venerdì 31 ottobre 2008

FESTA DI HALLOWEEN A VALENZA


Progressioni orizzontali

Ecco qua c'è un bel sistema / sempre per restare in tema/ far le scarpe al dipendente/ su cui non si ha un ascendente / quello che non ubbidisce /con la legge solo agisce/ e non segue di straforo/ quello che comandan loro / il sistema presto detto/ è una specie di verdetto/ come a scuola lo scolaro/ sei somaro oppure bravo/ e' il momento più propizio/ per dar sfogo al loro sfizio/ vendicarsi a tutto tondo/ e procedere all'affondo/ di impiegati non solerti/ ai giochetti sempre aperti/ di quel capo o quel signore/ che governa a tutte le ore / così che angelicamente/ l'impiegato più attinente/ lo trasforma come niente / in persona incompetente / ci si chiede come ha fatto / in trent'anni di misfatto/ a sorreggere un servizio/ con quel tipo di giudizio/la risposta è solo quella/ chi di notte si arrovella/ a cercar di fare in modo/ lavorare poi di sfrodo/ e così per il futuro/ dargli un avvenire scuro/ perciò lui per i suoi figli/ giunge a più miti consigli / ma non tutti poi ci stanno/ per due soldi a fare danno/ io per esempio non ci sto / e lavoro come so/ perchè chi decide il gioco/ non si getta mai nel fuoco/ tanto non è proprietario/ e sicuro è il suo salario.

Avvilire il dipendente/ con dei voti da demente/ rischia sol di peggiorare/il servizio che va a fare/ mentre invece il dirigente/ conta i soldi e non si pente/ e chi paga poverino / è soltanto il cittadino

Poesia quasi seria

Tu m'hai detto stamattina / che non è cosa carina/ raccontare a questa gente / delle cose che uno sente / se mi dici questa cosa/ non vorrei sembrar noiosa/ sei sicuro veramente / sia poi una che non mente?/ non sorprenderti per nulla/ non son mica una fanciulla/ mi diverto a raccontare/ proprio quello che mi pare/ e non è sicuro che / io lo inventi un po' per te/ a me piace recitare/ una donna un po' fatale/ storie varie un po' inventate/ qualche volta anche azzeccate/ ma non sempre sono mie/ sono un po' come badie/ scrivo e invento molte cose/ anche un poco scandalose/ ho il pallino dell'artista / subrettina di rivista / il mio sogno un poco strano / in un circo fare il nano /o la donna della strada/ cavaliere di contrada/ e non credere perciò / sempre a quel che ti dirò/ scrivo quel che più mi piace/ fallo tu se sei capace!/ poi io pubblico veloce/ alla fantasia do voce/ chiudo in fretta il terminale/ come fosse il mio giornale/ e mi vesto con ardore/ per andare col mio amore/ a un convitto assai elegante/ o ad un party un po' intrigante/ alla sera presto a letto / come fossi un angioletto/ quando il sole è ormai sparito/ io mi stringo a mio marito / le parole come vedi/ non son mai quello che credi / ho scoperto questo arcano / ed è un gioco da villano

giovedì 30 ottobre 2008

Ho paura


Eravamo in macchina e tu hai detto: " ho paura" ed io non l'ho capito perchè non ho mai paura .
O meglio non ho paura di vivere delle cose sconosciute. Per quanto male mi possano fare dopo. Così quando hai detto " Ho paura" sapevo che non avrei potuto dire nulla o fare nulla per fartela passare. Che saremmo stati separati e diversi. Non ci saremmo potuti incontrare. Tu avresti preso delle strade di cui sei assolutamente pratico. Sarebbero state strade rassicuranti. Avresti saputo esattamente cosa fare per il giorno dopo . Avrei,magari, voluto dirti che no, non c'era da avere paura ; che io personalmente sono molto affidabile anche se non lo do a vedere, che non sono e non sarei stata solo una femmina, ma altre cose. Avrei , magari, potuto dire che bisogna rischiare un poco che io patisco molto fermarmi e che nelle relazioni in generale bisogna procedere, ma questo era purtroppo un problema mio.
Eravamo in macchina e tu hai detto: " ho paura". Da allora non t'ho più visto. Da allora non ti ho mai rimpianto.