venerdì 30 ottobre 2009

IL DEMONE SOTTO LA PELLE

Ti odio, te l'ho detto? Da tanto tempo ti odio. Da quando hai tras - ferito le tue pulsioni sotto spesse coltri di tessuto scuro.
Hai bandito le parole ed i gesti che ti avevano generata come fiore nuovo e vergine.
Hai ubbidito agli ordini della città che ti abitava e ti sei vestita di costumi ordinari e vuoti. Sei tutta elegante e ti vedo camminare per la strada con le spalle dritte e la voce tuonante. T'ho visto davanti alla scuola che chiacchieravi sorda ai miei richiami , alle mie suppliche. Eri avvolta da una lunga mantella beige e profumata di Chanel .
Tu hai soffocato il mio grido ed hai continuato a sorridere ed ad assentire.
Perchè non vuoi ricordare d'essere stata tutt'uno con la pelle chiara e nuda ? d'essere stata natura e sole nelle giornate estive? Hai rinunciato a mostrarmi perchè non hai la forza di difendermi, hai voluto rinnegarmi per evitare di combattere. Ma io mi nutro sotto pelle di ogni tuo fremito e sopravviverò al silenzio che opprime te e la gente che ti sta attorno.
Non durerà a lungo la quiete polverosa di questo sentiero. Molto presto una nuova turbolenza genererà un vortice miracoloso che spazzolerà la strada di tutti i relitti di cui il mondo s'è riempito.
Sarà un nuovo mondo . Talmente nuovo da non fare notizia.

COMUNE DI VALENZA: GRANDE FESTA DI HALLOWEEN 2009

Per chi si trovasse in Piemonte ...
quale migliore occasione per vedere la città di Valenza?

Presenteremo questa storia:
Vi ricordate i tempi bui in cui le donne che mostravano un minimo di autonomia dal potere venivano bruciate additandole a streghe? Bene, dopo 1000 anni ecco che una di loro tornerà in vita a Valenza proprio il 31 ottobre 2009 ( e non sto parlando di me, ma di una nuova splendida fanciulla ...ecc. ecc)

mercoledì 28 ottobre 2009

LA TRANS - FORMAZIONE DELL'UOMO

Il compito dell'uomo dal momento in cui viene al mondo è fare di se' qualcosa . L'uomo, cioè , deve costruire se' stesso. Questo significa che non nasce già strutturato e ciò che lo determina è il prodotto di un continuo processo di trasformazione.
Chi può dunque dire dove questo processo ci porterà? Qualcuno è certo che il nostro futuro è già STATO determinato dai nostri antenati, eppure è la storia che ci dimostra come l' essere umano si è modificato : è diventato altro rispetto a ciò che era in origine . Tra miliardi di anni sarà un uomo ancora diverso.

RACCONTO
( di vita vera )

Lei aveva preso l'auto e si era recata a Milano. Aveva attraversato strade strette e buie fino a quel quartiere periferico. Aveva varcato un grande portone di ferro . Aveva salito le lunghe scale sino alla porta di ingresso . La porta era socchiusa come le era stato detto.
Lei attraversò il corridoio sino alla camera da letto. Questa era buia e fredda e solamente una luce azzurrina illuminava i pochi mobili disposti disordinatamente. Nel letto c'era Maddy che si affannava al sorriso.
Lei rovesciò sul tavolino tutte le medicine che aveva portato con se' e senza parlare aprì una scatola, ne estrasse una capsula , versò l'acqua nel bicchiere e finalmente si avvicinò al letto.
" Prendi questa tesoro, è un antinfiammatorio"
" Sei sicura che mi farà bene? " il tono di Maddy* era fievole e lamentoso
Lei l'accarezzò a lungo e non rispose.
Maddy era così dolce , Maddy , da sempre era vulnerabile e debole.
Maddy era stata allontanata dai genitori quando aveva deciso di operarsi e da allora, Maddy aveva dovuto fare conto solamente sulle sue possibilità.
Lei l'aveva conosciuta per caso ed aveva, Maddy, tutto ciò che a lei mancava ossia la dolcezza, la fiducia insormontabile nel mondo, la speranza nel futuro, l'illusione della felicità. Lei , invece, era dura. Lei era crudele e severa.
Per qualche tempo Maddy aveva dovuto vendersi, ma da un anno circa aveva trovato lavoro, un lavoro modesto, ma che almeno le aveva permesso di non svilirsi , di non mortificarsi come le era spesso capitato.
Maddy diceva: " Gli uomini sono dei veri maiali. Ieri sul posto di lavoro uno mi ha messo le mani addosso."
Lei diceva: " Maddy, non dovevi farti una quarta , potevi farti un seno più piccolo." diceva ancora:" Maddy, mettiti una gonna più lunga" " Maddy mettiti i pantaloni" E si sentiva un po' scema mentre dava quelle stupide indicazioni.
Maddy aveva detto: " ma a me piace il seno grosso, nelle donne"
E lei rideva perchè non capiva se a Maddy piacevano le donne col seno grosso oppure gli uomini a cui piacevano le donne col seno grosso.
Maddy era la donna che lei avrebbe voluto essere: dolce e mite.
Per Maddy, lei era la donna che avrebbe voluto amare se mai si fosse sentito uomo.
* nome fittizio

lunedì 26 ottobre 2009

L'HOMO SAPIENS E PIERO MARRAZZO

Nietzche diceva: " l'uomo è un animale non ancora stabilizzato. "
La società, ma questo lo sappiamo tutti, si è data un ordinamento psicologico e sessuale per permettere ad una moltitudine di persone di vivere insieme. Ma noi, in cuor nostro, sappiamo d'essere altro da quello che esprimiamo e che i nostri desideri hanno delle sfumature e delle deviazioni che di giorno in giorno si manifestano in noi quasi sorprendendoci. Nell'antica Grecia era una consuetudine per i saggi e gli insegnanti instradare i fanciulli alla vita sessuale , ossia avere rapporti sessuali con ragazzini di 13 / 15 anni. Nella nostra società questo è illegittimo e moralmente deprecabile. Ciò che è successo nuovamente ( non è la prima volta che un politico viene trovato a compiere questi atti) non è che una punta di un icerberg che conta milioni di storie simili e confuse che non abbiamo il diritto di giudicare.

Ho letto un blog di una persona che abitualmente si camuffa su face book e su Messenger, una persona che scrive lettere ai giornali di Napoli firmandosi Ivan Bassanini ed avendo tutto un altro nome, sempre la stessa persona, registrata su siti di video pedo/ pornografico, nel suo blog si erge a giudice integerrimo del comportamento del governatore del Lazio.
Questa stessa persona, mentre insegnava a fanciulli in una scuola privata e cattolica, ( per fortuna l'hanno allontanato) la sera si dilettava con conversazioni scabrose e indicibili. E questa frase è per lui: "non guardare il governatore del Lazio, osserva ciò che fai abitualmente."
Abbiamo avuto altri casi di uomini pubblici che sono stati sorpresi con trans o prostitute sulle strade o presso abitazioni private. Tutti questi fatti non possiamo considerarli dei casi isolati, ma è un segnale che la visione del mondo al quale siamo stati abituati sta subendo una mutazione che non riusciamo a controllare.
Per molti anni abbiamo avuto della sessualità una dimensione precisa e distinta che non dava adito ad incertezze. La sessualità maschile da una parte e quella femminile dall'altra.
La nuova tecnologia ci permette di intervenire sul nostro corpo e ci ha permesso una fusione di identità che è diventata una fusione anche psicologica. Molte dottrine sono state messe in discussione.
Ignorare questo processo lento ed inesorabile vuol dire allora voler continuare a vivere in una società che non risponde più al bisogno del nuovo uomo che sta nascendo.
Solamente affrontando questo cambiamento possiamo impedirne la degradazione. Solamente riconoscendo con sincerità e trasparenza le nostre vere pulsioni senza condannarle , senza gridare allo scandalo, ma affrontandole e rivelandole possiamo far sì che questo cambiamento non sia una digressione, ma una evoluzione.
La persona che nel suo blog accusa Marrazzo di atti indegni e poco dopo si mette a chattare di fica e pompini non fa altro che alimentare il degrado del nuovo uomo. Nascondendo la propria realtà dietro un moralismo che lo paralizza in questa dimensione maniacale e perversa. Di chiusura e di morte.
Per quanto riguarda il governatore dellla regione Lazio :
Come giornalista è stato indiscutibile, è indiscutibile, perché la professione non muore per un errore. Poi ha scelto la politica, dove ha fatto tagli di sprechi, riordini interni alla Regione.
Un politico di Roma di destra aveva detto qualche tempo fa: “Da quando c’è Marrazzo alla Regione non si può fare nulla, nessun progetto”, in parole povere: “niente clientelismo”.
Ma tornando al discorso precedente, una società che non vuole vedere e quindi rifiutare la diversità di desideri ostinandosi ad un livellamento omeostatico è una società che non si svilupperà mai. Un uomo che non ascolta e non rivela la propria stravaganza per paura dell'isolamento e della derisione e della disapprovazione della gente non potrà mai far sbocciare il suo profondo valore e la dimensione divina della sua anima.
Il governatore del Lazio ha sbagliato certamente. A Non Rivelarsi.
E forse tutto questo è un monito per tutti noi. Occorre lottare affinchè i cambiamenti siano affrontati con purezza e franchezza d'animo, per far sì che non prendano il sopravvento sulla ragione e sul sentimento.

sabato 24 ottobre 2009

PIERO MARRAZZO, LA VERITA' PERCHE' NO?

Gli italiani hanno l'abitudine ad ostentare tradizioni e culture obsolete e stantie . Ancora si canta la famiglia vecchio stampo e, in molte regioni meridionali si continua ostinatamente a mostrare modi e costumi non più sentiti e non più vissuti autenticamente.
Più profondamente la sessualità è relegata a quelle poche idee fisse e regolate da schemi irremovibili su cui dobbiamo gestire la nostra vita ed i nostri desideri.
Ma la nostra coscienza è un crogiolo di potenzialità e di fermenti unici che non possiamo relegare in posizioni già determinate e stabilite .Possono essere altre. Sono altre cose. La nostra unicità non deve essere messa da parte, ma riconosciuta legittimata e rivelata.
Non esiste un solo modo d'amare, un solo desiderio, una domanda sola al vivere ma c'è una domanda per ogni individuo che preme nel mondo e qui si manifesta.
Il governatore della Regione Lazio, Piero Marrazzo, è uomo conosciuto . Personalmente amo il suo modo di agire, di parlare, d'essere. Non mi importa se gli piacciono i trans. E' un uomo onesto, intelligente, energico, sensibile. Eppure non ha avuto il coraggio di esprimere la sua natura . La sua verità. Ma perchè no?
Succederà dunque, in questa Italia bigotta, ecclesiastica e ipocrita che un uomo onesto possa rivelare la sua indole multiforme, la sua identità erotica, la sua anima ed allo stesso modo poter lavorare per il suo paese?

venerdì 23 ottobre 2009

LO SQUISITO DOLORE

Ero diventata altro dal mio corpo. Ero ciò che trascendeva il suo bisogno in altri bisogni, quali necessità impellenti che mi permettevano di vivere oltre me. Questo altro diventava padrone del mio corpo e lo governava.

Non avevo più fame, non avevo sete, non avevo sonno, non riuscivo più ad ascoltare le mie necessità naturali e neppure riuscivo a sentire il richiamo di una esperienza etica, di una esigenza morale , non riuscivo a dimenticare, a vivere altro.

Perché l’anima, che pure ci distingue dal mondo e ci fa esistere al di là dell’espressione della natura, quest’anima che si fa grande di amore e di giustizia, questa stessa anima s’era fatta velenosa.

E non lo sapevi, sciocco, che l’uomo è grande anche nell’odio e nel pensiero maligno, di ritorsione? E non lo sapevi, ingenuo tu, che l’uomo può superarsi persino nell’elaborazione di macchinose trame di morte e di orrore? E se quest’anima lo fa grande rispetto al mondo animale questa stessa anima lo trasforma in un demonio potente e immortale?

E non lo sapevi che l'emozione, che solo l'uomo può provare, allo stesso tempo può causare le azioni più estreme , quelle più indegne?

E non lo sapevi, tu sciocco, sciocco... che l'uomo riesce a affinare la propria astuzia , la propria capacità mentale verso obiettivi abbietti e crudeli?

Non sapevi tu che le ferite acuiscono le intuizioni, l'ingegno cattivo, quello che uccide, quello che fa male? Non sapevi tu che l'amore tradito genera odio e l'odio diventa una forza devastatrice senza uguali?

Non è stata una scelta, ma l'ho già detto. Diventa un percorso obbligato della coscienza quello di accogliere il rancore e lasciarlo rovistare tra le proprie capacità mentali e spirituali, lasciarlo padrone della propria anima. Sapevo che se non l'avessi lasciato fare, il rancore sarebbe rimasto lì a guardarmi mordere il freno, a appesantirmi il passo.

Ma tu non lo sapevi, come avresti potuto se non ascolti il cuore ? Se non oltrepassi il senso della tua quotidianità fatta di oggetti e cose inanimate e vuote? Tu che non chiami l'amore se non in modo celebrativo senza farlo sgorgare da dentro , ma solo ostentando il suo ruolo come una reclame?

Per me non era una scelta.
Ho attraversato questa macchia scura . l'ho governata. l'ho nutrita, accudita. l'ho amata pure. Mi ha accompagnato in ufficio ed al bar. M'ha seguito nelle mie alcove notturne e sudate. E' stata sempre con me. M'ha cresciuto e ingrassato come maialino di latte tenero ed innocente.


Odio leggero e vigoroso. Odio implacabile. Odio intelligente, sornione, seducente, amante unico. Insostituibile.

Oh delizioso odio e squisito dolore.....!

domenica 18 ottobre 2009

sabato 17 ottobre 2009

COME DICEVA PROUST; APPUNTO

Proust diceva:
"
Nella vita delle donne tutto fa capo alla messa in prova di un abito nuovo"

Ho un giaccone nuovo, caldissimo. Mi piaccio molto con questo giaccone. Vesto il mio demone con cura. Lui gongola. Vuole questo. E' impegnato a lavorare in senso catastrofico. Ci riesce da Dio. Non potrebbe essere altrimenti. Non era stato forse il suo angelo preferito ?

venerdì 16 ottobre 2009

LA MANO NEL CULO : STORIA DI PICCOLA PROVINCIA

Immaginatevi la scena: un ufficio posto in fondo ad un corridoio quasi inaccessibile e non aperto al pubblico, con il soffitto basso e la luce fioca. Chi vorrebbe mai lavorare in un posto così lugubre?
Ebbene , miei cari lettori, qualcuno si trova sempre.
In questa storia malandrina c'è un capufficio, un omone grosso e burbero ormai quasi sessantino , con modi e fare arroganti e indisponenti. Chi vorrebbe mai lavorare con un uomo simile?
Ebbene, miei cari lettori, qualcuno si trova sempre.
Si può trovare, ad esempio, una donna senza grandi ambizioni e pretese se non quella di starsene tranquilla a trascorrere quelle sei ore IN SANTA PACE prima di dedicarsi alle sue manicure, pedicure e massaggi di bellezza.
E come si può stare veramente tranquilla , senza che alcuno ti chieda di fare un'ora in più o un lavoro nuovo o una nuova pratica da definire al più presto? O magari senza dover rendere conto delle proprie inadeguatezze professionali o dei costanti ritardi mattutini?
Ebbene, miei cari lettori, un modo si trova sempre.
Ma non voglio tediarvi ulteriormente con queste domande sibilline: entriamo nel vivo della storia.
Era una mattinata d'inverno. Un inverno rigido e nebbioso.
Lei era carica di pratiche tra le braccia e mentre scendeva le scale stava riordinando i pensieri per la stesura di una relazione un po' complicata. Per questo motivo il suo incedere era lento e silenzioso.
Attraversò il corridoio buio e con una poderosa fiancata spinse la porta dell'ufficio.
Fu in quel momento che lei si trovò davanti una scena che dapprima non realizzò totalmente.
C'era davvero l'omone burbero ed arcigno che ripiegato sulla sedia dell'impiegata rovistava con entrambe le braccia sotto le sue vesti?
Dovette mettere meglio a fuoco ed abituarsi alla luce opaca per comprendere che, sì, aveva visto giusto. E mentre il vecchio impiegato si adoperava laboriosamente tra le cosce della signora, questa aveva un 'espressione talmente impassibile ed inerte, come una tacchina in cova, da parere inverosimile.
Appena s'accorse della sua presenza, l'omone fece un salto all'indietro talmente maldestro da rendere l'intera scena più che proibita, ridicola.
La collega continuava a battere sulla tastiera come se ciò che era successo non l'avesse riguardata minimamente. Ipocrita donzella......
Da allora lei fu spesso testimone di furtivi maneggiamenti nella penombra del locale, rapidi palpeggiamenti di natiche e di capezzoli tirati fuori alla rinfusa, ma, mentre, da principio, aveva provato imbarazzo e confusione, in seguito sentì solo una gran pena ed un senso di sottile disgusto.
Eh, Eh... caro Brunetta, per quanto tu combatta fannulloni e lavativi non potrai mai.... giungere a fermare tale forza della natura.
Lo squallore di queste tristi vicende oltrepassa le umane possibilità.
( ogni riferimento a fatti o persone REALI non è casuale)

Ma, cari lettori, alcuni si chiederanno se l'omone fu mai redarguito oppure se fu redento oppure ancora morto e seppellito.. niente di tutto questo, ma lei non ne seppe più nulla perchè chiese il trasferimento ad altro ufficio un po' meno ... nell'ombra.

mercoledì 14 ottobre 2009

BELLA COME L'ODIO


Che io sia un'esibizionista è un dato ormai assodato. Ma cosa esibisco? una realtà fissa ad un istante e che rappresenta una visione cieca di una soggettività in continua trasformazione . Ma non solo: in tutti i casi viene esposta una visuale trasfigurata di ciò che la nostra cultura ci consegna, di ciò che produce la nostra capacità di simulazione. Perchè se solo i nostri pensieri potessero prendere forma e consistenza oltre che nell'atto, ma pure nell'estetica dell'immagine, il viso sarebbe tagliato da smorfie orrende e demoniache, il corpo segnato da cicatrici indelebili, purulente e infette. Saremmo dei mostri.

Confesserò: non posso scrivere in questi giorni di anima, di amore e di morte. il mio spirito è troppo pesante per elevarsi a tal punto. Vi racconto cosa m'è capitato:

Stavo percorrendo un sentiero buio e disagevole. Il mio cuore era inquieto da giorni perchè carico di ricriminazioni, di ingiunzioni di responsabilità agli altri che avevano avuto la colpa della mia sofferenza e del mio martirio.
Fino a quel momento avevo tenuto a bada l'odio che crepitava sommerso nel fondo del mio spirito perchè temevo che se gli avessi dato maggior spazio m'avrebbe straziato il cuore. Quel giorno, invece, mi girai di scatto come se avessi udito dei passi alle mie spalle e lo vidi: oh sì ! Lo vidi. Vidi quel sentimento malevolo d'odio e di rancore assetato che mi fissava attonito. Vidi proprio l'odio che al contatto con la mia anima si eccitò talmente da gonfiarsi ed impennarsi potentemente ( e perdonatemi questa perversa allusione) . Allora , non so se sbagliai, ma decisi di accoglierlo tra le braccia e di dedicarmi a lui come ad un evento miracoloso. Fui come travolta dalla assoluta trasparenza della sua perfidia. Era il male puro e m'aveva presa come il guanto s'avvolge alle dita della mano a tutela del freddo e di qualsiasi contatto esterno.

E' andata così, appunto.
Non ho voluto vincerlo e distrarlo con i miei sogni leggeri che mi avrebbero permesso di elevarmi ancora sopra ed oltre di me. Perchè in ogni caso l'odio sarebbe rimasto sonnacchioso e circospetto all'interno della coltre del mio spirito. Avrebbe consumato a poco a poco la mia esistenza.

Invece è qui. Non potete vederlo e mi meraviglio anch'io guardandomi allo specchio di vedere lo stesso volto docile e lo stesso sorriso indulgente. Eppure sprigiona calore infernale con le sue lingue di fuoco dilaganti.

Ora altri pensieri mi governano. Pensieri malevoli. Altre azioni mi occupano la giornata, sono azioni occulte e rapide : hanno l'aspetto sgradevole dei roditori di quelle città rumorose e sporche che abitano i vicoli dimenticati dall'uomo.
Non li vedete, ma ci sono: forti, veloci, sguiscianti, irresistibilmente velenosi. Possono uccidere.

venerdì 9 ottobre 2009

TI GIRO INTORNO ANCORA



Ti giro intorno di nuovo. Lo vedi? Sono qui. Questa città è così buia stamattina. E le strade sono bagnate dalla prima nebbia. Ma io ti giro intorno ancora ; ti sono alle spalle e poi davanti agli occhi . C'è tanta gente stamattina. L'aria è leggera e non fa affatto freddo. Ti sono accanto ancora. Tu lo puoi vedere. Ho scherzato leggermente e tu hai riso perchè stamattina ti giro ancora intorno e l'autunno è così lieve e pieno di colori. Le foglie nel viale sono già stropicciate dai passanti e la luce in fondo alla strada sta diventando azzurrina.
Tu sorridi e ti accorgi che ti giro ancora intorno, stamattina.

giovedì 8 ottobre 2009

SONO UNA CARAMELLA

Il corpo non è in contrapposizione con l'anima, poichè lì si manifesta. Eppure la sua anatomia non l'abbiamo scelta e , bella e brutta , è questa che ci rappresenta nel mondo e su questa che costruiamo la nostra immagine. Ma proprio per questa ragione non riesco ad aderire al mio corpo completamente perchè non è una mia creazione, non quanto almeno la mia anima che, per quanto selvaggia, è l'essenza pura della mia esistenza.
Accudisco al mio corpo come a quello di un figlio prediletto, ma non mi convince del tutto e non mi inganna. Questo segue il percorso della natura che non ho scelto. Si avvizzirà e mi tradirà ammalandosi e deteriorandosi inesorabilmente. Il suo percorso è autonomo e irreversibile. Non ho voluto questa faccia . Non ho voluto la piega delle labbra ed il suo sorriso tenue. I loro significati affettivi sono trasfigurati ed adattati alla sua struttura già predisposta e prevista.
Posso mostrare il mio corpo come fosse la dimora devastata da barbari invasori. E se sono il mio corpo, il mio corpo è altrove DA CIO' CHE RIMANDA ALL'ESTERNO, oltre il respiro del sangue ed il suo scorrere lento. Sono già vecchia, già abbandonata. Già consumata.
Posso essere esposta come una caramella SCARTATA.

mercoledì 7 ottobre 2009

LO STOMACO E L'AUTUNNO CHE AVANZA

E non mi dite che il corpo non c'entra niente. Caspita. Lei, in quei giorni, aveva dei pensieri terribili. Di morte. non riusciva ad essere paziente e neppure amabile. aveva, per lo più ,voglia di mandare a fanculo un po' tutti. Altro che il corpo non c'entrava con la vita. Ebbene il corpo era la vita ed il desiderio sessuale ne era il suo affluente maggiore.
A venti anni aveva un debole per i cinquantenni . aveva avuto dei fidanzati cinquantenni. Adesso non ne trovava uno desiderabile. Tutti col loro stomaco ingrossato, con poca voglia di mettersi in gioco. Molti con delle convinzioni ineluttabili. Ottusi ed irragionevoli davanti all'evidenza più lampante.
Ed i trentenni? sembravano studentelli con necessità di ripetizioni pomeridiane. In due non se ne faceva uno con cui poter dialogare. Sessualmente scarsi anche se di grande oratoria sul da farsi. Chiacchiere e distintivo . Solo chiacchiere e distintivo. ( anzi chiacchiere e basta)
E il suo friend che domani avrebbe compiuto gli anni. Diceva: " Non ci penso" e lei" cazzo, fai male a non pensarci" Perchè era già autunno. sarebbe arrivato il freddo inverno.
Voleva andare via. sarebbe andata via e fan culo. Doveva solo compilare la richiesta di ferie.

martedì 6 ottobre 2009

IL DOLORE, IL VIAGGIO ED IL MECCANICO DI FIDUCIA.

in officina a ritirare il camper

All'improvviso sono sopraffatta da un dolore lancinante. Non c'è nulla da fare. Magari sono lì che me la tiro, che sto parlando di cose di lavoro ed ho già assunto quell'aria antipaticissima in cui dico" Ok Ok, " " Io ritengo.... tu dovresti.... " e cose simili" Proprio in quel momento mi prende una fitta al cuore come se dovessi morire e potrei morire e vorrei morire.
Invece rimango in vita devastata da un indicibile sofferenza, ancora più cruenta perchè senza nome. Mi si spalma addosso come una melassa dall'odore acre e nauseabondo.Io la tengo a bada, le parlo persino amorevolmente, ma per quanto faccia è lei che fa da padrona. E' piena di odio rancido. Vecchio. Già dimenticato, ma diventa voce e rumore, diventa l'ora che trascorre e che senza pietà mi governa e mi immobilizza.
Oh !!! chi sei? Chi sei ? quale forza attrattiva ti caratterizza tanto da decidere per me delle sorti di questa giornata? Oramai lo so. Non posso che subirla. Mi Muovo appena per tenerla d'occhio. La lascio stringermi il cuore e soffocarmi la gola, così'.... così ..mi uccide lentamente ed io m'abbandono senza difese, ma cosciente d'essere nelle sue mani e che tornerò oh sì tornerò a star meglio . Non chiamerò il dolore quale causa di storie passate che non meritano lacrime, che non meritano attenzione. Oh no! il dolore è solo e immacolato, non ha compagni di sorta e non ha giustificazioni. Mi attraversa lo spirito col suo portamento nobile e guerriero, non appartiene che a me il mio dolore e lo strazio dell'anima e la solitudine e la disperazione non ha che me quale madre che l'ha generato, nessuno merita d'esserne l'autore se non il mio spirito indomito ed fiero.
Pensare al mio camper mi da sollievo. Sono grata al mio meccanico. Sant'uomo.


eccolo qui che lo controllo

il letto sarà morbido?








E' questo!!!

L'INFERNO

L'inferno non esiste: esiste la meticolosa volontà di disintegrare la propria personalità attraverso il sentimento dell'odio e del rancore. Perchè l'odio non da forza ma, anzi, generandosi all'interno di se' risucchia l'energia che ci permette di essere, cioè di esistere. Non serve e NON consola.
Ho avuto spesso la tentazione di intervenire su chi mi faceva del male con la ferocia e la rabbia dell'odio che mi governava.
L'odio crea il vuoto dentro se' stessi e ci costringe a contemplare la dannazione che ne deriva dall'essersi dissolti nel pensiero malevolo, nel desiderio di ritorsione.
Eppure ho goduto nel mio cuore travagliato come di una visione incantata. Non m'ascoltavo, ma cedevo alle lusinghe velenose del male e della disperazione. Mi sono piegata al disordine dei sentimenti che si addensavano nel cuore quali belve a caccia di prede di cui sfamarsi. Ora sono qui. Esausta. Non ho pensieri costruttivi. Lo vedo.
Attendo paziente la mia risurrezione e la voce della mia anima afflitta.
Ho preparato il mio camper per un nuovo viaggio.

lunedì 5 ottobre 2009

L'ETERNO E' PRESENTE


In quei giorni avevano lavorato l'uno accanto all'altra.
Lei aveva potuto vedere i movimenti del suo corpo teso al lavoro, mentre si piegava e si inarcava sulle cose intorno con la fronte aggrottata e lo sguardo rigido e scuro. Aveva imparato a capire la sua stanchezza e l'intensità dei suoi sforzi nelle azioni. Avevano avuto dei momenti brevi di spensieratezza e di sorrisi strappati alla fatica ed alla concentrazione, ma erano stati sporadici e casuali.
Quel tempo sembrava potesse essere infinito.
Non lo era.
Quel giorno, che il lavoro s'era allentato, quasi diluito nel tempo, avevano entrambi compreso che era terminato.
Lei, allora, aveva cominciato a punzecchiarlo con frasi piene di doppi sensi e di dileggi affettuosi e lui, che dapprima accettava di buon grado il gioco , all'improvviso si voltò verso di lei come per chiedere qualcosa. Disse invece: " Tu sei impegnata." E pareva una domanda.
Fu in quel momento, dopo tutti quei giorni di sguardi leggeri e dolci, che lei incontrò per la prima volta l'intensità caliginosa della sua anima.
Non disse nulla.
Si chinò sul lavoro meticolosamente. Per qualche minuto pensò ad una lezione di biologia che l'aveva tanto angustiata molti anni fa. Era un ricordo che non c'entrava nulla. Eppure s'era presentato repentinamente ad occuparle il pensiero.
Rammentò la copertina del libro con l'immagine del nucleo riprodotta.
Il tempo sembrava sospeso nei gesti laboriosi e nel silenzio.
La mente si riempì di piccoli episodi vissuti che si accalcavano e si spintonavano tra loro per porsi a primato del suo spirito. Cosa era successo in quel tempo? Aveva avuto due figli, questo lo ricordava come un fatto di cronaca ineluttabile. Le vicende parevano non essere più nulla se non delle astrazioni mentali trasfigurate in sogni nebulosi ed incerti. C'erano stati, ma non ora.
Eppure il suo tempo non poteva che essere costituito dalla sua dimensione profonda che la governava nel presente e che da sempre le era appartenuta. Da questa dimensione lei generava il desiderio e l'aspirazione tangibile del nuovo palpito come una cosa inedita.
Gli chiese, quindi: " Ha significato? "
Lui si volse, di nuovo, verso di lei, con quell'impercettibile vezzo delle labbra chiare e il fremito delle palpebre socchiuse sullo sguardo che in quei giorni aveva imparato a conoscere.
E rispose: " Per me." Così.
Lei non chiese altro e non continuò a parlare bastandole il sorriso leggero e lo sguardo su di lei senza incertezza. Si immaginò che le sue braccia le cingessero la vita in una stretta consolante e amorevole, Si immaginò il calore delle labbra e del corpo su di lei, si immaginò ancora il suo respiro profondo tra i capelli ed il viso.
Il pensiero era simile al sogno fatto delle cose vissute e dimenticate nel tempo come se il presente e il passato fosse diventato un solo ricordo ed un solo desiderio. Perchè il proprio percorso spirituale non avrà mai il ritmo degli eventi ma il suo accadere è frutto della coscienza salda ed eterna tra il flusso incessante del divenire.

Quando lui andò via , lei non lo trattenne in alcun modo ma anzi, accolse il distacco come presagio di una più intima comprensione.

venerdì 2 ottobre 2009

LA MIA NECESSITA' PESANTE


In questi giorni sto lavorando moltissimo. E questa è una piccola STRIZZATINA D'OCCHIO alle colleghe che mi leggono. Ebbene sì care, lavoro tutto il giorno e tutti i pomeriggi e ci metto molta attenzione nelle cose che sto facendo. Questa necessità d'essere presente e concentrata sulle cose che faccio mi è stata di grande aiuto , in questo periodo, per stare meglio. Ma allo stesso tempo non ho potuto occuparmi molto del mio laborioso scavare nelle profondità del mio essere . Mi spiegherò:

Noi siamo una materia apparente uniforme e stabile, ma l'interno di questa materia placida, il suo nucleo, ribolle e crepita senza sosta. Questo nucleo è costituito da pura energia continuamente in pressione e in trasformazione. Molti di noi si limitano a indirizzare questo soffio vitale verso uno sviluppo mentale che permetta loro di integrare la propria volontà in funzione di un appagamento sociale.
Ossia dirigono la propria energia fuori di se' per uno scopo strumentale , per una realizzazione sociale. Sono abili oratori o buoni uomini d'affari ed anche perfetti commercianti o cose simili. Tutti noi quasi inconsapevolmente abbiamo passato periodi in cui eravamo convinti che la vita fosse da vivere nel mondo sociale, che si esprimesse attraverso il successo e attraverso l'immagine che ti rimandava la società e in cui noi stessi ci riconoscevamo.
Ora credo proprio di no. Che tutto questo fosse stato un abbaglio, o meglio: fosse stato il primo scalino di un lungo e laborioso percorso di conoscenza . Di ricerca di una diversa conoscenza. Una ulteriore dimensione di se'. Non devo guardare fuori di me o a ciò che posso diventare o alle abilità che posso raggiungere.
Invece devo rovistare dentro a questa energia primordiale che possiede già all'interno del suo vitale gorgoglio la spiritualità che già sono e che devo solo rivelare a me stessa. Devo trovarmi, identificarmi. Scoprire ciò di cui la natura mi ha già fornito e che deve solo emergere e dilatarsi da me in me totalmente.
Sto tendendo a questo equilibrio con un bisogno pari all'assetato che ha necessità di bere. Già nel mio bisogno profondo c'è la disponibilità a pormi in senso armonico nelle relazioni con le persone. Solo attraverso un indagine meticolosa nella profondità del mio spirito potrò emergere al legame con il mondo, quindi attingere alla relazione con l'altro in senso durevole ed eterno.
Sono stanca di chi ti dice " Ti amo" " quanto ti amo" mille volte per tre giorni, magari anche qualche mese e poi non si ricorda neppure che tu ci sei o ci sei stata.
Non è così che si vive. L'essere umano ha necessità d'avere il senso d'eterno nelle cose in cui si esprime.
Mi voglio cimentare nel rendere il mio passo pesante come l'oro , prezioso come la vita stessa , profondo come l'anima. Armonioso come DIO.

giovedì 1 ottobre 2009

HO STRISCIATO NELLA POLVERE


Le sensazioni tradiscono il corpo. Sempre.
Non possiamo oltrepassarci poichè il corpo ci riporta alla nostra finitezza irrimediabile. Eccomi. Non abito solamente questo corpo. Io sono la solitudine del mio ventre vulnerabile. Sono il respiro e l'orgasmo lento e potente nell'oscurità di questa giornata. La carne è viva e sensibile. Mi impedisce di spostarmi se non di poco, se non trascinandomi pesantemente nella terra di asfalto e sassi anch'essi materia potente e schiavista. Nello stesso tempo , malgrado io sia così radicata in questo corpo tradito e consumato io sono invece l'immagine che RImando attraverso il suo movimento, il suo dispiegarsi nel mondo. A poco a poco che il corpo si trasforma, io stessa dovrò adattare l'immagine DI sangue e DI Malattia. Le mie sensazioni saranno alterate dalla sua involuzione. Come si può ferire una persona se non nel corpo e nella immagine che demanda in un tentativo maldestro di fondere la propria affettività tra la carne viva ed il dolore? Dunque cosa è altro il corpo se non un impedimento a percepire la propria anima vinta dalle sue sensazioni fisiche? Cosa è altro questo desiderio di curarlo se non quello di privarlo della nostra identità travagliata? Della sua storia sofferta?
La mia anima vive i tuguri velenosi ed oscuri delle illusioni violate, Il mio corpo, invece, i morbidi divani delle giornate assolate. La mia anima non s'è sottratta all'odio e alla crudeltà feroce, ha strisciato tra la polvere e il sudiciume delle intenzioni maligne, s'è deformata nella smorfia violenta del suo demone, mentre il mio corpo s'è mosso voluttuoso tra tende di raso e giardini fioriti.
LA MIA ANIMA HA UCCISO. Eppure sarà iL MIO CORPO che NE MORIRA'.