
La D'Urso aveva ormai STABILIZZATO i muscoli facciali in una smorfia fissa di dolore . Questa espressione non l'abbandonava mai neanche quando perseguitava gli ospiti ormai suoi complici con domande morbose e già predisposte di dettagli scabrosi . Nulla la fermava . Neppure le lievi proteste di qualche normale cittadino che cercava di evitare la domanda interponendo un semplice " Lasciamo indagare gli inquirenti" E lei prontamente: " Sì, giusto lasciamo indagare gli inquirenti, ma lei è davvero convinto che non ci sia stato lo stupro, la violenza, lei cosa crede che stava facendo l'assassino mentre asssassinava? "
La pelle del suo viso, già sotto sforzo da botulino, si inarcava in un ghigno mefistofelico quando passava la linea all'inviato sotto il portone.
Ecco: gli inviati. Un altra categoria che mi ispira tenerezza. Durante i fatti di cronaca, nei primi momenti, gli inviati sono veri giornalisti, ma quando la storia si prolunga più del dovuto i giornalisti se ne tornano a scrivere al calduccio per lasciare il posto piovoso ed umido ai garzoncini in prova.
E' per questo che l'inviato ha quella faccia giovane e spaurita del brutto anatroccolo MENTRE esegue qualsiasi cosa il conduttore gli chieda. " Spostati a destra. no, a sinistra. Vai sul terrazzo, in alto. Sbircia attraverso gli spiragli della cancellata. Salta un po' per vedere dentro"
Una volta gli hanno chiesto, ad un'ora folle come le 23,00: " Citofona e chiedi se vogliono parlare"
L'inviato ha abbassato gli occhi e pieno di logica titubanza ha eseguito. L'indice gli tremava, la voce era spezzata. Ho pensato: " povero inviato: la gavetta è dura per tutti. Io, ai miei tempi, dovevo salire sulle scalette, sollevare faldoni e mettere crocette davanti ai nomi"