domenica 19 ottobre 2008

E' un delitto.

Facciamocene una ragione: sarebbe stato un membro di una comitiva di gita aziendale anche piacione. Quello che durante il viaggio nel pulmann che ti porta al ristorante, ti racconta tutto sul macellaio e di quella volta che lo avevano beccato con l'amante. Sarebbe stato uno del paese che incontri nel centro mentre lui passeggia con la figlioletta e la moglie ingrugnita al seguito. Magari avresti detto: " simpatichino..."
Chi lo conosceva non poteva non essere al corrente dei suoi limiti. Ma perchè proporlo per amministrare la città ? (per quanto si trattasse di un paese piccolo e senza grandi velleità di crescita culturale ed economica...) Non so darmi pace per questo. Ci sono dei lavori che siamo capaci a fare ed altri no. Non c'è nulla di male. Non tutti hanno una voce da tenore, ma possono fare il chirurgo plastico in modo eccellente. Non concepisco questi sfizi a spese dei cittadini, caspita. Questo è il delitto. Se non mi ripari bene la caldaia io ti odierò anche se sei capace a raccontare le barzellette, capiscimi. Non è anche controproducente per te, caro John, che in questa città ci devi vivere ? Proponiti per ciò che sai fare. Che puoi imparare a fare, ma questo incarico non era alla tua altezza.
Disprezzi così tanto e la città e l'istituzione per esserti permesso di attardarti nel gioco dell'amministratore ? Hai fatto perdere del tempo a questa città che si è fermata per permetterti di trastullarti nel ruolo così divertente di quello che comanda . Non pensare che dopo tu possa tornare ad essere il ragazzone di paese che tanto piaceva ai bars COME SE NIENTE FOSSE SUCCESSO. . Durante il gioco hai inciampato sopra il puzzle e dobbiamo ricominciare tutto daccapo. Cavolo.

sabato 18 ottobre 2008

COMUNE DI VALENZA: ELEZIONI CONSULTA GIOVANILE IRREGOLARI?

Commedia all’italiana:

SCENA 1 – Due funzionari amministrativi ( la cui esperienza era oramai collaudata da trenta anni di servizio eccellente presso la pubblica amministrazione) riscontrano gravi irregolarità procedurali riguardanti l'elezione del Presidente della Consulta giovanile. Queste irregolarità avevano compromesso in maniera determinante la legittimità del risultato finale

SCENA 2 - La sera stessa informano telefonicamente la persona eletta come Presidente comunicandole la situazione di irregolarità verificatasi e la seria probabilità di dover ripetere le votazioni. La ragazza eletta non solo non pareva ai funzionari ( vecchi di mestiere ) essere sorpresa delle irregolarità ma rifiutava veementemente persino l'idea di un possibile annullamento. Malgrado la sua reazione quasi sospetta, I funzionari concludono la telefonata ribadendo la presenza delle irregolarità e l’intenzione di informare il dirigente per una risoluzione dell’incongruenza.

SCENA 3 – Pochi minuti dopo la telefonata ricevuta, ( era tarda sera) questa persona incontra (casualmente?) il Sindaco (conosciuto per quale motivo? Amicizia? Contiguità politica?...) e si lamenta di essere stata insultata telefonicamente dai due funzionari. Sembra che proprio in questa occasione abbia minacciato una querela contro i funzionari che l’avevano così contrariata.

SCENA 4 – Il mattino successivo, senza che fosse arrivata nessuna querela o altra segnalazione, senza avere chiesto chiarimenti ai funzionari responsabili del servizio, il Sindaco ( per la prima volta interessato alle vicende che riguardavano la consulta giovanile ) ordina al Segretario Generale di avvisare il Dirigente di preparare un'immediata lettera di revoca di tutte le competenze relative alla Consulta giovanile in precedenza assegnate all'ufficio e sancite dal Regolamento comunale ( quindi in barba al Regolamento che non prevedeva una deroga delle funzioni) .

SCENA 5 – La revoca era già stata eseguita quando il giorno seguente arriva in Comune una lettera dello studio legale in cui si fa cenno che la cliente era andata nello studio con l’intenzione di presentare una diffida contro i funzionari ( quindi dalle minacce di querela era passata alle minacce di diffida e nessuna delle due mai messe in atto) ( querela di che poi ? di avere individuato irregolarità che rendevano la sua elezione illegittima? Sfido che non l'ha potuta presentare ! dato che non aveva alcuna argomentazione che potesse avvallare queste chiacchiere sue gratuite. Meno male che c'era il Sindaco che aveva in lei piena fiducia! Chissà come mai! ) .


I funzionari cercano di contattare il dirigente che più volte ribadisce di non essere lui l’artefice della decisione di revoca delle funzioni ma il Sindaco. ( Non si può biasimare il Dirigente più di tanto ( tiene famiglia ) : è stato assunto a contratto a tempo determinato, un sistema per tenere la Dirigenza in ostaggio dei politici = se non fai quello che ti dico non ti rinnovo il contratto.

Piccoli insignificanti particolari :


- I funzionari non sono mai stati convocati dal Sindaco per informare sul tipo di irregolarità ( forse che già il sindaco le conosceva ancora da prima le irregolarità adottate?) .


- Il Sindaco non si era mai interessato alla consulta giovanile se non in questo caso in cui
la nuova eletta poteva correre il rischio di affrontare un vero confronto con gli altri
candidati. Tanto questo lo infastidiva che persino l’esperienza e la rettitudine di trent’anni di servizio dei funzionari sono stati beffardamente calpestati


- Coincidenza voleva che la nuova eletta fosse la fidanzata di un iscritto alla lista che
appoggiava il sindaco durante le elezioni comunali.


- Sono passati cinque mesi e non è stata presentata in Procura alcuna querela o altra segnalazione sul fatto, a carico dei funzionari stessi. Ma la revoca non è stata rimossa.

- In compenso la consulta non ha registrato sinora nessuna iniziativa o attività da cinque mesi
a questa parte. Anzi, l’unica iniziativa presentata non ha avuto il piacere di essere neppure
presa in considerazione da chi aveva smosso mari e monti per diventare presidente. ( una
visione di un film) dato che il numero dei presenti all’iniziativa compreso chi l’ha voluta è stato di : NUMERO zero PRESENTI.


Forse la neo eletta pensava ( dato l’esempio di vita impartitole dal sindaco) che da quel momento sarebbe bastato solo “ dire” senza dover “ fare” . per ottenere consensi e tripudio. La lezione era: non importa se fai qualcosa: basta minacciare di farla per avere lo scettro in mano. Oppure: basta che che tu sia voluta dal Sindaco che si passa sopra a tutto


- Unico intervento = allontanare dalla consulta un gruppo di ragazzi amici dell'ex presidente, l’unico rimasto a contrastare l’attuale situazione



Ci si chiede se anche in altri campi da parte del Sindaco sia stato utilizzato lo stesso sistema di gestione: ossia :

minima riflessione, mancata interpellanza dei servizi competenti, noncuranza dei regolamenti e disattenzione sui procedimenti da adottare.

BELL'ESEMPIO DI CORRETTEZZA E TRASPARENZA DA OFFRIRE AI GIOVANI !!

L’atteggiamento del Sindaco è a mio parere inspiegabile, ma non vogliamo pensare male.

forse davvero il Sindaco è convinto che se un cittadino si lamenta questo è sufficiente , per il buon nome dell’amministrazione comunale che a questi venga revocato il servizio .

Allora sig. Sindaco, per coerenza col suo modo di agire ,



ASPETTIAMO AL PIU' PRESTO LE SUE DIMISSIONI
.
PERCHE' OGNI GIORNO, LE ASSICURO, CI SONO
.
QUATTRO O CINQUE CITTADINI CHE SI LAMENTANO
.
DI LEI



Ma non è finita qui .....perchè i funzionari non hanno intenzione di lasciar correre….. fra poche settimane il seguito....

mercoledì 15 ottobre 2008

Avanti il prossimo


" Ama il tuo prossimo". Chi è il prossimo?
Il prossimo lascia le lattine nei prati e le buste di plastica sulle rive dei fiumi. Il prossimo fa critiche senza approfondire. senza conoscere. Dice:" non amministrano bene. Non c'è la lampadina nel lampione". "non amministrano bene: c'è un cestino bucato." Magari anche non amministrano bene. Ma certamente non per il cestino bucato, non è per la lampadina bruciata. E' un altra cosa. Intanto ci sono i regolamenti. Le leggi . Ci sono i decreti. basta informarsi. C'è una lampadina bruciata? Comunicalo all'ufficio competente. Non andare al bar a chiacchierare di come l'Italia va male perchè non mettono una lampadina della minchia al suo posto. Informati.. Cerca l'ufficio e telefona.
"Fanno sempre lavorare gli stessi artisti."
Fai allora una proposta. e vediamo. Magari è così, ma si lotta, si cerca di capire. Si approfondisce.
.
Il prossimo ti dice al telefono che non ti ama più o magari non te lo dice nemmeno. ma tu lo avevi già capito. Per intuito. Hai un intuito da strega medioevale per queste cose.
Il prossimo lo hai trovato a spasso con una piccola oca giuliva senza carattere e con un grosso e basso sedere. Mentre tu avevi disquisito sulle tematiche della psicologia di massa e sulle origini dell'universo. Ti è sembrato persino una cosa inevitabile. Vedi come faccio confusione sulla figura del prossimo?
Il prossimo fraintende. Il prossimo ha paura di te , della tua passione. Ha paura di te. Ti crede più forte e dura di quanto tu sia effettivamente ( in fondo per il tuo prossimo tu sei il prossimo) Ha paura di te e ti stronca come un critico cinematografico. Ti odia persino. Ma non si informa. Non c'è il tempo. è più facile odiarti. Si odia facilmente ciò che non si capisce. E' più facile sfuggire. Ma il prossimo è misterioso. Per questo rincorri il prossimo. Il prossimo è affascinante. Tu lo vuoi . Tu non lo conosci. Per questo lo vuoi. Vuoi farti amare a tutti i costi. Vuoi sedurlo come tu fossi un politico alle elezioni regionali. Sei sornione, sei ammiccante. Sei amabile. Votami! Votami ....... gli troveresti persino un lavoro al prossimo così fascinoso come lo trovi quando non lo conosci. Ma poi? Quando hai ottenuto il suo consenso. Il suo applauso. L'hai preso. L'hai verificato. ora che ne è del tuo prossimo se non una storia oramai ascoltata? una pietanza già gustata?. Una stanza già visitata? Una stanza con pochissime sorprese e nessun cassetto segreto nello scrittoio . E' tutto lì. Davanti ai tuoi occhi . Con niente da scoprire. Ma rimani tu. Ti adori totalmente. Tu sai che vai oltre. L'hai trovato il tuo prossimo Ed era così ordinario, noioso. Non dice più niente di nuovo. Non è più "il nuovo". Cosa rimane da dire?. Avanti il prossimo! Già lo trovi così da scoprire che te ne innamori subito.

martedì 14 ottobre 2008

Aveva chiuso la porta a chiave

Lei era ritornata a casa. Aveva chiuso a chiave la porta della stanza. Aveva spento la luce ed acceso l’incenso. Il fumo leggero le aveva avvolto le braccia nude e seguiva i movimenti del suo corpo. In pochi minuti la stanza era invasa dal profumo denso e da una nebbia quasi fosforescente.


Durante i passi aveva abbandonato le scarpe col tacco a spillo e si addentrava nella stanza a piedi nudi.
Lei aveva sfilato la gonna stretta e nera, poi le calze autoreggenti , la maglietta ed infine il reggiseno e gli slip. Aveva sostato a lungo e in silenzio ed al buio nei pressi del suo letto. Finalmente poteva non sorridere.

Poteva distendere i muscoli del viso senza impedir loro di esprimere la noia... e la scontentezza.


I suoi movimenti erano studiatamente lenti e ovattati . Non parlava e non ascoltava che il silenzio della strada. Aveva scostato il cuscino e le lenzuola leggere.

Si era distesa nel letto e guardava il buio profondo in una cupa solitudine . Non c'era nessun rumore. Lei abbassò le palpebre.


Fu allora che giunse l’immagine e la voce.

Era un' immagine che proveniva da un altro luogo. Da un altro momento. Era davanti a lei. Poi di fianco. Lei gli aveva afferrato i capelli . Lui l'aveva stretta a sè con forza. Lei lo aveva baciato senza parole. C’era il sorriso ed il corpo . C’erano le mani addosso e l'odore selvatico di lui. Adesso ritrovava il ricordo ed il pensiero, ma ancora meglio trovava una strada nuova, una nuova storia. La stava inventando. E aveva esattamente i suoi occhi scurissimi e lo sguardo fulgido.
Era lì, anche se non c’era mai stato. Era insieme confuso e visibile nel buio. Era insieme vivo e indefinito tra i gesti delle sue mani ed il calore del suo corpo solitario sotto le lenzuola. Era lì, anche se non c'era. Lei allora aveva piegato le gambe circondandole in un abbraccio sensuale.

Era palpitante e inedito il desiderio. Ancora, ancora una volta. Senza aspettare o chiedere , senza convincere o sedurre. Ancora, ancora ed ancora si muoveva verso quel sogno, quel respiro vagheggiato, quel sentimento irraggiungibile, ma ancora un poco, ancora un poco. Con l'illusione poteva averlo in un attimo, poteva rincorrerlo, prenderlo a piene mani anche se si allontanava e poi ancora tornava ed andava via di nuovo senza tregua. Dicendo sì ed a volte dicendo no. Con gli occhi chiusi lo vedeva fermarsi e poi perdersi lontano. Lei affondava sempre più decisa le sue dita tra l'incoscienza e la consapevolezza di ripercorrere il viaggio che aveva fatto con lui. Un viaggio interrotto senza possibilità di riprenderlo.
Poi, d'improvviso, il sangue accellerò la sua corsa e lei fu raggiunta da un sussulto ardente. Solo allora lasciò la presa e distese le braccia lungo il letto vuoto. Si sentiva stremata. Il respiro si spezzò nella carne. E, come aveva sempre voluto, lui divenne suo completamente, ma proprio in quel momento l'immagine si dissolse e lei riaprì gli occhi al buio.