"Creatività" e " arte " sono parole abusate come non mai
Ormai tutto sembra arte e chiunque si muova con colori e pennelli, o strumenti musicali, con scarpette da ballo, od ancora con coccoina e collage diventa un creativo, diventa un artista.
Ripetere troppo spesso la parola “arte” o “creatività”significa svilirla a semplice suffisso valido per tutto
Eppure non basta “ creare” per essere “ creativi, Non basta produrre oggetti con la propria abilità perché questi oggetti siano definiti di arte. Caso mai queste sono “ espressioni umane “
Ma cosa differenzia le espressività dall’espressioni artistiche?
Totò, per esempio, alla servetta, estasiata per aver ricevuto una sgrammaticata poesiola del fidanzato, chiede :
"Ma se fosse stato Leopardi a scriverti cosa mai ti perdevi invece che la testa? "
"Ma se fosse stato Leopardi a scriverti cosa mai ti perdevi invece che la testa? "
A partire dai discorsi politici, le parole vengono sempre più utilizzate senza distinguerne in vero significato, sono ormai interdipendenti, senza categorie di merito o di qualità.
Ai destinatari e i fruitori delle “ espressività di turno” non vengono quindi forniti elementi per conoscere, giudicare ed apprezzare il reale valore e significato di ciò che viene loro proposto. Più classifichiamo ogni manifestazione che ci aggrada sotto la lucente cappa dell' " arte " più allontaniamo questo valore da noi. L'arte diventerà non più riconoscibile. Cosa differenzia, infatti l'arte dalle esternazioni frequenti a cui siamo soliti assistere sia nel web che in tivvù o sulle strade ?
A forza di identificare l’arte con ogni azione scaturita dalla fantasia umana crediamo di essere circondati di arte e di artisti.
L’arte non è così diffusa da poterla ubicare in mille angoli di una città, l’arte è rarissima e se cominciamo a banalizzarla, a mistificarla, a confonderla con ogni genere di espressione non riusciremo più a distinguere l’arte da uno starnuto.
Invece è necessario educare all’arte, selezionare le iniziative che possono avere molti nomi e tutti di grande dignità ma lontani dall’arte che è invece sopra di noi e che ci conforta e ci guida come riferimento di pensiero e di speranza.
Se tutto è arte allora l’arte non c’è. Non c’è nulla di superiore al nostro ordinario vivere, che dia speranza all’uomo di intraprendere uno scatto ulteriore verso mete difficili e impervie oltre i limiti conoscibili. Oltre il cielo visibile.
L’arte non si definisce perché produce quadri o altro, ma perché produce qualcosa di migliore rispetto alla media.
Chi invano la evoca sottrae all’Arte la sua valenza profonda e non dico Valenza a caso.
Insomma l’arte avvicina a Dio perché è frutto di intensa elaborazione, di una evoluzione continua, della consapevolezza delle nostre forze, della spinta a superarle , dell’impulso verso l’ignoto, del desiderio dell'infinito che trascende dal nostro essere mortali e in fondo miseri.
L'arte non deve mai tentare di farsi popolare. Il pubblico deve cercare di diventare artistico.. Come diceva Oscar Wilde, appunto.