
Nietzche diceva: " l'uomo è un animale non ancora stabilizzato. "
La società, ma questo lo sappiamo tutti, si è data un ordinamento psicologico e sessuale per permettere ad una moltitudine di persone di vivere insieme. Ma noi, in cuor nostro, sappiamo d'essere altro da quello che esprimiamo e che i nostri desideri hanno delle sfumature e delle deviazioni che di giorno in giorno si manifestano in noi quasi sorprendendoci. Nell'antica Grecia era una consuetudine per i saggi e gli insegnanti instradare i fanciulli alla vita sessuale , ossia avere rapporti sessuali con ragazzini di 13 / 15 anni. Nella nostra società questo è illegittimo e moralmente deprecabile. Ciò che è successo nuovamente ( non è la prima volta che un politico viene trovato a compiere questi atti) non è che una punta di un icerberg che conta milioni di storie simili e confuse che non abbiamo il diritto di giudicare.
Ho letto un blog di una persona che abitualmente si camuffa su face book e su Messenger, una persona che scrive lettere ai giornali di Napoli firmandosi Ivan Bassanini ed avendo tutto un altro nome, sempre la stessa persona, registrata su siti di video pedo/ pornografico, nel suo blog si erge a giudice integerrimo del comportamento del governatore del Lazio.
Questa stessa persona, mentre insegnava a fanciulli in una scuola privata e cattolica, ( per fortuna l'hanno allontanato) la sera si dilettava con conversazioni scabrose e indicibili. E questa frase è per lui: "non guardare il governatore del Lazio, osserva ciò che fai abitualmente."
Abbiamo avuto altri casi di uomini pubblici che sono stati sorpresi con trans o prostitute sulle strade o presso abitazioni private. Tutti questi fatti non possiamo considerarli dei casi isolati, ma è un segnale che la visione del mondo al quale siamo stati abituati sta subendo una mutazione che non riusciamo a controllare.
Per molti anni abbiamo avuto della sessualità una dimensione precisa e distinta che non dava adito ad incertezze. La sessualità maschile da una parte e quella femminile dall'altra.
La nuova tecnologia ci permette di intervenire sul nostro corpo e ci ha permesso una fusione di identità che è diventata una fusione anche psicologica. Molte dottrine sono state messe in discussione.
Ignorare questo processo lento ed inesorabile vuol dire allora voler continuare a vivere in una società che non risponde più al bisogno del nuovo uomo che sta nascendo.
Solamente affrontando questo cambiamento possiamo impedirne la degradazione. Solamente riconoscendo con sincerità e trasparenza le nostre vere pulsioni senza condannarle , senza gridare allo scandalo, ma affrontandole e rivelandole possiamo far sì che questo cambiamento non sia una digressione, ma una evoluzione.
La persona che nel suo blog accusa Marrazzo di atti indegni e poco dopo si mette a chattare di fica e pompini non fa altro che alimentare il degrado del nuovo uomo. Nascondendo la propria realtà dietro un moralismo che lo paralizza in questa dimensione maniacale e perversa. Di chiusura e di morte.
Per quanto riguarda il governatore dellla regione Lazio :
Come giornalista è stato indiscutibile, è indiscutibile, perché la professione non muore per un errore. Poi ha scelto la politica, dove ha fatto tagli di sprechi, riordini interni alla Regione.
Un politico di Roma di destra aveva detto qualche tempo fa: “Da quando c’è Marrazzo alla Regione non si può fare nulla, nessun progetto”, in parole povere: “niente clientelismo”.
Ma tornando al discorso precedente, una società che non vuole vedere e quindi rifiutare la diversità di desideri ostinandosi ad un livellamento omeostatico è una società che non si svilupperà mai. Un uomo che non ascolta e non rivela la propria stravaganza per paura dell'isolamento e della derisione e della disapprovazione della gente non potrà mai far sbocciare il suo profondo valore e la dimensione divina della sua anima.
Il governatore del Lazio ha sbagliato certamente. A Non Rivelarsi.
E forse tutto questo è un monito per tutti noi. Occorre lottare affinchè i cambiamenti siano affrontati con purezza e franchezza d'animo, per far sì che non prendano il sopravvento sulla ragione e sul sentimento.