lunedì 27 gennaio 2020

SUCCEDE A VALENZA MA RIGUARDA TUTTI



E' successo a Valenza.  
Un uomo ha ucciso una donna. 
Al solito parlano di raptus. Al solito parlano d'amore.   Lo fanno i giornalisti tentando di dare una ragione.   Non fatelo . Non c'è una ragione . 
Non starò a dare le percentuali delle donne assassinate in Italia. Sono omicidi commessi  per  i più svariati motivi che poi  sono riconducibili  ad una sola  origine.  La colpa di essere donna. 
La donna ha avuto la colpa di esistere. 
 Nel momento in cui la donna ha avuto la sfrontatezza di scegliere. 
Di  voler   partecipare attivamente alle sue relazioni, di essere  presente. Di avere il diritto di rinunciarvi. Di cambiare. 
E' difficile per il maschio latino accettare di confrontarsi dialetticamente ed  emotivamente.
 E' sempre stupito quando una donna  gli si contrappone nel lavoro, nelle amicizie e nell'amore. 
E' difficile, ammettere di perdere, perchè sin da piccoli  si è abituati ad essere protetti dai genitori che si ribellano agli insegnanti, agli allenatori , agli amici . 
 Ma mentre la donna, sin dalla adolescenza, viene a contatto con la sopraffazione e si abitua ad avere pazienza a fare, come si dice oggi, un passo indietro; per l'uomo è meno frequente il confronto con tutto ciò che può essere fastidioso come, per esempio, un rifiuto. 
In politica le donne scarseggiano e quando ci sono,  vengono  trattate con sufficienza , si fanno battute sulla loro bellezza ( se sono  belle)  ed anche sulla loro poca avvenenza ( se non lo sono) . 
Nella politica la donna si  relega a compiti femminili come Le pari opportunità, la gestione dell'accoglienza in una sala per la conferenza tenuta da uomini.  Per le foto di copertina.  
E' successo, per esempio,  che un neo partito appena formatosi ha persino pubblicato una foto   con la presenza di ben due donne, parafrasando: "   le donne del partito.". Agghiacciante.
L'uomo è persino gentile e galante  se la donna rimane al suo posto a sorridere ed a parlare poco. 
In televisione avviene la stessa solfa.  
Le donne devono essere carine, strizzate in minigonne,  traballanti su tacchi a spillo, oppure devono essere  comparse a fianco del presentatore o sopra le scrivanie perchè sono piccole e giocose. 

E poi ci sono le stesse donne, ahimè , che  si mettono a rovistare nella vita della vittima per  trovare una qualsiasi  pecca che sia alibi che sia la ragione, per dire che , insomma,  qualcosa aveva  pur combinato per  meritare di morire. 

Queste stesse donne lo fanno perchè  hanno paura di morire. 
Credono di non avere il diritto di prendere in mano la loro vita e rovesciarla se  fa  loro piacere. e diventare altro, essere quello che vogliono essere . Invece è nostro dovere/ diritto  soprattutto perchè  noi donne siamo persone libere. 
Anche a me è capitato, quando denunciai il  mio  ex marito per stalking  di trovare  uomini di Legge che  scusavano le sue oppressioni col fatto che era tanto addolorato.  Esortavano ad avere pazienza. 
Nessuna solidarietà per una donna che  non vuole subire azioni intollerabili. la stalking è cessato solo perchè , alla fine lui si era stancato.
Per questo oltre ai centri anti -  violenza dovremmo pensare ad aprire  anche centri di rieducazione per l'uomo che si abitui a pensare la donna come un individuo libero e per la donna che  impari a rispettarsi, a camminare spedita senza paura ma anche  con occhio guardingo.  
Soprattutto  dobbiamo imparare, noi donne, a vivere  in sorellanza,  a comprendere che non è colpa nostra se un uomo ci insulta ci odia  e ci uccide. 
Ma è colpa sua che  non HA SAPUTO  vivere. 


mercoledì 27 novembre 2019

IL TEMPO


C'è stato un tempo da protagonista e non ce ne siamo accorti. Vivevamo  freneticamente   nel palcoscenico. le luci puntavano su di noi. La musica si alzava da prima  lentamente poi dirompente.
 Poco tempo per pensare : la battuta era la nostra.
C'è stato tempo della vanità , della potenza.  Ma come dice Ivano fossati: c'era  un tempo sognato e forse avremmo dovuto sognare.

domenica 20 ottobre 2019

NON SONO PIU' LA RAGAZZA DALLA SCIARPA COLORATA







Ho tutti pensieri frammentati.
Tra loro slegati. Non hanno un percorso logico. Si rincorrono e si perdono nella mente come in una nebbia autunnale. 
Alessandria è, al solito,  buia,  gocciolante di umidità, piangente di solitudine. Ancora più deserta  di quando  il gelo la paralizzava . 
Era tanti anni fa. 
Allora i compagni si chiudevano in varie stanze  distribuite  nella città. 
A gruppetti ci si infilava in qualche portone nella vecchia  storica Alessandria,  quella delle case  col bagno fuori. 
Si attraversavano  i ballatoi e si entrava nelle " Stanze" per stare insieme agli altri, anche in silenzio. Avevo una sciarpa colorata  ed i capelli riccioli. 
 Ma questa NUOVA  Alessandria nulla sa di questo. E'  una città sopravvissuta. Anche agli antichi sfarzi.
 Anche alle grosse industrie che davano lavoro. Anche alla superbia che la contraddistingueva.
Si arrabatta tra strade sporche, disfatte. Porfidi danneggiati. Negozi chiusi. 
L'attraverso odiandola  E solamente  per andare da mia madre. 
Passo davanti all'ingresso dell'ospedale che rimane per me quel posto dove è cominciato tutto 
 Ossia la fine .
 Cesare ed io che attraversavamo il corridoio   come fosse un'azione  domestica. Invece era L'atto finale. 
Quando ci passo davanti , non mi volto mai, ma aumento la velocità  istintivamente. Non ho pensieri di sorta.  Ma battiti di cuore dolorosi. Il senso di tutto perduto. E la memoria  rovista implacabile ,  mi afferra mani e piedi per rovesciarmi  addosso  il suo melenso racconto di una storia  di illusione e di morte.
Non mi posso fermare a raccogliere i miei struggimenti . Non sono più quella dalla sciarpa colorata. 
Ho il tono e il piglio di una infermiera asettica . Sono una specie di prodotto edulcorante.  
Le ore sono secoli accanto a mia madre, che non mi conosce e quindi non mi ama. 
Non sono più  la ragazza con la sciarpa colorata .  Non ci sono stanze ad accogliermi. 



sabato 5 ottobre 2019

LA MEMORIA , L'IMMAGINAZIONE E L'AMORE -





Crediamo di amare con l'anima ed il cuore . Invece  è il cervello che ce lo permette.   
Questo ammasso di  settori di cellule umidi e pulsanti , questo groviglio di rivoli di scariche elettriche   ci permette di ricordare.
 Ricordare che amiamo qualcuno. 
Ma può capitare che si spenga un settore nel cervello. Poi un altro ed un altro fino a che e a poco a poco  si prosciuga .  
Questo ammasso di sostanza quasi gelatinosa diventa come una  spugna che non assorbe più. 
Potresti buttarla, ma fa parte di te . E' chiusa nello scrigno della tua scatola cranica . 
 Ma tu Non ricordi più. 
 Sembra niente. Ma si parla della tua biografia. Dei tuoi sentimenti. Se si spegne la luce non vedi.
Ed anche se qualcuno ti ricorda che sei stata sposata, che hai amato tantissimo, tu , sì tu,  non lo  capisci.  
Puoi apprendere  sul momento. potresti prenderla come una lezione scolastica, ci puoi anche  credere,  anche,  ma  questa  storia diventa per te  come il colore rosso per un cieco: un concetto irraggiungibile. E' come riempire  d'acqua un  colapasta.
Devo dirlo: è una lotta impari tra ME  che riempio di parole e di storie il suo  cuore mentre il suo   cervello   non assorbe più . Sottile, secco ed arido come  la sabbia.  Allontana.  Lascia solo nell'anima  un dolore oscuro  e senza nome  ma tagliente , ma assassino. Ma senza speranze. 
Certe volte mi consolo  pensando che si può vivere senza memoria, ma poi mi accorgo che  la Memoria  e' cio' che le fondamenta sono per una casa . E  senza la memoria non esiste una casa,. oh no non esiste l'amore perchè non esiste la spinta a sognare a credere in qualcuno  se non ricordi di conoscerlo se non ricordi di averlo amato se non lo hai raffigurato , non lo hai riconosciuto attraverso una elaborazione cerebrale .
Dunque siamo questo: una massa di tessuto nervoso , un corpo calloso invisibile che predispone  la potenza della nostra anima , il pulsare dei nostri sentimenti ,  a cui dobbiamo ogni sentimento ogni decisione,  ogni scelta,  che  crediamo  spinta da emozioni  trascendentali invece che da  sangue pulsante ed indifferente.  
Siamo governati da  una sostanza viscida  che non ci conosce e non ci ama. Si prende gioco di noi che ci illudiamo di determinare il nostro futuro quando invece siamo in balia di un fremito di neuroni.