giovedì 19 febbraio 2009

IL PERCORSO DEL NOSTRO VIAGGIO






"Credo che sarò costretto a rivedere il sartiame e le vele della mia barca se vorrò affrontare l’oceano, credo che dovrò salutare per sempre certe spiagge e le consuetudini da vecchio che esse mi prospettano."

Appena arrivata in spiaggia il mare mi si è avventato schiumoso come massa d'acqua incontrollabile.Per me, cittadina, educata al suono violento,ma compresso delle auto e delle voci nelle strade , quella percezione incontenibile di acqua e vento aveva fermato il mio passo. immobile e ansiosa ho guardato il mare. Per quanto avessi scelto l'incontro coll'onda azzurra e lo spazio intorno di sabbia e vento , io avevo paura.
Non ero io che potevo col sorriso tenue e il capo reclinato sul fianco poter governare l'abbraccio del freddo incalzante e l'abisso d'acqua vorticosa, non ero io, donna languida e mirevole, avvezza a controllare e scegliere e a proporre , non ero io che potevo reggere la mia esistenza sulla sabbia e in questo inverno nuovo per me. Decisivo.

Sei nuovo. Enzo . Come me. In questo oceano dello spirito profondo che siamo. . Non siamo noi a decidere il senso nè a muovere il desiderio. Noi possiamo sedurre le donne e gli uomini che si lasciano amare e sedurre. Che si lasciano prendere per averci. Che ci fanno l'amore per conservarci. Siamo apprendisti del viaggio da intraprendere e cambiare, da inventare , Siamo nuovi . Ora .
Possiamo scrivere. E noi sappiamo farlo bene. Possiamo dilatare la parola in tanti discorsi frondosi.
Noi vogliamo, scrivendo, che ci sia la possibilità almeno per un attimo di comunicare, che esista una pur piccola piccola enorme soddisfazione di raccontarsi una storia e vedersi porgere un bicchiere d’acqua; che ci sia , delicata e sfuggente, l’eventualità di sorridere incrociandosi nei viaggi condotti un po' per gioco e un po’ per non morire.

…Se quel che vedo non è esclusivamente un esercizio onirico io sono un uomo fortunato. E al di là delle utopie posso sorridere ad un ennesimo tentativo di scoperta perché se è vero che “acqua passata ‘un macina mulinu” è ancora più vero che “un jornu giudica all’autru e l’urtimu giudica a tutti”.
Ed io , malgrado la mia ritrosia a crederci, mi sento presa ed avvinta dalla tua speranza . Per questo scrivo.

Per questo ci dobbiamo adoperare per non indietreggiare al fragore dell'acqua che avanza.
Questa acqua è il nostro tempo. Sconosciuto per te e per me. Per quanto avremo vissuto finora, saremo comunque nuovi ed impreparati a questo rendez - vous con la linfa essenziale della nostra esistenza .


GLI AUTORI:

ANTONELLA SALERA E ENZO RICCOBONO

5 commenti:

L'Infedele ha detto...

l'oceano dei nostri pensieri è il più profondo degli abissi. Neanche noi ne conosciamo la profondità. la schiuma dei nostri giorni è quello che si intravede in superficie. Qualcuno diceva che la vita è un lungo fiume tranquillo: pare invece essere una navigazione tormentata e difficile. forse, con un'unica bussola: tu.

UIFPW08 ha detto...

Siamo infondo tutti siciliani..

Anonimo ha detto...

La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò vediamo, ma ciò che siamo.
( F. Pessoa)
So che sei tornata da un viaggio.

Rosaria ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Rosaria ha detto...

Dovremmo essere tutti maestri di noi stessi.

Ciao Antonella, un breve passaggio per un saluto.

Mia figlia, è stata chiamata a scuola per una supplenza di dieci giorni, cosi sto facendo la nonna a tempo pieno...è bellissimo!
Per questo, mi sono assentata dal blog.Per la sera sono sfinita.

Un bacione...rosy.

19 febbraio 2009 21.40