lunedì 23 giugno 2014

COMMUNITY AND THE CITY





Come si dovrebbe intendere un Comune? 
Nel modo per cui i COMUNI sono nati ossia come una comunità di persone che riescono a trovare una identità comune. 
Se manca questa identità comune, la città non esiste. 
Esiste un guazzabuglio di case poste senza ragione in un terreno anzichè in un altro. 
Sono stata in Toscana . In un paesino di 4000 abitanti. Casteldelpiano. 
Eppure questo paesino ha mostrato da subito la sua identità. Mi sono ritrovata in mezzo alle prove che stavano facendo dei ragazzi del paese in vista del palio della città 
( molto simile al Palio di Asti , ma in piccolo , per cui i suoi abitanti si preparano tutte l'anno tra prove di maestria e di abilità con le Bandiere, la musica , i tamburi , i canti comuni proprie della terra che li ha fatti nascere. 
La differenza rispetto alla nostra città mi si è presentata in modo evidente: un evento sentito da tutta la cittadinanza,
( partecipavano sia vecchi che ragazzi ) un evento ricorrente, che rinnova l'identità del luogo e che non solo ha l'obbiettivo di rendere gli abitanti una comunità ma anche quella di far vivere il commercio ed il turismo, in poche parole la città tutta ed il suo territorio che GUADAGNA in senso etico ed economico da questa manifestazione che va oltre la mera presentazione di canti e balli.


Un evento non serve per fare baldoria ma per rinnovare e rafforzare l'identità di una città. 
Per valorizzare il territorio , per chiamare genti da altri paesi , per farsi riconoscere e riconoscersi  come comunità . 
La città così ragionata ed organizzata è una comunità ove al concetto di solidarietà si affianca, fino ad integrarlo, quello di partecipazione. 
Infatti non vi è vera solidarietà se non vi è conoscenza e riconoscenza e, quindi,  non si crea un rapporto di reciprocità. Solidarietà non è da darsi o offrirsi a qualcuno che è o si sente escluso, come fosse un gesto di clemenza o di beneficenza perciò un gesto fine a se stesso, ma è piuttosto un riconoscersi in qualcuno, dandogli e dandoci dignità. Un intervento che non sarà estemporaneo, ma darà la cifra della condivisione. 
Allora il legame che mi lega all’altro non è solo cura ma è desiderio di conoscenza, responsabilità, commistione con l'altro . Lui è simile a me nei bisogni e quelli devono essere garantiti a lui ed a me.

mercoledì 11 giugno 2014

MA QUALE POLITICA

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Non è più una questione di persone. 
E' un problema di apparato. Un sistema si consolida dopo  anni di insediamento nei posti chiave dell'amministrazione pubblica e estende le sue ramificazioni in tutto il territorio. 
Non è più una questione di partito.
Ma di un organismo che tutto avvolge ed organizza in modo che per ognuno dei suoi membri ,  sia garantita la sopravvivenza e,  in fondo , una buona esistenza attraverso l'assegnazione di   ruoli sociali e professionali. 
Quand' anche un singolo riesca a penetrare in questa rete stretta e fitta, se non vuole essere isolato  e soprattutto se non ha abbastanza personalità o passione e rigore,  finisce per divenire  parte integrante  nel reticolo di relazioni, accordi e promesse e commistioni.  
Anche l'avvicendamento di una e dell'altra parte  può essere  una realizzazione  integrante del sistema che tutto contiene e tutto modella   attraverso un equilibrio inscalfibile.
Quale opposizione ? 
Quale  contraddittorio se non formale, superficiale su temi dozzinali e di facile presa populista, l'erba non tagliata, la spazzatura , la strada  non asfaltata,  l'opera da realizzare, il lavoro che manca , chiacchiere senza costrutto? E lascia, noi attoniti e confusi a guardare il dito anzichè la luna, divenuta un invisibile marchingegno  fatto  di intrecci affaristici, di  spettanze politiche dove la politica  è una assegnazione di posti di lavoro quale  tributo di accordi precedentemente stipulati. 
L'individuo è solo una rotella insignificante in questo meccanismo  irrefrenabile  che  sfrutta i territori e calpesta l'umanità  con l'unico obbiettivo di rigenerarsi quale mostro meccanico parassita del mondo che si ciba del mondo e che lo annienterà inesorabilmente .

giovedì 22 maggio 2014

A VALENZA " LA TRATTATIVA STATO MAFIA " IL 30 MAGGIO

Non mancate il 30 maggio ore 20.45. al Centro Comunale di Cultura all'incontro con l'associazione art 54 , un associazione che vuole sempre tenere in mente l'art. 54 della nostra costituzione che impegna ogni cittadino a rispettare le Leggi dello Stato e la sua Costituzione.

Partecipate ad un dibattito tra cittadini per capire l'Italia di ieri e di oggi attraverso il riassunto di venti anni di rapporti malati tra pezzi di poltica e criminalità organizzata







mercoledì 21 maggio 2014

TE TU TI BAGNI !

Faccio sempre lo stesso errore.  Ossia Sono ostile. 
Perchè  la verità si apre davanti agli occhi e mi pare normale vederla. 
Invece no.   Almeno non per tutti è così.
Una cosa è vederla , la verità. Una cosa comprenderla , cioè guardarla davvero come una possibilità di redenzione. Di illuminazione. Di occasione per cambiare.
Vorrei strattonare  in malo modo coloro che non solo non la vedono, ma  la rifuggono. la schifano, persino. 
 Le passano accanto e non la degnano neppure di uno sguardo.
Vorrei calciare, strillare. 
Protestare vivamente. 
Ho parlato, parlato, parlato.  In questi giorni. 
Le parole  si accalcavano tra le labbra  piene di speranza. Poi giungeva l'ostilità, la rabbia , la delusione di avere un altro linguaggio, di avere un altro pianeta su cui affacciarsi. Un mondo immaginato. 
Sono ostile.  Adotto un minimo di auto controllo. Freno l'ansia di spiegare. Trattengo  il fervore da maestrina pedante ed ostinata. 
ma non ho abbastanza forza per contenermi e spesso mi scappo tra le mani come sabbia finissima.  Mi ritrovo  con lo sguardo torvo e cupo  pretendendo d'essere uguale a chi non vuole vedere e non  sta malissimo, alla fine. Sopravvive. Anzi. Lo fa proprio perchè non vede e non  comprende. 
Qualche volta abbandono la presa. la verità può attendere d'essere raccontata.  L'ho fatto oggi. 
Ho preso la macchina. 





Ho  percorso una strada per vari chilometri fino a giungere  nella campagna lombarda. 
Erano terminate le colline aderenti e morbide  che mi fasciavano rassicuranti durante i miei giri  in auto. 
Iniziava la grande pianura delle risaie grondanti di acqua e germogli  d'erba verde  lucente. 

All'orizzonte la pianura pareva un mare luccicante. 
Ai lati della strada attraversavo pacatamente  il terreno lacustre dove saltellavano uccelli dalle zampette lunghe e sottili . 
Ad ogni passo ,  gli uccelli ,   si liberavano dell'acqua in eccesso agitando la zampetta sollevata.  
Sembravano vecchie signore aristocratiche attente a non inzaccherarsi.  
Il paese che incontravo pareva lasciato lì da qualche guerriero medioevale.  Il cielo stesso   diffondeva  una luce antica  sui casolari  pastello ed i cortili di terra battuta. 
Ero un extra terreste  venuto in pace. Se qualcuno mi avesse fatto una domanda non avrei avuto più parole tra le labbra.