mercoledì 10 settembre 2008

UN PO X TUTTI ( SENZA APOSTROFO)








martedì 9 settembre 2008

NON C'E' TEMPO

Ho suonato al citofono. Chiedi: " chi è?" Io dico semplicemente il mio nome.
Sento lo scatto della porta. Anche se non hai detto nulla, immagino che, mentre premi il tasto, ti stai chiedendo perchè sono venuta sin da te. Perchè ti ho cercato.
Secondo me te lo stai chiedendo con un po' di inquietudine.
Perchè, per te, stasera doveva essere una serata come tante.
Hai cenato da solo. Hai sparecchiato la tavola velocemente. Hai fumato ascoltando del blues. Eri pronto per andare a letto. La casa era un po' in disordine. Il bagno era pieno degli asciugamani usati per la doccia sia del giorno prima che della sera stessa. Ma tu eri troppo stanco per mettere a posto. Eri troppo stanco per cercare gli amici. Per uscire ed andare a berti una birra con loro . Eri tranquillo. Quello che da un po' non riesco ad essere.

Io invece ho premeditato questa rivoluzione per te. Mi sono vestita di tutto punto. Ho i tacchi alti e il vestito nero attillato. Mi sono truccata accuratamente. Ho la biancheria intima nera di pizzo. Ho preso l'auto dal garage. Ho iniziato a guidare verso la tua direzione. Ho continuato a pensare a quello che in questi giorni mi tormentava. E naturalmente tu non c'entravi affatto. Il cuore era straziato. Guidavo. La macchina correva velocemente contro il buio della strada, tra gli alberi scuri e le luci della città. Spingevo il piede dell'acceleratore in fondo , sempre più in fondo senza frenare mai. Le curve mi venivano incontro repentinamente.

"Non c'è rimedio." Pensavo.
Non c'era più nulla da fare. Io non potevo fare più nulla. Non potevo usufruire di questo mio tempo per aggiustare, per modificare la situazione. Ero impotente. Il mio tempo non mi serviva a nulla. O forse non ce n'era più.
Di tempo.
Cercavo sempre di intervenire sugli avvenimenti con la pedanteria e la presunzione di poterli cambiare. Ora lasciavo andare la presa e le cose, finalmente libere , mi sbeffeggiavano.

Qualche settimana fa ero stata ad una cena . C'eri anche tu a questa cena. Eri seduto vicino a me ed avevamo chiacchierato un po'. Eri simpatico. Eri pressante. Chiedevi, chiedevi , ma in modo un po' distratto. Non ti interessava davvero. Ad un certo punto , per giustificare il mio immobilismo, avevo detto: " Sono disperata" e tu avevi riso di cuore. Giusto quello che mi ci voleva per sentirmi ulteriormente ridicola. Ma poi mi avevi passato un dito sulle labbra per togliermi le briciole.

Durante la cena mi era stato detto di sfuggita da un conoscente che il tuo sogno era quello di venire a letto con me .

Orbene, il tuo sogno ti aveva appena suonato il citofono.

domenica 7 settembre 2008

Maledetti, vi amerò

E' sera. Questo posto sa di cose già vissute. Giovanna Marini sta cantando le sue canzoni folk sopra delle balle di fieno. Intorno c'è la campagna . Riconosco la gente. ero vestita come loro un po' di tempo fa. Ora arrivo in nero con gli stivali con il tacco. Li Guardo e li ricordo. Sembrano giovani, ma solo perchè lo erano con me. Ci sono colori. Ci sono i compagni. C'è odore di sterco e di bestiame. Marini intona: " Oh Bella ciao" Con le mani teniamo il ritmo, ma senza foga. Mi chiama un vecchio amico. Ti ricordi? avevo 16 anni. Mi ricordo. Avevo 16 anni. Sei invecchiato. Non ti chiedo se lo sono anch'io. Ti dico " Sei invecchiato" . Tu dici ridendo; " Oh grazie"
Racconti la tua storia. Uguale alla mia. Mi sono separato. Mi sono separata. Io non vedo più mia moglie da cinque anni. Io ti indico ridendo il mio ex marito. E' qui con me. Mi sono risposata. Mio marito è qui con me. Lui dice: " basta con le relazioni serie." Che sciocchezza !"penso ..E dico per non questionare: " per ora, immagino" .
Ha una sua teoria sulle separazioni: "Le donne ti vogliono cambiare. Le donne ti vogliono inquadrare. "
Non so. Non è per questo che io mi sono separata. Perchè finisce la passione.... l'attrazione. Perchè non ci vuoi più fare l'amore con il marito.In generale col marito. E non si può più stare così senza essere trasparenti. senza essere sinceri. Si deve andare a vivere un nuovo sogno. Almeno per me. Per me.
Ricordo quando ci siamo conosciuti. Eravamo convinti che niente ci avrebbe arrestato. Tu eri spavaldo e pieno di speranze. Ora sei vecchio. Non hai più i riccioli nerissimi a caschetto. Non hai più la sciarpa rossa, gialla e viola che ti distingueva. Sei patetico, scusa. patetico. Cosa ne hai fatto di te? A cosa sei giunto se non a una conclusione fallimentare? Sei al punto di partenza .
Ma io?
io allora?
Intorno cominciano a ballare. Fanno piccoli saltelli e alzano le braccia al cielo. Pinuccio mi viene vicino. Balla. Mi tocca. Mi parla e scherza. Ha lo sguardo da ubriaco e si muove sinuosamente. E' carino, ma triste. Triste. Vuole che io balli, ma è tutto così struggente , struggente. Dico: " No No " Non mi muovo.
Mi chiedo: " E' questa la gioia?" Non assomigliamo a vecchi partigiani che trascorrono i mesi a organizzare il 25 aprile? E si sentono e si vedono solo nelle ricorrenze?
Questo è il nostro resoconto? Ed io che sono un po' diversa, almeno all'apparenza Ho modi e sguardi disincantati non ho forse raggiunto lo stesso risultato? Ossia nulla. Compagni.Come vecchi sulle panchine a ricordare i tempi andati. Non avendo più neppure questi. Maledetti.
Questi pensieri sono solo miei? Eppure vorrei essere leggera. Leggera.Ma cosa c'è da essere allegri? Abbiamo qualcosa per cui festeggiare, forse?
La musica continua. Pinuccio ha trovato una ragazza e balla con lei. Io, guardandolo, mi consolo. Da lontano gli sorrido conciliante.

venerdì 5 settembre 2008

IL SEGRETARIO GENERALE


Fin dai tempi dei romani/ lei riempiva già i ripiani / di faldoni e regolette/ leggi, pratiche e etichette / la carriera in fretta ha fatto/ gliene diamo proprio atto/lei si chiama segretaria / e si sente necessaria/ ma a noi altri un po' insolenti/ ce ne frega un accidenti/ lei ti chiama al capezzale/ tu dichiari che stai male/ lei poi parte alla riscossa/ e corregge con la rossa/ al telefono ha chiamato / ti sei dato per malato/ il suo tono è un po' affettato/ e ti senti rassegnato
manca qui una virgoletta!!!/ e ti chiama e ti bacchetta/ se una cosa è assai importante/ la dimentica all'istante/ e se c'è da organizzare/ questo qui non lo sa fare/ batte i tacchi qua e là/ in pensione se ne andrà?