lunedì 4 maggio 2020

NONNA,RACCONTAMI L'EPIDEMIA DEL 2020 (FASE 1)




Sai Valerio? Ad un certo punto, in un mondo regolato, programmato  festoso e litigioso come può essere un mondo dinamico, proprio in questo (in fondo) confortante mondo, giunse l'apocalisse. 
Un virus  che era nato in Cina  infettò tutta la terra.  
All'inizio tua nonna era fiduciosa. 
Pensava. che diamine! Con la nuova tecnologia , i nostri ospedali all'avanguardia ed i nostri medici e tutte quelle organizzazioni mondiali che lavorano da anni per la sanità mondiale vuoi che  non sistemeranno tutto questo? 
 Ma non ci misi molto a capire che non sarebbe successo. 
Valerio: "dimmi nonna come hai fatto a capirlo?"
Era successo , nel frattempo che lo zio Francesco per motivi di lavoro si era recato in un paese in Lombardia: proprio il paese  dove  era cominciato il contagio in Italia. 
Allora la nonna, del tutto fiduciosa  telefonò ai numeri indicati  dalla Regione per avere aiuto e notizie.  
Il primo sospetto che qualcosa non andava  lo ebbi dal fatto che per ore  ed ore nessuno rispondeva, Ma tu sai che la nonna non demorde  mai e continuò a chiamare ed a chiamare. 
Quando alla fine risposero ed io raccontai la storia dello zio e chiesi se era possibile che lo zio potesse essere visitato o se avesse potuto sottoporsi al tampone, unica possibilià per sapere se si fosse contagiato. Bene, accamparono tante scuse tipo: ma è stato a contatto proprio con quelli contagiati? Risposi che non conoscevamo i loro nomi la televisione non li aveva divulgati e mai, sai , mai divulgarono  le origini ed i luoghi precisi da dove veniva il contagio se non le città. 
Allora mi dissero: "se non mi dice il nome non possiamo intervenire." 
Allora mi resi conto che era una scusa bella e buona. Ebbi la sensazione vivissima del grande disorientamento della nostra sanità . Ebbi questa idea da subito.  Ma telefonai anche all'ASL locale. Mi rispose una voce femminile molto ansiosa e mi disse: " Ma noi non abbiamo alcuna direttiva a riguardo"   
Questo   mi  convinse del disastro a cui saremmo andati incontro 
E così avvenne. Neppure le organizzazioni internazionali e multilaterali di ogni tipo ( dalla croce rossa , ONU,  OMS  ) sono state all'altezza.
l'organizzazione mondiale della sanità, screditata per la complicità delle multinazionali farmaceutiche,  non seppe intervenire. 
La nostra sanità locale gettò la maschera: non avevamo mezzi ne' strumenti veicolati in tutti gli anni precedenti  alla sanità privata che chissà cosa ne aveva fatto. 
Molti morirono. Tanti perchè non c'erano nemmeno gli strumenti a  sufficienza per preservarli, non c'erano abbastanza posti nelle terapie intensive  e tanti perchè non avevano i dispositivi di protezione che potevano permettere loro di avvicinarsi a chi era infetto.  
Il grande organismo che prendeva le grandi decisioni sulle guerre e sulla economia internazionale era defilato. 
Non avevamo un comandante che prendesse in mano il timone ma tanti piccoli uomini che millantavano sicurezze  e conoscenze inesistenti. . 
La nostra vita fu veicolata  su percorsi fatti a tappe: la fase 1 - la fase 2 - la fase tre  e così via. 
Ricordi che da   piccolo sei dovuto rimanere a casa 50 giorni ed eri pallido e rassegnato e triste ed affaticato  da una  vita di attesa per uscire ? Perchè  per i bimbi stare a contatto con la natura è essenziale. Ma tu abitavi a Roma come si faceva? La nonna ti reclamava . Voleva portarti con se' tra i campi ed il  suo giardino. 
E poi venne la fase 2.  Avevano ipotizzato con uno  studio  realizzato da epidemiologi di fama, che in Italia c'era il rischio di 150mila terapie intensive se si sbagliava nella Fase 2.
Questo perchè perchè la fase due potesse funzionare era necessario che: si ponessero tre condizioni


testing, tracing and treating”. Tu l'inglese lo sai benissimo ma allora non tutti sapevano che significava: 
“Testare”, “tracciare” e “trattare”.

Ma come si faceva? L'Italia non era pronta.  
Ci volevano Tamponi e test, purché omologati. 
Serviva un esercito. Serviva  una determinazione ossessiva e spietata.  In Italia questo esercito  di medici infermieri e personale specializzato non c'era . 
Era già da molto  tempo che la politica aveva smentellato  gran parte degli ospedali ed i suoi servizi a favore di una sanità privata speculativa. 
Valerio: "ma tracciare, nonna, che significava? "
Tracciare.  significa poter “Isolare”. Appena sei positivo c’è qualcuno che ti chiama e ti chiede: “Quante persone hai visto? E chi sono?”. E poi si chiamano, si isolano e si seguono anche quelli.
Valerio: " allora si poteva fare? "
Nonna: " in Italia? !  no davvero !  Non basta tracciare  li devo monitorare, misurare. E ti devi assistere. Al momento giusto, se eri negativo deve uscire. Ma per saperlo dovevano farti il tampone e spesso non c'erano i tamponi.
E poi avrebbero dovuto organizzare luoghi dove poter permettere l'isolamento anche requisire alberghi , luoghi sicuri non  come aveva fatto la Lombardia che aveva occupato  con positivi,  per esempio, le RSA dove vi erano dei vecchietti deboli che furono contagiati e morirono. 
Oppure chiudevano gli infetti nelle loro case, ad infettare i loro familiari!
Infatti per trattare dovevano  investire su strutture su strumenti su personale . Devi organizzare un sistema sanitario poderoso in una italia dove era stato smantellato. 
E poi dovevi mettere in sicurezza i lavoratori attraverso modifiche dei luoghi di lavoro.
Dopo anni che questo aspetto veniva messo in secondo piano. 
Valerio: " ed  allora che successe? "
Nonna : Te  lo racconterò domani . Adesso sono davvero stanca"



lunedì 27 gennaio 2020

SUCCEDE A VALENZA MA RIGUARDA TUTTI



E' successo a Valenza.  
Un uomo ha ucciso una donna. 
Al solito parlano di raptus. Al solito parlano d'amore.   Lo fanno i giornalisti tentando di dare una ragione.   Non fatelo . Non c'è una ragione . 
Non starò a dare le percentuali delle donne assassinate in Italia. Sono omicidi commessi  per  i più svariati motivi che poi  sono riconducibili  ad una sola  origine.  La colpa di essere donna. 
La donna ha avuto la colpa di esistere. 
 Nel momento in cui la donna ha avuto la sfrontatezza di scegliere. 
Di  voler   partecipare attivamente alle sue relazioni, di essere  presente. Di avere il diritto di rinunciarvi. Di cambiare. 
E' difficile per il maschio latino accettare di confrontarsi dialetticamente ed  emotivamente.
 E' sempre stupito quando una donna  gli si contrappone nel lavoro, nelle amicizie e nell'amore. 
E' difficile, ammettere di perdere, perchè sin da piccoli  si è abituati ad essere protetti dai genitori che si ribellano agli insegnanti, agli allenatori , agli amici . 
 Ma mentre la donna, sin dalla adolescenza, viene a contatto con la sopraffazione e si abitua ad avere pazienza a fare, come si dice oggi, un passo indietro; per l'uomo è meno frequente il confronto con tutto ciò che può essere fastidioso come, per esempio, un rifiuto. 
In politica le donne scarseggiano e quando ci sono,  vengono  trattate con sufficienza , si fanno battute sulla loro bellezza ( se sono  belle)  ed anche sulla loro poca avvenenza ( se non lo sono) . 
Nella politica la donna si  relega a compiti femminili come Le pari opportunità, la gestione dell'accoglienza in una sala per la conferenza tenuta da uomini.  Per le foto di copertina.  
E' successo, per esempio,  che un neo partito appena formatosi ha persino pubblicato una foto   con la presenza di ben due donne, parafrasando: "   le donne del partito.". Agghiacciante.
L'uomo è persino gentile e galante  se la donna rimane al suo posto a sorridere ed a parlare poco. 
In televisione avviene la stessa solfa.  
Le donne devono essere carine, strizzate in minigonne,  traballanti su tacchi a spillo, oppure devono essere  comparse a fianco del presentatore o sopra le scrivanie perchè sono piccole e giocose. 

E poi ci sono le stesse donne, ahimè , che  si mettono a rovistare nella vita della vittima per  trovare una qualsiasi  pecca che sia alibi che sia la ragione, per dire che , insomma,  qualcosa aveva  pur combinato per  meritare di morire. 

Queste stesse donne lo fanno perchè  hanno paura di morire. 
Credono di non avere il diritto di prendere in mano la loro vita e rovesciarla se  fa  loro piacere. e diventare altro, essere quello che vogliono essere . Invece è nostro dovere/ diritto  soprattutto perchè  noi donne siamo persone libere. 
Anche a me è capitato, quando denunciai il  mio  ex marito per stalking  di trovare  uomini di Legge che  scusavano le sue oppressioni col fatto che era tanto addolorato.  Esortavano ad avere pazienza. 
Nessuna solidarietà per una donna che  non vuole subire azioni intollerabili. la stalking è cessato solo perchè , alla fine lui si era stancato.
Per questo oltre ai centri anti -  violenza dovremmo pensare ad aprire  anche centri di rieducazione per l'uomo che si abitui a pensare la donna come un individuo libero e per la donna che  impari a rispettarsi, a camminare spedita senza paura ma anche  con occhio guardingo.  
Soprattutto  dobbiamo imparare, noi donne, a vivere  in sorellanza,  a comprendere che non è colpa nostra se un uomo ci insulta ci odia  e ci uccide. 
Ma è colpa sua che  non HA SAPUTO  vivere. 


mercoledì 27 novembre 2019

IL TEMPO


C'è stato un tempo da protagonista e non ce ne siamo accorti. Vivevamo  freneticamente   nel palcoscenico. le luci puntavano su di noi. La musica si alzava da prima  lentamente poi dirompente.
 Poco tempo per pensare : la battuta era la nostra.
C'è stato tempo della vanità , della potenza.  Ma come dice Ivano fossati: c'era  un tempo sognato e forse avremmo dovuto sognare.

domenica 20 ottobre 2019

NON SONO PIU' LA RAGAZZA DALLA SCIARPA COLORATA







Ho tutti pensieri frammentati.
Tra loro slegati. Non hanno un percorso logico. Si rincorrono e si perdono nella mente come in una nebbia autunnale. 
Alessandria è, al solito,  buia,  gocciolante di umidità, piangente di solitudine. Ancora più deserta  di quando  il gelo la paralizzava . 
Era tanti anni fa. 
Allora i compagni si chiudevano in varie stanze  distribuite  nella città. 
A gruppetti ci si infilava in qualche portone nella vecchia  storica Alessandria,  quella delle case  col bagno fuori. 
Si attraversavano  i ballatoi e si entrava nelle " Stanze" per stare insieme agli altri, anche in silenzio. Avevo una sciarpa colorata  ed i capelli riccioli. 
 Ma questa NUOVA  Alessandria nulla sa di questo. E'  una città sopravvissuta. Anche agli antichi sfarzi.
 Anche alle grosse industrie che davano lavoro. Anche alla superbia che la contraddistingueva.
Si arrabatta tra strade sporche, disfatte. Porfidi danneggiati. Negozi chiusi. 
L'attraverso odiandola  E solamente  per andare da mia madre. 
Passo davanti all'ingresso dell'ospedale che rimane per me quel posto dove è cominciato tutto 
 Ossia la fine .
 Cesare ed io che attraversavamo il corridoio   come fosse un'azione  domestica. Invece era L'atto finale. 
Quando ci passo davanti , non mi volto mai, ma aumento la velocità  istintivamente. Non ho pensieri di sorta.  Ma battiti di cuore dolorosi. Il senso di tutto perduto. E la memoria  rovista implacabile ,  mi afferra mani e piedi per rovesciarmi  addosso  il suo melenso racconto di una storia  di illusione e di morte.
Non mi posso fermare a raccogliere i miei struggimenti . Non sono più quella dalla sciarpa colorata. 
Ho il tono e il piglio di una infermiera asettica . Sono una specie di prodotto edulcorante.  
Le ore sono secoli accanto a mia madre, che non mi conosce e quindi non mi ama. 
Non sono più  la ragazza con la sciarpa colorata .  Non ci sono stanze ad accogliermi.