Il dipendente raccomandato ha SVARIATE PROVENIENZE. C'è il dipendente assunto con un concorso pubblico ed il dipendente già assunto e promosso ad altro incarico.
Il Dipendente raccomandato assunto con concorso pubblico è facilmente individuabile. Come? Direte voi. Semplice: basta scorrere l'elenco dei requisiti necessari per partecipare al concorso in questione.
Di solito il bando di concorso recita così:
1) requisito: ( se il dipendente è già all'interno dell'ente da 125 giorni) aver prestato servizio all'interno dell'ente presso quel determinato ufficio e in quell'apposita scrivania per esattamente 125 giorni .
2 )requisito: avere esperienza specifica di utilizzo cavapunti azzurrina in dotazione del servizio specifico.
3) requisito: essere alto 1.75 ed avere i capelli brizzolati vicino alle tempie
4) pesare specificatamente Kg 74,28.
A questo punto l'ultimo requisito che potrebbe essere quello di chiamarsi Enzo Scalcabarozzi molte volte è ritenuto superfluo, ma in alcuni casi , quando il raccomandato mostra irrimediabili e troppo evidenti carenze culturali , diventa necessario inserirlo come ultima clausola sine qua non.
Per quanto riguarda il dipendente raccomandato già in servizio nell'ente, (ma che si vuole elevare ad altro ed alto grado) il discorso si fa più semplice.
Basta inventarsi un nuovo incarico estrapolando un'attività inserita all'interno di un ufficio tipo: la catalogazione dei timbri da innovare e.. .. voilà: ecco un nuovo ruolo ed un nuovo posto di comando da assegnare al dipendente già lacchè oppure già dipendente inutile, ma solerte alla posizione dei 90°, già dipendente tremens, ma mite e accomodante a chiudere non un occhio ma ambedue gli occhi e la bocca e persino il cervello alla bisogna e senza vergogna.
Il Dipendente raccomandato assunto con concorso pubblico è facilmente individuabile. Come? Direte voi. Semplice: basta scorrere l'elenco dei requisiti necessari per partecipare al concorso in questione.
Di solito il bando di concorso recita così:
1) requisito: ( se il dipendente è già all'interno dell'ente da 125 giorni) aver prestato servizio all'interno dell'ente presso quel determinato ufficio e in quell'apposita scrivania per esattamente 125 giorni .
2 )requisito: avere esperienza specifica di utilizzo cavapunti azzurrina in dotazione del servizio specifico.
3) requisito: essere alto 1.75 ed avere i capelli brizzolati vicino alle tempie
4) pesare specificatamente Kg 74,28.
A questo punto l'ultimo requisito che potrebbe essere quello di chiamarsi Enzo Scalcabarozzi molte volte è ritenuto superfluo, ma in alcuni casi , quando il raccomandato mostra irrimediabili e troppo evidenti carenze culturali , diventa necessario inserirlo come ultima clausola sine qua non.
Per quanto riguarda il dipendente raccomandato già in servizio nell'ente, (ma che si vuole elevare ad altro ed alto grado) il discorso si fa più semplice.
Basta inventarsi un nuovo incarico estrapolando un'attività inserita all'interno di un ufficio tipo: la catalogazione dei timbri da innovare e.. .. voilà: ecco un nuovo ruolo ed un nuovo posto di comando da assegnare al dipendente già lacchè oppure già dipendente inutile, ma solerte alla posizione dei 90°, già dipendente tremens, ma mite e accomodante a chiudere non un occhio ma ambedue gli occhi e la bocca e persino il cervello alla bisogna e senza vergogna.
Ma la cosa più stupefacente è il fatto che il dipendente raccomandato è uno dei pochi casi di fenomeno bi - partisan: collocato in illo tempore da una fazione politica, una volta verificatasi l'alternanza, quella che gli succede non ha nessun interesse a rimuovere il raccomandato, poichè questo è già pronto a chinare il capo ed a porgere le terga anche al nuovo arrivato purchè potente e senza alcuna velleità di far valere veramente la grande opportunità che potrebbe essere per il cittadino il servizio pubblico.
Peccato. Peccato. Peccato
Punto.
6 commenti:
Carissima Antonella, in questa tua "galleria degli orrori" della pubblica amministrazione, già descritta fin dall'Ottocento dai grandi narratori quali Balzac, Flaubert e soprattutto Gogol,manca quello che si potrebbe definire "il dipendente con la schiena diritta". Quanti ne esistono? Da quello che si legge nel tuo blog uno di questi potresti essere tu. Auguri.
Leggasi" Il dipendente incazzato" non mi sei attento, non mi segui abbastanza. e poi come si fa a stare con la schiena dritta se non riesci a farti girare un po' le balle.. ma servirà?
come dici tu, è vecchia roba. Ormai incancrenita nel tessuto istituzionale. una lotta contro i mulini a vento.
Anonimo proveniente dal profondo sud alle ore 11.48 ( come registra la notifica della mia casella postale) non ti sei stancato di venire a leggermi? Sei ancora così innamorato di me, cribbio!
Rassegnati al crudele destino.. una vita insulsa senza le mie dolci parole di blogger fantastica...
dai scherzo.. non piangere
rionico e realistico, ahimè ne siamo a conoscenza in molti. Ma la chiave per cambiare le cose sta nel nostro mutare atteggiamento. E per esempio, non rispondere più velocemente al collega, piuttosto che all'estraneo, con la sana consapevolezza che gli altri dovrebbero fare altrettanto.
Lavoro nel pubblico, eppure pago le visite mediche e prendo appuntamento come gli utenti.
I medici che l'hanno scoperto mi guardano diversamente dagli altri, e mi trattano con maggiore attenzione. Non mi riesce sempre, ma almeno ci provo!
e' vero Lila, però cambiare il nostro atteggiamento magari non è sufficiente, perchè nei piani alti continueranno a ordire le loro trame alla faccia delle persone comuni.
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