente di nuovo che non sia invece questo perdersi in una forza trascinante che non valuti e non apprezzi il modo, ma respiri l'invadenza, la fusione, la confusione delle anime, l'abbraccio ardente, la correità profonda ed avvincente. Come potrei mai rassegnarmi ad una voce plastica per quanto corretta e forbita? E' tempo perso ed io tempo non ne ho da perdere.
Ma qualcuno ce l'ha?

ATTENZIONE



un attimo di distrazione. quella vera. E di lì a poco avrei tamponato una macchina. Questa è alta filosofia. Le distrazioni possono essere fatali. Bisogna essere sempre attente e vigili ( comunali) .