mercoledì 30 dicembre 2009

IL PROFLUVIO FRAGRANTE DEL PIACERE


Avevo indossato le autoreggenti velatissime e sottili di color nero fumo , un completo intimo viola con reggiseno push-up e culotte brasiliana , quindi ero stata un bel po' a riflettere su che tipo di maglia avrei potuto indossare insieme a quella mia splendida gonna a tubo, con un taglio particolare che metteva in risalto i glutei tanto da modellare le gambe, che sono, MODESTAMENTE, il mio punto forte.
Alla fine scelsi una maglia nera scollatissima con un drago di colore rosso metallico che brillava sul seno.
M'ero truccata con cura e non lo faccio mai perchè sono sempre sul lavoro sempre di fretta sempre distratta: avevo arricchito le palpebre di un ombretto viola con una punta azzurrina ( dicono che questa miscela permette al colore verde degli occhi di emergere brillante ed intenso) Avevo scelto un blush dalle tonalità rosate per il mio incarnato di porcellana colorando le labbra di un glicine perlato quale flash di luce nella pelle chiarissima. Quando fui certa d'essere PRONTA mi abbandonai con gli occhi chiusi agli spruzzi leggeri del mio J'ADORE di Dior.
Avevo chiuso, INFINE, la porta dietro di me per raggiungere la sua auto in cortile. Avevamo deciso di andare a mangiare in un ristorantino, in centro, molto intimo e tranquillo con le classiche luci gialline soffuse e la musica lieve di sottofondo. Era la seconda volta che uscivamo insieme a cena e sembrava in effetti la prima. Tutti i movimenti parevano susseguirsi al rallentatore : i gesti, gli sguardi, i sorrisi nell'oscurità ombrosa e intermittente del locale parevano illuminarsi di una luce radiosa e calda.
Avevo ordinato uno spezzatino di agnello con patate e lui aveva preso una composizione di formaggi abbinati al miele ed alle confetture DI FRUTTA. Ci sorridevamo.
Quando giunsero i nostri piatti. Lui smise di guardarmi e disse:
" Che bel piatto di formaggi : sono proprio all'apice del godimento!"
Fu allora che compresi che niente, da quel momento in poi, avrebbe potuto comparare quell'orgasmo voluttuoso e intenso"



Un piccolo scherzo come augurio per un buon cenone.
Buon Anno !

martedì 29 dicembre 2009

IL MASCHIO AL POTERE ANCHE AL MOMENTO DI SCANDALIZZARSI








Lo so, lo so ci casco sempre. Mi metto a scrivere di fatti e misfatti politici di cui nessuno di noi sa la verità effettiva.

Ma tutto questo gridare allo scandalo per la candidatura delle veline mi puzza un po'. Mi sa tanto, ma tanto, di finto perbenismo che cela un becero timore maschile d'essere in qualche modo scalzato.

Nessuno ha gridato allo scandalo quando, analizzando la lista presentata dai partiti, sono emersi fior di sconosciuti senza competenza alcuna e senza alcuna preparazione culturale. Ma uomini, TSE'.... U O M I N I .

Non migliori delle gnocche e soprattutto con nessun curriculum neppure da tronista.

Non mi fate gli sciocchi, non mi fate gli ingenui : sapete come i partiti scelgono i candidati ? ( perchè non è da perdere di vista il fatto che in base alla nuova legge elettorale il cittadino è tagliato fuori dalla scelta del candidato) Forse che li scelgono in base alle loro competenze? Forse che gli scelgono in base alla loro cultura e preparazione? Funziona così: un tizio che non trova lavoro comincia a frequentare convegni e riunioni a iosa. Si fa , come si suol dire , conoscere. Riunioni su riunioni , discussioni su discussioni comincia a far campagna elettorale per qualcuno che conta. La prossima candidatura è sua. E' Così che, quindi, ci riempiamo il parlamento di incompetenti. E oltretutto maschi, il che non depone certamente a loro favore. Ma almeno per loro ( quelli che detengono il potere) il maschio è salvo ed è già qualcosa. Invece , poi , insorgono allibiti se invece dell'autista del vice presidente, che non sa neanche i congiuntivi, ci mettono una ragazza di pari preparazione ma con gambe più tornite. ( così cominciano con gli epiteti dequalificanti tipo" gnocca" " rossa" " moracciona" . Il maschio non si smentisce mai.! Non è mica un a cosa degradante essere gnocca o moracciona il termine solamente lo vuole essere) Questo mi puzza molto. La cosa grave è, invece, che i cittadini non possano scegliere i loro rappresentanti .

Questo atteggiamento di stupore sdegnato assomiglia tanto a chi si meraviglia che nel suo prato cresca cicuta dopo aver seminato per decenni dell'erba velenosa.

Non scandalizzatevi solo per le veline, please. Sono tutti della stessa razza e preparazione e invece di chinare la schiena a 90° gradi , alzano le gambe, ma questo non li differenzia neppure un po' in relazione a ciò che effettivamente devono fare e che non sanno : governare il paese in modo dignitoso.

C'è un altro punto non trascurabile: i numeri di coloro che sono stati eletti per la prima volta nell'ultima legislatura nei due rami del Parlamento erano di : n° 480 maschi e n° 48 femmine.

Credete davvero che un numero così alto di maschi sia dovuto allla loro bravura, competenza e capacità di autopromozione? O hanno avuto a che fare con una serie di operazioni che non riguarda affatto il valore individuale della persona?

Invece ci siamo accorti dell' incompetenza dei candidati solo nel momento in cui si è trattato di un bel visino e di cosce poderose! Non vi puzza un po', maschietti adorati?Pussi pussi miao miao....

giovedì 24 dicembre 2009

IL FREDDO INVERNO

San Salvatore Monferrato. Stamattina la chiesa vista dalla cascina

La pianta di cachi piena di neve

albero ghiacciato . Bellissimo

la catasta di legna.

Quella mattina ho deposto lo scudo e i coltelli affilati.

Fino a quel giorno era stato il tempo delle cospirazioni velenose , delle raffinate macchinazioni. Dell'odio. La neve era l'ennesimo inconveniente nel mio cammino potente e irrefrenabile. E il Natale non era altro che un ulteriore impiccio, una malattia sociale. Un turno da scontare.

Ma quella mattina la strada si presentò magicamente diversa. Dopo due giorni di neve il cielo s'era mostrato ai miei occhi come un dono luminoso e dolce. Ero fuori dal paesaggio come un pittore giocoso. Ero lontana dai suoni come spettatore di un video muto. Ma c'ero.

Ero immersa nell'infinita macchia bianca solare che mi accoglieva maternamente. Sono scesa dall'auto per scattare tante foto. Non mi saziavo del chiarore celeste e del silenzio generoso che mi si offriva nudo e sereno. Cominciai ad associare le immagini beate ai miei nuovi pensieri di rinascita. Più lo sguardo si addentrava oltre il chiarore acerbo della campagna più il mio cuore si liberava del cigolio malevolo dei miei vecchi pensieri . La luce placava il senso inquieto di quei miei giorni disperati. Giunsi alla cascina che ero nuova.