Siamo al 25 aprile. In paese si organizza un raduno di reduci, rappresentanti politici, cittadini e curiosi. Quindi si celebrerà la messa alle 10.00. Infine si svolgerà il corteo lungo il Corso. Tutte le volte mi sento molto a disagio. A disagio perchè ho grande tenerezza per questi vecchi signori nostalgici della loro giovinezza che sembrano sbucare dal nulla ogni 25 aprile e per questo uso così patetico e quindi deleterio che si sta facendo di questa festa. Mentre uno di loro passava da noi per ritirare i manifesti, gli ho chiesto: (subito pentendomi di farlo): " ma avete l'impressione che ora nella situazione in cui siamo sia il caso di festeggiare una ricorrenza alla quale poi non abbiamo fatto seguire i risultati sperati e voluti?"
Lui era un vecchio. era stanco. mi ha risposto come doveva: "intanto ricordiamo."
Ricordiamo come? Ricordiamo facendo cosa? Non facciamo così il gioco della destra? Festeggiamo una giornata, che avrebbe dovuto essere il punto di partenza per una politica di coraggio, di innovazione, invece è solo una ricorrenza che sa di stantio, come il giorno dei morti, come il giorno dei santi. Una festa che è già morta prima di essere festeggiata. Perchè da quel momento le azioni e gli interventi sono stati scadenti, improvvisati. I frutti sono davanti ai nostri occhi. Non abbiamo la cultura alla democrazia, abbiamo grande attrattiva per " il saperci fare" per lo sberleffo, le piccole truffe, le inadempienze e i raggiri. Il nostro governo presenta alll'Europa ed al mondo un'immagine decadente, pietosa e ridicola.
La cultura di questo meraviglioso paese è una cultura destrorza, che parla di tolleranza come se " essere tolleranti" non voglia dire ciò che significa davvero ossia " subire la presenza dell'altro" quando invece l'atteggiamento dovrebbe essere quello di" vivere in una comunità variegata dove non vi sia chi tollera e chi è tollerato."
Amo il periodo della resistenza. Amo quel momento eroico. Ma da quella fulgente scintilla sarebbe dovuto nascere una Italia migliore. Non questa. Cazzo.
Lui era un vecchio. era stanco. mi ha risposto come doveva: "intanto ricordiamo."
Ricordiamo come? Ricordiamo facendo cosa? Non facciamo così il gioco della destra? Festeggiamo una giornata, che avrebbe dovuto essere il punto di partenza per una politica di coraggio, di innovazione, invece è solo una ricorrenza che sa di stantio, come il giorno dei morti, come il giorno dei santi. Una festa che è già morta prima di essere festeggiata. Perchè da quel momento le azioni e gli interventi sono stati scadenti, improvvisati. I frutti sono davanti ai nostri occhi. Non abbiamo la cultura alla democrazia, abbiamo grande attrattiva per " il saperci fare" per lo sberleffo, le piccole truffe, le inadempienze e i raggiri. Il nostro governo presenta alll'Europa ed al mondo un'immagine decadente, pietosa e ridicola.
La cultura di questo meraviglioso paese è una cultura destrorza, che parla di tolleranza come se " essere tolleranti" non voglia dire ciò che significa davvero ossia " subire la presenza dell'altro" quando invece l'atteggiamento dovrebbe essere quello di" vivere in una comunità variegata dove non vi sia chi tollera e chi è tollerato."
Amo il periodo della resistenza. Amo quel momento eroico. Ma da quella fulgente scintilla sarebbe dovuto nascere una Italia migliore. Non questa. Cazzo.