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Non è più una questione di persone.
E' un problema di apparato. Un sistema si consolida dopo anni di insediamento nei posti chiave dell'amministrazione pubblica e estende le sue ramificazioni in tutto il territorio.
Non è più una questione di partito.
Ma di un organismo che tutto avvolge ed organizza in modo che per ognuno dei suoi membri , sia garantita la sopravvivenza e, in fondo , una buona esistenza attraverso l'assegnazione di ruoli sociali e professionali.
Quand' anche un singolo riesca a penetrare in questa rete stretta e fitta, se non vuole essere isolato e soprattutto se non ha abbastanza personalità o passione e rigore, finisce per divenire parte integrante nel reticolo di relazioni, accordi e promesse e commistioni.
Anche l'avvicendamento di una e dell'altra parte può essere una realizzazione integrante del sistema che tutto contiene e tutto modella attraverso un equilibrio inscalfibile.
Quale opposizione ?
Quale contraddittorio se non formale, superficiale su temi dozzinali e di facile presa populista, l'erba non tagliata, la spazzatura , la strada non asfaltata, l'opera da realizzare, il lavoro che manca , chiacchiere senza costrutto? E lascia, noi attoniti e confusi a guardare il dito anzichè la luna, divenuta un invisibile marchingegno fatto di intrecci affaristici, di spettanze politiche dove la politica è una assegnazione di posti di lavoro quale tributo di accordi precedentemente stipulati.
L'individuo è solo una rotella insignificante in questo meccanismo irrefrenabile che sfrutta i territori e calpesta l'umanità con l'unico obbiettivo di rigenerarsi quale mostro meccanico parassita del mondo che si ciba del mondo e che lo annienterà inesorabilmente .