mercoledì 4 dicembre 2013
domenica 1 dicembre 2013
venerdì 29 novembre 2013
POLITICA CONSUMISTICA
Che dire ormai della politica ridotta da espressione massima della vita pubblica ad una sorta di luogo di saccheggio da parte dei più disparati avventurieri che si avvicinano ad essa solo per cercare visibilità o peggio per avere uno stipendio per vivere? Nulla.
A questo punto il post potrebbe essere terminato.
Mi pare di avere detto tutto.
Quando mi attivo, in qualche modo per la mia città, giacchè non intendo altro modo la politica se non come azione funzionale e costruttiva rivolta a favore del luogo dove vivo e non come chiacchiere da bar sulla situazione nazionale internazionale di cui sappiamo sempre pochissimo, insomma dicevo che, mentre mi occupo con i mezzi che possiedo della mia città mi pare di confondermi tra i piazzisti della politica, quelli che presenziano nelle piazze e nel web con gli slogans adesso anche reperibili già belli e confezionati per fare effetto nell'italiano pigro e distratto.
Consumisti della politica. Persone incompetenti. direi ignoranti. Ma anche pieni di presunzione, di arroganza e, cosa peggiore, di cattiveria.
Mi pare, infatti, che più che una atmosfera di collaborazione , di creatività, di condivisione si lavori avvolti da una rarefatta animosità che mette disagio.
Delle volte non ne posso più.
Ci sono prati e amori che hanno bisogno di me ed io di loro.
Mi pare che il mio impegno debba essere speso per cose più nobili.
Ho i miei adorati figli e un compagno la cui presenza e sostegno morale mi permette di essere piena di energia e di vitalità.
La politica degli inchini, dei raggiri, delle strategie non è una attività che possa migliorare le cose intorno a noi.
La politica che serve, quella che si compra, che si cede in cambio di favori e di piccoli privilegi ha preso una strada che allontana dalla ricostruzione, dallo sviluppo, dalle buone idee, dalle spinte umanitarie e dallo spirito solidale
Dalla fratellanza. .
Delle volte non ne posso più.
Perchè camminare in questi sentieri alla fine infanga anche i miei stivali
Perchè respirare questa aria mi intossica in ogni caso.
Anche se a volte mi pare che sia possibile muoversi diversamente, allontanare con le mani ed il cuore quest'aria mefitica per poter respirare nuovamente. Ma è un'illusione.
Delle volte non ne posso proprio più. Ora, per esempio.
sabato 23 novembre 2013
LA POLITICA O I PARTITI? COSA SCEGLIERE?
La sensazione di non sentirsi rappresentati dalle forze politiche ed anzi diciamo ancora meglio, partitiche presenti nel nostro territorio, non deve farci sentire disorientati e senza speranze.
Ormai è tacito: Le logiche dei partiti sono soffocanti. Le scelte degli uomini da collocare nei servizi chiave dello Stato non sono dettate da ragioni di competenza, di esperienza e di capacità, ma esclusivamente da logiche di quote spettanti, di livello di potere e di alternanza di ruoli.
Questo influisce sulla funzionalità e l'efficienza dei servizi .
Sono dati di fatto, ma non possiamo rassegnarci a questi schemi ormai collaudati e fallimentari di una politica di partito meccanicistica e neppure lasciarci ammaliare da incantatori ed affabulatori che raccontano di libertà e rivoluzione quando nei fatti mostrano i denti e non lasciano le porte aperte al confronto ed ai dibattiti, anima vera della democrazia.
Tra le persone che abitano le città, tra chi non ha tempo e voglia di cambiare le cose e quando va a votare segna pedestramente una croce su ciò che più si avvicina alla propria identità politica, ci sono, invece, cittadini che sentono fortemente l'esigenza di interessarsi delle vicende del nostro paese, che sentono forte la spinta a ricercare una rappresentanza che risponda alle istanze urgenti che non trovano risposte tra chi ,invece, dovrebbe darle.
C'è forte la necessità di tutelare i beni comuni, di prestare attenzione al reale funzionamento dei servizi pubblici in rapporto a quanto si spende per il loro corretto adempimento.
Non pensate che sia una esclusiva prerogativa dei partiti mettere le mani nella cosa pubblica. Gestire i nostri soldi e dirigere la nave secondo le loro dinamiche ormai strutturate soprattutto per salvaguardare il sistema vecchio di lustri.
C'è la società civile, c'è la cittadinanza attiva che può, in qualche modo, vigilare ed intervenire sulle prepotenze dei poteri forti e organizzatisi da talmente tanti anni da creare un organismo inattaccabile.
Non c'è bisogno di un leader maximo per muovere la gente. c'è solo bisogno di associazionismo, volontà. impegno e consapevolezza che occuparsi di tutelare il bene comune non significa perdere tempo , ma impedire che il nostro tempo sia speso inutilmente mentre lavoriamo , che sia utilizzato solo per rimpinguare le casse di chi , invece che servire, ci fa sentire tutti talmente occupati a sopravvivere da non poter controllare e tutelare il nostro paese.
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