lunedì 24 ottobre 2011

NOBLESSE OBLIGE



Eccomi qui insieme alla mia  nuova collega e alla presentatrice della  nostra manifestazione. ho voluto postare queste immagini  per rendere omaggio a due persone adorabili e per ricordarmi come non tutti i colleghi sono sfaccendati  e senza iniziative e non tutti i giovani sono  leggeri e inconcludenti.  La collega che ha un nome a dir poco fantastico ( Antonella) è una lavoratrice  come ne ho viste poche . Si occupa di  tantissime pratiche tutte insieme e cerca di compensare il vuoto d'organico, caratteristico dei servizi pubblici, con una dedizione ed un impegno veramnte fuori dall'ordinario. Non solo: non fa a spallate per emergere e non  ostenta meriti e posizioni, malgrado da sola porti avanti  compiti delicati ed impegnativi.
E che dire di Valeria, la nostra dolcissima presentatrice? Cerca di adattarsi alle situazioni senza quel piglio arrogante e saccente di tanti giovani in erba, ascolta e impara in fretta. Insomma , i perdaballe che sappiamo  sono stralciati da cotanta onestà intellettuale  e capacità di lavorare che quasi non mi ricordo di loro. Anche se , immagino che  il  "nostrosolitoamico",   durante la manifestazione, fremeva battendo il piedino  nervoso sopra le nostre nobili  teste.. tac tac      ( nobili per la materia grigia che le impreziosisce così pazzescamente)

domenica 23 ottobre 2011

AMORE BELLO COME IL MARE MA NON LO SO DIRE


Se guardo agli incontri  che ho avuto sinora, mi sembra d'avere sempre saputo cosa volevo.  Io cercavo  di fare in modo che il mio demone mi si svelasse in tutta la  forza impetuosa che lo ha sempre caratterizzato. 
Il demone, infatti,  rimane  per mesi in letargo nella sua grotta inospitale e oscura. 
Pare morto. 

Invece riprende vigore appena s'avvede della presenza  vivida di chi non è solamente un altro, ma  QUELLO   che mi permette di attraversare il mondo nella sua ritrovata trasparenza , nella mia nuova comprensione di essa. 
La gente di solito non è nulla per me. Non divido che lo spazio della terra  e anzi,  di solito la gente mi impedisce lo sguardo e mi invade l'orizzonte. 
In questi anni ho trovato alla fine l'altro, in tanti momenti e l'ho chiamato tutte le volte " amore" .  
Eppure non era lui l'amore.
L'amore era in me , solo in me  nasceva e solo in me  sorgeva il demone fantasioso e crudele che poteva  muovere  i passi  in una nuova prospettiva .
Era nuova  perchè intanto gli anni passavano e mi trovavo cresciuta e   diversa.
Non ero che io l'amore  attraverso il quale  potevo vedere , scoprire ed ascoltare il respiro della mia anima che esplodeva , ma per me solo per me, per darmi l'opportunità di nascere di nuovo ,di unirmi ancora al mio demone selvaggio. 
Per questo credo che l'amore sia un volo misterioso. Un volo che si spicca da soli , ma  che, senza la spinta di un altro , senza una rampa di lancio  ben piantata nel mondo,  sarebbe impossibile .  
E dunque  chiamerò " amore" tutto ciò che d'improvviso, mi permetterà di partecipare appassionatamente alla vita. 
Perchè, alla fine,  "esserci appassionatamente"  è l'unico modo per esistere davvero.

lunedì 17 ottobre 2011

TO', LA VIOLENZA ! LA SOPRAFFAZIONE ! E CHI SE L'ASPETTAVA?



Oh, io non mi meraviglio affatto delle violenze e delle ingiustizie, in genere.
Tutti i giorni, pago in prima persona i tentativi di sopraffazione di persone incompetenti.  Parlo di quelli che non sanno lavorare , ma che, invece di  restarsene bravi bravi a far lavorare gli altri, si mettono anche a dare direttive su questa e quell'altra cosa come fossero delle persone che se ne intendono invece  una minchia di niente che se ne intendono!
Una mattina questi esseri inadeguati alla professione per cui sono retribuiti,  si svegliano ( qui qualcuno si aspetterà un " bella ciao"  )  ed , in virtù di un titolo guadagnato  chissà come e quando, cominciano a vesseggiare quelle persone di buona volontà che hanno ancora in senso dello Stato e del Servizio pubblico.
Trovate molta differenza tra questi incapaci e d incompetenti dei piani alti e  quelli che hanno sfasciato le macchine dei poveri cittadini? Io no, scusate. 
Le sopraffazioni, o meglio  le violenze hanno molte facce e tutte ugualmente disastrose e deleterie per la comunità.   si comincia  a subirle nei luoghi pubblici, quelli silenziosi ed ovattati da i tappeti  e dal profumo di lavanda , fino a vederle  scatenarsi con spranghe e cappucci su una strada di città. 
Le angherie, le vessazioni hanno lo stesso movente, la stessa personalità confusa e meschina  sia che operi su una poltrona vellutata sia che decida di  esprimersi  sotto una benda nera e casco di protezione. 
Allora dobbiamo  veramente smetterla di meravigliarci della violenza che si attua davanti ai nostri occhi. E dire : " Oh tò, non me l'aspettavo proprio!!!"
Dobbiamo smetterla di visitarla  e fotografarla come  fossimo turisti giapponesi, ma  dobbiamo puntarle il dito addosso,  chiamarla col suo  vero nome, non bisogna mai ignorarla e sottovalutarla.  E' necessario, invece  denunciarla. Perchè la violenza , dapprima si mescola tra la folla per non farsi notare. Azzarda persino sorrisi e toni garbati. Ma poi, quando si accorge d'avere spazio e  forza necessaria,  quando s'avvede che hai abbassato la guardia,  che su qualche ingiustizia sei disposto a chiudere un occhio,  all'improvviso getta la maschera. E  se cominciamo ad accettare la violenza, quella sottile, sotterranea, ma anche spudorata, arrogante quella nei  posti di lavoro, nelle fabbriche,  negli ospedali poi non dobbiamo lamentarci se la troviamo anche nelle strade anche se  con altre voci ed altre caratteristiche.
Per questo dobbiamo vigilare  che la violenza non si propaghi  nel luogo  in cui  lavoriamo e persino nel luogo che più  amiamo perchè sarà proprio in quel luogo che la prevaricazione  potrebbe schizzare  il suo veleno mortale, che ci  potrebbe attaccare senza tregua  fino a lasciarci esausti e sconfitti. Non ci credete? Se lasciamo spazio alla violenza perchè è ancora  sopportabile,  ancora leggera  diamo ad essa la possibilità di lievitare
Succederà sempre perchè sempre è successo. Nelle piazze, negli uffici, nelle scuole, nei bar, e d addirittura  in famiglia.  Mettiamoci in quest'ottica perchè tutto questo  non deve ,  eh,  non deve farci  trovare impreparati.
Cazzo.

venerdì 14 ottobre 2011

COME BERE UN BICCHIERE D'ACQUA.


Anche se il demone non ha corpo, esprime lo stesso un eroticità tangibile che si muove attraverso la sostanza   che lo  ospita come inquietante  pellegrino. 
O meglio ancora: non è  tanto la forza profonda che  si accuccia nel corpo quanto il corpo che si impianta  in questo cosmo di piccole luci pulsanti   e lo  trattiene dentro un involucro conformandolo  come fa il biccchiere con l'acqua  contenuta  nel vetro.
Il demone è così forte che  riesce a rappresentarsi  nel mondo e a farsi vedere ,  malgrado sia invisibile. 
Si fa vedere attraverso la potenza della sua passione, del suo struggimento, della sua inquietudine, ma soprattutto della sua immaginazione. 
Ecco.  In questo senso il desiderio  passionale prima e carnale poi , ha bisogno di una coreografia , ha bisogno di una storia  immaginata, di un miraggio fantastico per venire alla luce.
Infatti  non mi capita mai di provare il desiderio al di là di un contesto culturale. E per culturale intendo ciò che lega l'individuo al tessuto sociale. datemi un  tema, quindi. una trama.
Quale  soggetto affetto dalla sindrome di cenerentola la mia sceneggiatura  ha dei ruoli attinenti  all'argomento.  
Un maschio di potere ha per il mio demone un incanto incontrastabile.
Oh, non  si tratta di soldi o di forza, ma invece di   ruolo  e di collocazione.  Sembra una cosa deplorevole,  sembra una cosa  turpe. Ma non facciamoci ingannare dalle apparenze . il mio demone non si fa corrompere : agisce d'istinto e vive di intuizioni. 
Il mio demone  si ciba dell'istante attraverso il suo impeto viscerale. Lo afferra con i denti aguzzi di lupo selvaggio. Qual è stato il richiamo primordiale? Quale la spinta? S'avventa diabolico sullo spazio che l'ha determinato, sul bicchiere che lo ha composto. Si scioglie , si smembra , si confonde con la terra , nella città e nelle strade. Non è più me , ma nel paesaggio intorno,  e' fuori di me , ma ancora dentro. l'ho perso di vista. 
Non crediate che ciò che nasce in un contesto sociale si sviluppi come elemento imprescindibile dal sistema.
Il demone non si vende, ma si consuma.  Dilapida la sua energia nell'ossessione ma  al termine del pasto s'allontana . E' dentro e fuori. E scompare  senza avvertire.