Non ci volevamo pensare. Eravamo nella casa di campagna di un amico. A Refrancore.
Ricordo che c’era gente in ogni stanza . tantissime persone, che si facevano per lo più gli affari loro. Tu ti allontanasti per primo da me. Io non volevo. Stare in tua compagnia mi faceva stare male ma , stranamente, non volevo separarmi da te neppure un momento. Forse perché la separazi

Camminavo di stanza in stanza da sola. Le persone non mi vedevano. Ma neppure io vedevo loro presa com'ero dalla disperazione di questo amore finito. Spesso i miei lunghi amori finiscono in fretta.
Muoiono in pochi istanti. Me li trovo tra le braccia in polvere. Scivolano via dalle dita, non riesco a trattenerli.
Sembrava che questa attività lo rilassasse molto. Era lì in mezzo agli schiamazzi, alle gambe furtive, alle voci continue, impassibile. Era lì che piegava dei fogli di carta e faceva nascere delle forme precise, degli uccelli con becco ed ali chiuse.
Diventai anch’io spettatrice di questo ingegno. mi sedetti accanto a lui a dire: “ che bello , che bello.” Mentre avrei voluto morire.Lui mi vide e cominciò a lavorare per me. " Vuoi un uccello grande?" " Come vuoi il becco?" "Le ali aperte o chiuse?" Ed io a spiegare come volevo questo pezzo di carta anonimo, e farlo diventare qualcosa, qualcosa che potessi volere davvero, non come questa festa che non mi piaceva, non come quest’amore che non c’era, ma qualcosa di reale come un uccello di carta. Con il becco e le ali . Lui era dolce ed affettuoso con me. A mezzanotte, quando tutti si davano baci ed abbracci, lui mi diede il suo numero di telefono. Non l'ho mai chiamato. Ma conservo i suoi uccelli.
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