Avevo scritto già due anni
fa di come la politica non avesse più una organizzazione etica ossia una pianificazione degli obbiettivi, una formazione di chi si accinge ad
amministrare la cosa pubblica.
Avevo scritto nel
post" I politici improvvisati" queste parole:
"Si dovrebbe spalmare il potere decisionale tra i più
validi professionisti e competenti politici per renderlo più fluido
e meno centralizzato.
Si dovrebbero condividere le scelte attraverso
assemblee partecipative, dibattiti, partecipazione della comunità.
Si dovrebbe ridare valore al lavoro di formazione
della classe politica.
Gli improvvisati della politica hanno solo necessità
del consenso popolare, di gadget, farfallini colorati ed una clacque consenziente"
Ora, dopo la mia esperienza in una
campagna elettorale terribilmente melensa , indirizzata alla mera ricerca
dell'applauso e dell'approvazione epidermica come quella che si potrebbe
trovare tra i clienti che attraversano le vie notturne
piene di puttane, insomma dopo aver vissuto questa esperienza ,
devo dire che sono contenta che sia tutto finito.
In questi giorni abbiamo avuto in visita , nella nostra città, tanti ministri, senatori, deputati ed
europarlamentari.
Finite le elezioni tutti si dimenticheranno di Valenza.
I
social saranno di nuovo ripudiati, dimenticati, abbandonati dain partiti e dai loro leader.
Rimarranno
quelli come me che credevano davvero in questa
modalità di comunicazione come ad un nuovo sistema di trasmissione di idee e
passioni o come ,almeno unico mezzo che hanno quelli " senza
mezzi"
Se i cittadini accetteranno la seduzione che emanano certi faccioni con i
denti ( oltrettutto) ingialliti sulle pagine dei giornali locali, allora non ci
sarà più speranza per quella idea di confronto, di condivisione di
indipendenza che mi ha motivato finora a lottare. Perchè puntare all'indipendenza, ed alla democrazia , ve lo voglio dire, è' stato faticoso .
E' stato faticoso lavorare all'idea che una
squadra scegliesse il candidato, che non fosse calato dall'alto
, che non fosse tutto confezionato e che si confrontasse, anche che si
scontrasse. a volte , duramente.
E' stato faticoso tenere la barra dritta sui valori
di una linea politica coerente che non accettasse il richiamo delle sirene
chiamati partiti. La loro macchina infatti, si è mossa conscia di avere
meccanismi di acciaio indistruttibili, senza pietà.
E' stato faticoso ostinarsi a proseguire
quando, alcuni nostri cittadini, attratti dalle richieste di quello o quell'altro partito,
ci lasciava per seguire il sogno di una elezione facile, di una
organizzazione che ti liberasse dal lavoro di fare e discutere, e decidere ( che per molti è un vero affanno)
Quello a cui aspiro è davvero una elezione dove
non vinca l'uomo solo al comando.
Mentre tutti si muovono con questa convinzione
deleteria che una persona sola possa rappresentare il tutto e che tutto dipenda
da come si muove e sorrida e piaccia questa persona sola , è
necessario per la nostra città che invece si cominci a considerare l'obbiettivo
anzichè il conduttore.
Perchè se muore il conduttore la sua idea morirà con lui,
ma se il progetto è grande e vivo e efficace per conto suo non importa chi si
trova alla guida quanto che la strada sia condivisa e che la meta sia splendida , che porti lontano non come luogo , ma come tempo.
Come già scrissi: non dobbiamo essere simpatici.
Dobbiamo essere in grado di amministrare.
Non dobbiamo essere spiritosi, quello è compito dei comici
. Forse che siete rimasti abbagliati dalle capacità dialettiche del comico
genovese che invece ha dimostrato di avere solo quelle oltre una idea
autoritaria e confusionaria dello Stato?
Non bisogna essere seducenti, ma avere una visione
istituzionale delle gestione della cosa pubblica. Questa visione non si impara
in pochi giorni : sono necessari anni di apprendistato, di esperienze, di
gavetta.
Per questo Beppe Grillo non ce l'ha e non può imparare ad
averla : misantropo, totalitaristico, abituato all'individualismo
sfrenato. Niente di male. Lo rende eccentrico, divertente , fascinoso. Ma un
altra cosa è lavorare per una visione democratica della società. Perchè
la democrazia non ha molto a che fare con lo spettacolo che da qualche tempo
viene imbastito in vista delle elezioni.
Ci stiamo abituando a slogans dittatoriali, a squadre di
facciata, a chiacchiere da bar ( si fanno in un bar, spesso !! E questo da
l'idea di come siamo immersi in una non-consapevolezza della commedia grottesca
che stiamo rappresentando:la parodia della democrazia ).
Perchè la democrazia non è mica un giocattolo da
sbatacchiare a destra ed a sinistra ( non lo dico a caso) credenddo che rimanga
intero.
Per governare una società in modo democratico occorre
stabilire regole, limiti e soprattutto la finalità di questi limiti ed anche
educare ed educarci al senso di comunità , ad accantonare quella
parte di individualismo che le tivvù ed i social ( con queste celebrazioni delle nostre quotidianità) tanto decantano senza
sapere che stanno diseducando alla democrazia che è rispetto, che è
ascolto, che è compromesso nel senso alto del termine che è attenzione.
Per questo le regole della democrazia DEVONO essere raffinate,
complesse, lungimiranti. Devono guardare oltre l'entusiasmo che la
libertà ci ispira per condurci verso la conoscenza dell'altro, della sua
diversità dei suoi bisogni, dei suoi diritti. E' un lavoro lunghissimo e
spesso scappa dalle mani persino a quelli che sin da piccoli sono stati
abituati dai fratelli maggiori e minori all'attesa alla pazienza, al confronto.
Mi è capitato , in questi giorni che una candidata si proponesse in termini di libertà come piena possibilità di fare ciò che più le piaceva , ignara della pericolosità di ciò che
questi termini portavano con se' : diceva:
io sono una donna libera ossia
senza padroni."
Dico : " No"
La libertà non è questa. La
democrazia non è questa, ossia : muoversi al vento dei propri
pensieri.
Siamo tutti prigionieri di molte nevrosi. Ma dobbiamo per
questo avere una direzione che deve essere la nostra guida, la nostra visione
futura. Ossia dobbiamo tenere d'occhio l'aspirazione dell'essere umano ( atavica) a far prevalere i propri bisogni , come se fossero gli
unici esistenti al mondo e volgere lo sguardo ad altri suoni.
Dobbiamo imparare a memoria,introiettare come linfa di sangue , le REGOLE della democrazia il
che significa , caro sostenitore di Barbero che chi critica Barbero non è
per questo un cretino, non è per questo senza cervello, ma probabilmente è
una persona che, importantissimo, non ha le tue stesse
prerogative e che le tue prerogative non sono le uniche.
La CRITICA NON E' UN ATTACCO IGNOBILE E SCANDALOSO, MA DOVREBBE ESSERE CONSIDERATO UN' OCCASIONE DI CONFRONTO DEMOCRATICO. UNO SMUSSARE ANGOLI ACUTI E PUNTI OSCURI.
Democrazia non significa essere senza padroni, ma avere come padrone della propria morale una linea di condotta , rigorosa che come tutte le cose rigorose sanno di lacciuoli , di restrizioni, di moderazioni, di ritegni. di riguardo verso chi non è te.
Beppe Grillo ha fretta. Vuole arrivare al dunque e come nelle rivoluzioni sanguinose non bada alla democrazia.
La CRITICA NON E' UN ATTACCO IGNOBILE E SCANDALOSO, MA DOVREBBE ESSERE CONSIDERATO UN' OCCASIONE DI CONFRONTO DEMOCRATICO. UNO SMUSSARE ANGOLI ACUTI E PUNTI OSCURI.
Democrazia non significa essere senza padroni, ma avere come padrone della propria morale una linea di condotta , rigorosa che come tutte le cose rigorose sanno di lacciuoli , di restrizioni, di moderazioni, di ritegni. di riguardo verso chi non è te.
Beppe Grillo ha fretta. Vuole arrivare al dunque e come nelle rivoluzioni sanguinose non bada alla democrazia.
Ma io sono una donna
delle istituzioni. Ho due sorelle con le quali ho diviso l'armadio e l'affetto
dei miei genitori. Ho dovuto essere convincente. e per esserlo ho dovuto
misurarmi con loro , ho dovuto trovare argomenti ho dovuto adattare il mio
" io" traboccante" ad un " NOI " moderato, consolante,
che tutela e difende anche chi da solo non lo sa fare.
Sono una donna delle istituzioni.
A 19 anni ho cominciato a
pensare in termini di cittadinanza, questa cittadinanza che non è, come
pensa Casaleggio un tot di denaro, ma una visione di intero che vede l'altro
come un essere con i suoi diritti se non da comprendere almeno da
non violare.
Una visione di intero che trova l'altro nel tuo stesso armadio. Nel cassetto a fianco. Proprio lì.
Una visione di intero che trova l'altro nel tuo stesso armadio. Nel cassetto a fianco. Proprio lì.