lunedì 30 novembre 2009

SULLA CORRENTE DEL FIUME E SULL'AMORE


Quel giorno m'ero inoltrata nei sentieri fangosi che costeggiavano il Po.
L'aria era pallida e piccole gocce di nebbia umidivano il percorso. L'aria pareva trasudare di acqua torbida e dolciastra, mentre intorno il suono era solo l'impercettibile movimento del mio passo e del mio respiro.
Ero sola.

M'ero svegliata, quella mattina, piena di inquietudine.: la mia notte era stata una notte di pensieri dolorosi che m'avevano lasciata stanca ed affaticata. Allora, terminato il lavoro in ufficio, mi era venuta l'idea di andare al fiume.
Intorno a me non c'era nessuno. All'orizzonte si stendeva il vorticoso fiume in piena immerso nella macchia di steli di foglie e rami secchi tormentati dal turbinio incessante e potente della corrente.
Ero io stessa che galleggiavo quale leggero e lumeggiante intreccio d'erba di stagno trascinato vorticosamente sempre più lontano, sempre più lontano. Non c'era determinazione nella sua corsa mortale, non c'era quella felicità muta, ma robusta che accompagna i gesti risoluti a cui la nostra natura ci comanda. C'era stata, per me, la felicità? c'era stata sino ora? C' era stato l'amore? quello che sempre avevo celebrato come una presenza imprescindibile da essa?
E mentre guardavo il fondo profondo capii che non c'era mai stato quello che chiamavo amore. Che c'era stato il desiderio patologico di ciò a cui tendevo, ma niente amore, niente condivisione, nessuna fusione , nessuna partecipazione sentita.
Avevo cercato accanitamente l'amore , ma l'amore non si può cercare perchè è un evento che si manifesta autonomo e fiorente senza imposizione.
L'amore si affaccia all'animo disponibile al richiamo.
L'amore non si cerca , ma c'è . L'amore non si trova perchè già palpita misterioso e cupo nel cuore attento e nuovo. E se pure avevo creduto che senza di esso la mia esistenza poteva e voleva comprendere il mondo nella maniera più attenta e reale possibile, m'ero ingannata,.
La natura guizza vitale ed energica nell'universo con una forza invisibile alle nostre competenze.
Patire l'altro permette di sondare la trasparenza del mondo ed espandere la propria anima oltre quelle possibilità che altrimenti ci sarebbero precluse.
L'amore sposta lo sguardo al di là di ciò che non si vede , ma che pure freme e nasce nel profondo della nostra anima. Solo l'amore permette di dare forma alla propria forza vitale ma sotterranea, latente ed inattiva.
Infatti, per quanto guardassi oltre il cielo, oltre le nubi cerulee lontano, ancora più lontano, non riuscivo A sentire, non riuscivo A vedere. Il tempo era finito ed immobile.
Il fiume s'allontanava schiumoso e crudele all'orizzonte. Una luna senza raggi s'apriva nel cielo triste E GREVE. Il giorno era inconsolabile.

giovedì 26 novembre 2009

L'AMORE AI TEMPI DELL' AVIARIA


Ho assegnato al mio corpo le passioni che abitavano l'anima e che non avevano voce. Io non le conoscevo eppure le sentivo. Allora ho lasciato che le mani e i fianchi le interpretassero ma indegnamente, ma artificiosamente, ma ingannevolmente.
E ho consumato il tempo successivo a cercare di spiegarti e di spiegarmi che non era quello che volevo condividere bensì altro di cui ho perso le tracce.
In questi giorni nebbiosi ed umidi mi prendo cura del mio corpo come fosse uno straniero infermo: lo vesto accuratamente, lo nutro di acqua e CIOCCOLATA e di ogni cosa che più l' aggrada.
Ieri sera sera , per esempio, l'ho rimpinzato di patatine PAI.
Eppure mentre lo guardo diventare stanco, spossato, inerte e muto, so che non sono in esso, in ogni caso, d'essere altro da lui quasi totalmente. Mi adatto al suo passo con grande tenerezza.
L'ho mandato in avanscoperta a rappresentare le mie pulsioni così sfaccettate e talmente complicate da non poter essere raccontate.
Sono piena di nostalgia di quelle ore governate solo dai miei patimenti.
Sono piena di tristezza per non aver saputo riconoscerne la natura potente e immortale.
Li avevo accomodati nei salotti di questa città distratta, avevo dato loro nomi e ruoli definiti e accettabili.
S'erano mimetizzati tra i colori grigi di questo tempo tanto pieno di immagini da parere avvolto nel buio più totale. Ma non era il loro posto e si sono dileguati contro ogni mia volontà.
Non ne ho più nulla, se non discorsi verbosi, se non battibecchi senza contenuto.
Te l'ho detto: la mia intelligenza non mi risolve e non mi nutre. La mia intelligenza ha prove che non mi servono. Sono verità inincidenti al mio sentire. Sono altro da questo.
Ciò che c'è ora è una conversazione che abbandono. Non ho scelta.

lunedì 23 novembre 2009

IL CUORE DEL MONDO.


Non sto cercando d'essere la migliore. Non ho paura degli sbagli. Ho paura della " noncuranza"
Non è la questione d'essere equilibrati oppure liberi. Ho ormai oltrepassato la voglia d'essere in mezzo alla musica coi capelli sciolti. Ho paura della certezza. So d'essere forte e so che potrei stare da sola per molto tempo. Ma questa mia solidità è tenuta insieme da tutti quegli intrecci di vita che si creano nel mondo e che si chiamano "relazioni" e che si chiamano "incontri."
Per quanto ci crediamo autonomi siamo in mezzo agli altri con tutta l'emotività che GENERIAMO ad ogni palpito della nostra anima immacolata.