giovedì 18 aprile 2013

IL GIOCO VALE LA CANDELA


Adorabili lettori: chiedo un voto  per un progetto che ha bisogno di avere un minimo di clic per essere presentato e passare la selezione. Bisogna entrare nel link e votare dove indicato. Grazie , grazie a chi lo fa. 





domenica 14 aprile 2013

COSA IMPEDISCE AD UNO STATO DI RISORGERE?

Ci sono dei  crimini che non fanno rumore .
 Ci sono delle situazioni che si incancreniscono in una città, in una Nazione, in un continente che alla fine sembra normale leggere, parlare e pensare che ciò che sta succedendo non succeda veramente. la disoccupazione, la povertà, la disperazione, la chiusura dei negozi e la desertificazione dei paesi. 

Questo crimine è formato da tanti piccoli elementi  ( vi sto scrivendo in uno stato d'animo particolarissimo. la mia lavatrice mi ha abbandonato all'improvviso , con un volume di biancheria indescrivibile da lavare ( quindi)  a mano , ma non voglio lasciar andare questo piccolo parto della mia mente  senza condividerlo prima  con voi lettori)
Ho cercato di individuare questi elementi che tra loro si intersecano e si amalgamano benissimo avendo ciascuno un parte dell'altro e  rafforzandosi uno   con la presenza degli altri. 
Il primo elemento è certamente l'incompetenza, la mancanza di conoscenza delle cose, di una attività da affrontare o di una situazione da risolvere.

 Il secondo è l'incapacità ad apprendere ed a riconoscere il problema, a distinguere la malattia, la criticità, la ferita. Non avere la forza di vederla e neppure l'occhio clinico. Quel che si chiama anche intelligenza necessaria alla valutazione della situazione .

Il terzo elemento è la superbia . la superbia è principalmente l'incapacità di ammettere i propri limiti, il non voler vedere loro e soprattutto  non considerare la consapevolezza della loro presenza una risorsa per cercare di andare oltre, ma anzi il fatto di considerarlo  solo uno stato di cui vergognarsi e da negare con tutte le proprie forze. 
La superbia impedisce di migliorarsi perchè nega il limite . Negare il limite significa prima di tutto disprezzare se stessi  tanto da  non  permettersi neppure la possibilità di imparare.

Dunque: l'incompetenza,  la mancanza di acume, la superbia fanno di un individuo una essere pericoloso tanto più  quando a questo individuo viene attribuita una funzione, un ruolo che gli da la facoltà di intervenire sulla vita degli altri. 
E più la funzione sarà  una funzione importante e significativa e più la pericolosità  sarà più grossa  e diventerà, perciò,  un danno più grande  per la sua comunità .
Un custode di un palazzo con queste caratteristiche potrà al limite gestire male gli ingressi e le uscite dal Palazzo , ma immaginatevi questo individuo avere una funzione di maggiore responsabilità, non so: un ministro di uno Stato, un amministratore di un Ente pubblico , o un direttore di una grande Banca. 
Farà di tutto per osteggiare chi dimostra di comprendere la situazione, chi si avvede del danno, dell'azione malevola e sarà ancora peggio la sua ira  verso chi cercherà di rimediare, lavorare , migliorare, insomma intervenire. 

Ogni cosa sarà  considerata una minaccia per colui che non sa fare ed ognuno sarà  considerato un rivale a meno che non si riveli egli stesso un inetto, uno  inadatto. 

Se si pensa a quanto può essere facile risolvere certi guai, certe incongruenze agendo  attraverso la solidarietà, la concertazione, la condivisione! 
Cosa mai impedisce ad una città di risorgere? ad uno Stato di ingranare se non la forza indicibile  degli inetti , coloro che non tollerano confronti perchè dal confronto sarebbero schiacciati, cancellati , riconosciuti quali essere indegni, incapaci  del loro ruolo e della responsabilità  attribuita loro?

E questo mi strugge.  Mi pare, delle volte che questo bubbone , questo  cancro sociale  prema senza risoluzione sulla speranza di crescita delle società e delle genti. 
E qualche volta, come ora  quando leggo certi commenti o vedo certi loschi figuri schiamazzare  in qualche immagine da copertina , mi pare che non ci possa essere   più rimedio.  



mercoledì 3 aprile 2013

XI CONCORSO TALENTI DEL TERZO MILLENNIO - CITTA' DI VALENZA







L'associazione VIETATA RIPRODUZIONE è sicuramente la realtà più attiva nel settore culturale ed artistico di Valenza. da più di 20 anni organizza corsi di danza classica, moderna. Ma non solo : organizza e partecipa a corsi nazionali ed internazionali . Il concorso TALENTI DEL TERZO MILLENNIO è GIUNTO ALLA SUA XI EDIZIONE . GLI INCONTRI INTERNAZIONALI DI DANZA SONO INVECE ALLA IV EDIZIONE CON LA PREPARAZIONE DI COREOGRAFI PROVENIENTI DAL VENEZUELA , SPAGNA ED ITALIA. LO SPETTACOLO FINALE AVVERRA' A TEATRO SOCIALE IL 28 APRILE ALLE ORE 21.00. Si terrà la 1° del NUOVO SPETTACOLO della Compagnia di Danza " I GIOIELLI DI MARIA CALLAS" ED UNA SFILATA DI GIOIELLI PRODOTTI DAI MAESTRI ORAFI DELL'ASSOCIAZIONE MADE IN VALENZA.

 Valenza ha bisogno di queste manifestazioni per essere rilanciata come città davvero internazionale.
Deve uscire dal buio e credere nelle sue possibilità. 

UNA DELLE OCCASIONI PER POTERLO FARE E' QUESTA!!!

martedì 2 aprile 2013

VUOTO A RENDERE








Ho precorso i tempi ed ora attraverso un tempo  che ancora non c'è. 

E' fatto di azioni ancora da svolgere, di dubbi ancora da  pormi,  di tristezze che sanno di vecchio e di inutile , le braccia stanche, il passo che devo guidare perchè altrimenti non andrei da nessuna parte, non tornerei , non mi muoverei. Sollevo i tendini come un progetto  che sa di fatica.
  
 Per chi ama soffrire, come me,  il dolore trova sempre terreno fertile.
Non è una scelta questa. Tanto che il patimento ha preso il posto di ogni palpito vitale ed infatti sa di esistenza come nessuna  azione concreta  potrebbe mai fare. 
 Gli atti della vita appaiono  talmente nuovi quando ti appresti a compierli che non ti accorgi di percorrere un sentiero già battuto. Ti sposi, allora. Fai dei figli. E ti pare che allevarli sia una cosa inedita. Invece è già stato scritto ed i tuoi gesti hanno un valore autonomo . Separato da te e senza che tu possa aggiungere altro all'intensità di una vita che si svolge piena ma estranea al tuo corpo che  pulsa di sangue e viscere. 
Ti sposi, lavori, fai i figli. Li allevi. Lavori. Lavori. lavori. Il corpo  si fa e si disfa come sabbia di una clessidra che sta a te voltare e rivoltare.  
Il controllo è tuo anche se tutto  si muove senza la tua profonda ed intima  volontà.
Delle volte , ti dici, delle volte vorresti non avere più il controllo delle cose.
Non essere affidabile. 
Non essere riconoscibile. 
Se pensi al tuo passato, qualche momento così , c'è stato. 
E' quando ti fai governare dal dolore.  Quando il dolore decide di strapparti all'esistenza finalmente riconoscendone la vacuità di ogni suo momento. La sua anima illusoria.  
Alla fine è una bella comodità. Sei sganciata. Separata dalla vita. 
E' Un dolore che non ti racconta del passato di cui avresti poco da addolorarti.
 E' un dolore che guarda avanti. Nel momento in cui  tu sei troppo occupata a farti trascinare dalla vita,   il tuo dolore ti precede per  avere il tempo di riconoscere l'insensatezza del vivere che non fa che scimmiottare la vita stessa nel suo incedere doverosamente consueto.
 Il lavoro, i figli, la passione,l'amore, non ami più, hai amato ancora? amerai di nuovo ? soffrirai nell'amare troppo e nell'amare per niente? 
Hai corso in macchina nelle autostrade trafficate e rumorose. Non hai mangiato le tue cene, per giungere in tempo. Ricordi? L'auto ferma tra le foglie scure che volteggiavano nel vento? E l'abbraccio, l'abbraccio. le mani , le dita strette tra le dita. 
 Ora il tempo non ti preme più, ma non per questo è più generoso e accomodante di ieri. E' spassionato e trasparente, ora, e se ti pare crudele non è colpa del dolore , ma del resto che ti rimane e che va e si muove senza risoluzione. 
Perchè il dolore è altro. E' già visto.Già sentito. Quasi non ti fa paura. Solo sei stanca di averlo come compagno che cambia sempre espressione senza darti nulla di nuovo che un bisogno  irrisolto, o meglio ancora irrisolvibile. 
 Incomprensibile no? Dico: il post.